I segnali di ripresa a livello globale si rafforzano, il 2014 è andato meglio del previsto, nonostante il buco nero dell'Europa.
- Il prezzo del petrolio greggio, sotto i 60 dollari al barile, fa soffrire Russia, Venezuela ed Iran, ma permette di tagliare i costi di produzione e dunquei prezzi. Gli Stati Uniti, autosufficienti grazie ai massicci investimenti per l’estrazione dello shale gas (nonostante i costi ambientali del fracking), si godono una ripresa robusta.
- Il declino del tasso d’interesse, negli Stati Uniti come in Europa, dà un po' di fieto al Vecchio Continente. Solo l'Italia potrebbe metter via 6 miliardi (da non sperperare nelle Olimpiadi: quelle di Los Angeles del 1984 furono per intero finanziate da privati).
- Capitolo Cina: l'aumento del Pil è superiore al 7%, mentre la Borsa di Shanghai è in peno boom con un impressionante +27% su base annua.
- Preoccupazione Giappone: lo stimolo fiscale e monetario dell’Abenomics non ha dato la sveglia al paese, in stagnazione da 20 anni, addirittura ripiombato in recessione.
- Sorpresa Stati Uniti: il rafforzamento del dollaro, la performance economica (nel terzo trimestre con + 4% del PIL), il miglior risultato dopo la Cina tra le economie più grandi, l'afflusso di investimenti, inflazione bassa, crescita dei salari e dell’occupazione, domanda sostenuta.
- Timori Europa: il rallentamento della Germania, è dovuto anche alle tensioni geopolitiche con la Russia; si teme l'effetto contagio per gli altri paesi.
- Situazione internazionale: contesa Russia-Ucraina; dispute marittime tra Cina e Giappone; conflitto
israelo-palestinese; trattativa con l’Iran per la dotazione
nucleare; insurrezione dell’Isis in Iraq e Siria.
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