Chi scrive non è una fan di Travaglio, che rispetto e leggo solo talvolta, e di cui mi annoierei a leggere i libri (non me ne voglia: credo che faccia opera meritoria a scriverli, ma mi divertono di più i suoi interventi su l'Espresso). Chi scrive però trova disgustoso che i giornali del Cav. aprano con le immagini di un direttore di un'altra testata, Il Fatto Quotidiano, rimasto in mutande durante il terremoto di Torino. Sembra che Sallusti & Co., dal "Metodo Boffo", siano passati alle "mutande di Travaglio". Immaginiamo che avrebbero preferito ben altro scoop: scoprire una stagista sotto la scrivania dell'acerrimo nemico del loro editore, ma così non è. L'unico "rimasto in mutande" è per l'appunto il Cav., che ha dovuto restituire i 500 e passa milioni a Carlo De Benedetti. E giustizia è fatta.
Oggi invece ho trovatointeressante l'editoriale di Ostellino sul Corriere della Sera. Se il centro-destra ripartisse da quell'articolo, senza mettere "in mutande" i suoi nemici, avrebbe di che guadagnarci. In serietà. E in pensiero liberale. La stampa libera, Mister Sallusti, non è il "Metodo Boffo" o l'Hacking Journalism dello Squalo. La libera Stampa è quella di scuola anglosassone, Watch dog. E se un giornalista scrive con i boxer o in pigiama... a noi interessa ciò che scrive, non cosa indossa mentre scrive!
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