La Rete ha asfaltato l'industria musicale. Il Web ha messo in ginocchio gruppi editoriali vecchi di un secolo ed oltre. Internet ha messo sotto pressione le Telco, ora costrette a un risiko per sopravvivere. E i Morozov si chiedono perché la politica non stia poi tanto bene? Che lo vogliate o no, la Rete avrà un impatto su tutto. Su ogni aspetto della società. Politica compresa: la delega mostra le rughe. Poi, certo, da qui a dire che cosa accadrà fra 5 anni, nessuno di noi ha la sfera di cristallo.
Scimmiottare Morozov in un Paese ad alto tasso di analfabetismo telematico, divario culturale e digitale, fa un po' sorridere.
Se poi volete dire che l'utopia è una distopia, concordo; ma non è questo il punto. E lo dimostra il fatto che il "caso Prism" non ha (per ora) un impatto, se non limitato, sulla realtà: gli utenti finali preferiscono godere dei vantaggi della Rete, pur rischiando lo scotto del tecnocontrollo e della perdita della privacy. Lo sanno, ma ritengono i vantaggi enormemente superiori agli svantaggi.
La partita in gioco è il Rapporto Prezzo/qualità. I vantaggi offerti dalla Rete superano gli svantaggi (il prezzo da pagare in termini di privacy e tecnocontrollo). Per superare gli svantaggi, l'utente finale imparerà a sfruttare al meglio il kit di sopravvivenza (le Difese anti cyber Monitoraggio e anti censura). Il gioco consiste nel passare al livello 2: diventare più consapevoli. Non nel tornare al mondo pre-Internet.
Ma Casaleggio, pur con i suoi limiti, ha ispirato un MoV che ha preso il 25% di voti, i nostri tecno-scettici hanno ispirato Ingroia, neanche entrato in Parlamento. Trova le differenze.
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