Flavia Perina fa un'acuta osservazione su Facebook: "Da anni la destra
parlamentare e/o estrema mostra orgogliosamente il dito medio ai
protestatari di qualsiasi protesta (studenti medi, donne, indignados,
NoTav, ricercatori, operai, disoccupati), chiedendo cariche di polizia,
arresti di massa e pene esemplari. Poi Berlusconi apre ai Forconi e come
per magia, la più impresentabile delle piazze diventa una causa
sacrosanta. Ridicoli".
Vero, ma dimentica - vuoto di memoria? - un fatto.
Il
rapporto fra Destra e piazza a me ricorda la fine della Repubblica di
Weimar o la vigilia del Golpe di Pinochet, con lo sciopero dei camionisti, le "code lunghe, il gasolio quasi
scomparso, le merci che scarseggiano nei supermercati, le strade
sbarrate, i blocchi autostradali, le ritorsioni nei confronti di chi non
si ferma, basta un niente e ti tagliano le gomme". Poi, si sa, la
Storia quando si ripete, da tragedia si trasforma in farsa. (Cmq i
forconi esprimono una rabbia più che comprensibile: che il sangue
ribolla, sia a destra che a sinistra).
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