Eppure noi europei avremmo tanto da dire e da fare, noi che il nazismo, il nichilismo fascista della "bella morte", lo abbiamo - ahimé - creato, e - ahimé - subìto.
La soluzione? Investire a lungo termine in una lenta e difficile riconciliazione, mentre la politica fa la sua parte (due Stati, due popoli). La riconciliazione riparte dai banchi di scuola. Se sapremo creare, con fondi europei, scuole miste con personale didattico israeliano e palestinese, ad insegnare a bambini israeliani e palestinesi, potremmo forse porre le basi per una tregua duratura. Reimagginando il futuro, partendo dai bimbi piccoli, sterilizzando la propaganda cieca e sterile degli adulti. La Pace è un cammino, lungo, complicato, su un terreno irto di difficoltà, ma è anche un progetto, coraggioso, dalla veduta lunga, per le prossime generazioni.
Invece "l'abitudine alla guerra indurisce chi la contrae, sciupa la democrazia. In Israele, allarga il fossato tra arabi e ebrei, religiosi e laici. Vincono gli integralisti (...). In tal caso non si tornerebbe solo alle guerre nazionaliste europee, ma alle più antiche guerre di religione. Stupefacente imitazione, per un paese dove l'Europa è sì cattivo esempio" scrive saggiamente Barbara Spinelli.
- Repubblica.it: Le conseguenze della guerra di BARBARA SPINELLI
- Rondine: We choose young people who reject war to become tomorrow's leaders
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