Ci si chiede come mai l'Europa, con il mastino Olli Rehn, non perde d'occhio i nostri conti? Non deve stupirci. Il fatto è che “restiamo una bomba innescata
nel cuore dell’Europa, perché con un rapporto debito/Pil del 133% e uno stock di debito di queste dimensioni (ndr, 2075 miliardi di euro), l’Italia ha il
potenziale, se dovesse accaderle qualcosa di male, di portarsi dietro
tutto il continente.” Che gli altri si preoccupino, è fisiologico.
La spesa pubblica era al 46% del PIL nell'era del centrosinistra '96-2001. Con il governo Berlusconi è salita al 53% del PIL. La famosa o famigerata Spending Review nasce da qui: tenere a freno una spesa pubblica aumentata "senza controllo" nell'ultimo decennio, un periodo di decrescita.
- "Nel periodo 1994-2001 la crescita complessiva
dell’eurozona è stata pari al 20,3 per cento. L’Italia, nello stesso
periodo, ha messo insieme un aumento complessivo del Pil pari al 16,5
per cento". Ma "nel periodo 2002-2013 la crescita complessiva
dell’eurozona è pari al 10,1 per cento (metà di quella precedente)" scrive Giuseppe Turani nei suoi magnifici editoriali su La Nazione. Ma
"la crescita complessiva dell’Italia è uguale a meno 1,9 per cento." "Il
che significa che si è rotto qualcosa dentro la società italiana".
- Secondo l'ultimo Rapporto Istat la pressione fiscale è oltre il 44%, con una famiglia su quattro disagiata.
- In Botswana, in Perù, a Tonga è più facile fare impresa che in Italia (65sima su 189, secondo Banca mondiale).
- Gli italiani preferiscono puntare il dito contro la Germania. Contro
Bruxelles. Contro la Troika, invece di ammettere i guai sono originati
dal "fattore interno". No, non c'è un Fattore K. Ma ci sono cause
endogene: squilibri, privilegi, corruzione, mancanza di competitività,
scarsa meritocrazia... Uno Stato
elefantiaco come il nostro, più privatizza, meglio è.
"In almeno mezza Italia la sanità non teme
concorrenti e è forse la migliore e la più completa del mondo. Ma ci
sono anche sprechi a non finire."
"Fisco, lavoro e giustizia civile. Tuti e tre
questi settori oggi sono una specie di caos organizzato. Le
multinazionali straniere non vengono e le nostre aziende soffrono".
- Ciò che è successo a Cipro può ripetersi. I risparmi di 500 milioni di europei potrebbero essere usati per finanziare investimenti a lungo termine, stimolare l'economia, riempire il vuoto lasciato dalle banche,che hanno investito in debito pubblico gli immani prestiti della BCE.
I
risparmi dei 500 milioni di cittadini dell’Unione Europea saranno usati
per finanziare investimenti a lungo termine per stimolare l’economia e
contribuire a riempire il vuoto lasciato dalle banche dall’inizio della
crisi finanziaria». Così si legge in un documento riservato della
Commissione Europea, che però la Reuters ha potuto leggere
«I
risparmi dei 500 milioni di cittadini dell’Unione Europea saranno usati
per finanziare investimenti a lungo termine per stimolare l’economia e
contribuire a riempire il vuoto lasciato dalle banche dall’inizio della
crisi finanziaria». Così si legge in un documento riservato della
Commissione Europea, che però la Reuters ha potuto leggere.
- Fighting the wrong enemy di Paul De Grauwe, 19 May 2010: "Some countries like Greece and Italy have very high public debt levels,
others such as Ireland and Spain have public debt levels that are
increasing fast".
http://www.voxeu.org/article/europe-s-private-versus-public-debt-problem-fighting-wrong-enemy
- In Italia ci sono 5 Regioni (fra cui Lombardia e Toscana) ad alto tasso
d'imprenditorialità, con il record d'imprese per chilometroquadrato. Ci
sono 3-4 mila aziende che sono le volpi dell'export
e mettono perfino i bastoni fra le ruote a Cina e Germania, in alcuni
settori. "Nella meccanica non elettronica (dati Edison-Gea) il nostro
attivo commerciale è di 16,4 miliardi e, cosa forse difficile da
credere, siamo i terzi esportatori dopo Germania e Giappone. Nei
prodotti in ferro e acciaio il nostro attivo commerciale è di 3,5
miliardi di euro e siamo secondi dopo la Cina" (Giuseppe Turani). Che dire? Basterebbe smettere di umiliare il tessuto prouttivo per tornare a crescere.
- "La domanda interna nel 2013 (rispetto al
2012) è diminuita del 2,6 per cento. Gli italiani, cioè, hanno chiesto
il 2,6 per cento di beni in meno. Nello stesso periodo la domanda estera
è cresciuta dell’1,1 per cento".
