Ignazio Marino è un ottimo medico, un chirurgo e, senza dubbio, è un uomo onesto. MA il livore con cui liquida la sua esperienza romana, lo squalifica: mi spiace dirlo, ma l'ex Sindaco sembra incapace di capire cosa sia l'opportunità politica.
Ho difeso fino all'ultimo Marino e lo rifarei - cacciare un Sindaco da un notaio è anti democratico -, ma devo ammettere che la sua amministrazione - pur essendo di onestà specchiata (tranne la gaffe, antipatica e ancora da dimostrare dal punto di vista del presunto reato, degli scontrini) - non era stata all'altezza della gravissima situazione, ereditata dal passato; i romani da tempo non lo sostenevano più. La fotografia di Cantone ("A Roma illeciti sistematici") è stata inequivocabile.
L'indagine dell'Anac guidata da Cantone è un grido di dolore: corruzione diventata sistema, illeciti sistematici, irregolarità su asili, strade, servizi per anziani e disabili, case e canili. "Sistematica e diffusa violazione delle norme e ricorso generalizzato e indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica, con il conseguente incremento di possibili fenomeni distorsivi che agevolano il radicarsi di prassi corruttive". Servono altre parole? Ormai servono solo fatti. E, se mai, buon cinema, letteratura, arte, cultura, per combattere fenomeni che rischiano di diventare metastasi in una società evoluta.
Ecco più che "Un marziano a Roma", scriverei Balle spaziali. A Roma serve la Troika.
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