Vi ricordo che, essendo nata nel '70, la mia giovinezza è stata scandita da donne politiche della DC come Rosa Russo Iervolino e da giornaliste come Angela Buttiglione, tanto per dire. (Per fortuna c'erano anche Oriana Fallaci e poi Emma Bonino, se no, saremmo emigrate in massa!). Tutto questo preambolo per dire che, se Maria Elena Boschi diventerà mai la prima donna Presidente del Consiglio in Italia (nel 2023?), non sarò io a stupirmi. E aggiungo che, pur non avendo nulla da spartire con una Hillary Clinton (donna più tosta, ma con molte più ombre - a partire dall'arroganza delle email private), a me ricorda la sua tenacia. Una testardaggine aretina che è molto efficace.
È vero: i ghibellini aretini, che sconfissero i guelfi senesi nella battaglia delle Giostre del Toppo, vennero poi asfaltati dai Guelfi fiorentini (fra cui Dante Alighieri che lì rischiò la vita) nella battaglia di Campaldino dell'11 giugno 1289. Ma fu lì che Firenze capì le sue potenzialità.
In quella battaglia fu decisivo il comportamento delle riserve: l'atto di insubordinazione di Corso Donati, allora podestà di Pistoia, che guidò la carica verso il fianco destro dei ghibellini, separando i cavalieri dai fanti, permise di accerchiare la cavalleria ghibellina, decidendo le sorti della battaglia, fino a quel momento incerta. Si contarono circa 1700 morti, da parte ghibellina; da parte guelfa se ne contarono circa 300. La vittoria dei Guelfi, dovuta a Corso Donati, fu storica ed impresse la progressiva egemonia di Firenze sulla Toscana. La fine del bicameralismo perfetto segna un passaggio epocale.
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