- Nel 2013 in Italia hanno chiuso i battenti 40 aziende al giorno.
- Wef: Sulla parità di genere, l'Italia è al 71esimo posto dopo la Cina.
- L'Italia ha un economia digitale al 3%del PIL ma l'Inghilterra vola oltre il 7%. I ritardi italiani nella banda larga e nell'Agenda digitale, sono stranoti: come dimostra la fatturazione elettronica voluta da Francesco Caio, l'Agenda digitale è la vera riforma strutturale per tagliare gli sprechi.
- RITARDO AGENDA DIGITALE: Su 55 misure considerate, solo 17 sono state adottate e tra le altre per ben 21 risultano scaduti i termini .
- Perché no la Patrimoniale?
1) Un "botta da 500 o 600 miliardi" non fa ripartire., ma piegherebbe l'Italia "in ginocchio per
almeno altri dieci o quindici anni".
2) "Gli italiani già non ci credevano 70 anni fa. Non si vede proprio perché
debbano crederci oggi, nonostante l’arrivo di Demolition Man a Palazzo
Chigi".
3) Ormai è troppo tardi: i grandi sono già fuggiti.
- Perché rimanere nell'Euro? Fatevi la domanda opposta: "Chi ci guadagnò con la svalutazione del 1992? Gli industriali veneti e George Soros. Chi ci rimise? L'export italiano. Le famiglie. I lavoratori.
- In Italia stanno entrando capitali esteri come non avveniva dal 1996. Sono
i famosi capitali in fuga dagli emergenti verso i Piigs e i Paesi della
periferia (i Paesi "in saldo"). Se i Piigs metteranno le ali e
"torneranno a volare", è grazie ai 24 miliardi di dollari investiti
nelle Borse ed azioni europee. Se l'Italia recupera in competitività,
otterrà una fetta della torta. La staffetta nasce anche da questa
urgenza di accelerare sul fronte riforme.
La realtà raccontata da "Fighting the wrong enemy" (letteralmente "Combattendo il nemico sbagliato):122 pagine diffuse da Mediobanca security,
datate 15 ottobre 2013, firmato da Antonio Guglielmi, capo dei
ricercatori dell' istituzione creditizia italiana, in cui spiega come le
banche italiane si stiano preparando a quello che viene definito come
un "Armageddon" dell'economia italiana, un vero e proprio "collasso".
--
Pier Carlo Padoan, 64 anni, non sarà un
ministro dell'Economia che va a battere pugni, con promesse
fantozziane. Ma un pragmatico riformista, uno studioso OCSE, uno che può
dialogare con quel mastino di Olli Rehn. Si potrà ottenere flessibilità
solo se si faranno prima le riforme richieste dalla Commissione.
Padoan è pro liberalizzazioni dei servizi pubblici: vuole aumentare concorrenza nei settori dei servizi e dell’energia. Ma soprattutto aumentare la competitività. Già sostenitore della lotta alla corruzione, è a favore di una maggiore flessibilità (sia in entrata che in uscita) nel mercato del lavoro.
Padoan pensa che la tassazione vada diminuita su lavoro e investimenti (anche con deciso taglio a i sussidi). Ma i tagli di tasse devono essere sempre accompagnati da tagli della spesa: "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma" dicono i chimici.
PierCarloPadoan, già capo economista e vicedirettore Ocse, esperienza al FMI, ex consigliere economico nei governi D'Alema e Amato,
spera nel varo di un vero e proprio mercato transatlantico, Europa-USA,
per far fronte al rallentamento dei Brics. Vuole semplificare la PA
nazionale e locale e la giustizia amministrativa; tagliare le tasse su
imprese e lavoro, grazie a tagli di spesa. Ritiene che il sistema educativo debba acquistare efficienza,
diventando più orientato al mondo del lavoro. Auspica un sistema di
ricerca e innovazione integrato nel sistema europeo e globale.
L'Italia è stata ipnotizzata almeno due volte
in 150 anni. Tutte le volte è finita in un disastro. Ecco speriamo che
questa volta si facciano riforme, senza grandi salti nel vuoto.
"L'Italia è una macchina lanciata ad alta velocità, ma che va col freno a mano tirato" ha dichiarato Pier Carlo Padoan.
I DANNI PROVOCATI DALLA TROIKA:
http://www.europarl.europa.eu/news/it/news-room/content/20140307IPR38407/html/La-Troika-ha-aiutato-a-evitare-il-peggio-ma-ha-danneggiato-la-ripresa
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/13/il-parlamento-europeo-boccia-la-troika-ha-aumentato-poverta-e-disoccupazione/912795/
- Come faceva a sapere UBS che Matteo Renzi avrebbe preso il posto di Letta a gennaio 2014?
http://vecchiefarabrutte.blogspot.it/2014/02/come-faceva-sapere-ubs-che-matteo-renzi.html
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