Ogni giorno la Stampa ci bombarda con notizie terrificanti sul crollo industriale italiano, mettendo invece in sordina il fatto che le nostre PMI generano ancora circa 490 miliardi di export , ovvero un valore pari ad 1/4~1/3 del PIl. Non noccioline.
Perché la stampa diffonde invece una fiducia immotivata nella borsa e nella finanza, invece che nell'economia reale? Perché "TUTTA la stampa, e' in mano a finanzieri e non ad industriali", risponde Uriel.
Invece di investire nelle aziende esportatrici italiane, con investimenti a basso rischio, tutta la stampa italiana vuole rende i suoi lettori speculatori, imbevuti di una "immotivata, suicida e rischiosissima fiducia nella borsa". Per poi "tosarli come pecore".
Le PMI italiane, che sono la spina dorsale dell'economia italia, meriterebbero prestiti ed investimenti, perché innovano ed esportano; invece la stampa vi invoglia ad investire in immobili e borsa. Ma dov'è Confindustria? Che cosa fa il giornale di Confindustria, invece di difendere la manifattura che ancora sostiene il Paese?
Invece di attaccare Beppe Grillo come vi chiedono certi editori, cari giornalisti, fermatevi a porvi qualche domanda. Sensata. In un Paese con oltre il 130% del Debito/Pil, con PIL in picchiata (-1,8%) anche nel 2013 - settimo calo consecutivo di PIL, un record figlio dell'Austerity- e stentata crescita nel 2014 (+0,4%, figuratevi!); in un Paesi che ha bruciato 26 miliardi di PIL, 23 miliardi di consumi, 249.000 attività economiche chiuse, messo a rischio 650.000 posti di lavoro
con un punto percentuale all'anno di perdita di competitività del
sistema produttivo. Insomma, direi che Confindustria e Sindacati tutti hanno di che riflettere.
L'Italia è al 69esimo posto nella classifica della libertà di informazione (fonte: rapporto del 2013 di Freedom House). Ma tutti questi Maestri di Giornalismo che se la tirano contro il M5S, dove si collocano rispetto a questa classifica? Su Marte, forse.
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