martedì 23 aprile 2013

Il Welfare non va abolito, ma riorganizzato

Due date importanti segnano la civilità occidentale. La rivoluzione francese (1789), che mette fine alla nobiltà e stabilisce l’uguaglianza fra i cittadini, oltre alla nascita dello Stato moderno. La seconda è quella del 1942, quando in Inghilterra il rapporto Beveridge dà forma al welfare state. Il Welfare non va affatto abolito, ma salvato con una sana riorganizzazione. Allontanando la politica dalla sanità (la sanità sta alla politica come il miele alle api: facciamola finita!); e dicendo a chi è ricco di contribuire di più.

Al governo che sta per nascere chiediamo tagli per 50-60 miliardi di euro, in modo da liberare risorse per ridurre le tasse in maniera consistente, e generare crescita subito. Quindi, non abolite il Welfare, ma tagliate gli sprechi, abolite le province eccetera. Il enominatore conta più del numeratore nel Rapporto Debito/PIL!

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