A quasi
dieci anni tondi dai massacri
contro i No G8/Genova, oggi i
No Tav in Val di Susa. Di mezzo, sempre le storture della
globalizzazione, male interpretata e male spiegata. Mentre la protesta degli ateniesi va sull'Acropoli, e si avvicina metaforicamente all'Olimpo (ma sull'orlo del Default...), i No Tav conoscono sulla propria carne l'inferno degli scontri. In realtà c'è un
fil rouge che lega Atene e la Val di Susa: succede quando i paesi sono
sull'orlo del baratro. Quando gli stati finiscono sotto gli attacchi degli speculatori, perché sono
al capolinea (
niente crescita, zero lavoro, troppa corruzione, pochi diritti e confusi...). Il '29 ha prodotto anche Hitler. Speriamo che l'Europa sappia uscire dalla crisi del 2009 salvando quel che c'è da salvare (innanzitutto: le nostre, seppur fragili e a volte violentate, democrazie, i diritti universali, i nuovi diritti dell'era digitale...) e rottamando quel che c'è da buttare (sprechi, corrotti e corruttori, debiti ipertrofici, disoccupazione giovanile record, gerontocrazie incapaci di capire la
generazione di Google, Twitter e Facebook, "
felice e sfruttata" ma creativa, chi non capisce che l'
economia e l'Agenda digitale potrebbero portare ossigeno e nuovi posti di lavoro nel Vecchio Continente...). Soprattutto chi non si rende conto che
i paesi che non crescono, finiscono per farsi del male.
M.C.
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