«I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita; del resto, diciamo la verità: che monotonia un posto fisso per tutta la vita! è più bello cambiare, avere delle sfide, purché siano in condizioni accettabili e questo vuol dire che bisogna tutelare un po’ meno chi oggi è “ipertutelato”, tutelare un po’ di più chi, oggi, è quasi “schiavo” nel mercato del lavoro o proprio non riesce a entrarci.»
Il discorso di Mario Monti fila liscio se dice che fra schiavi e ipertutelati, dobbiamo trovare "la quadra" (in medio stat virtus...).
E qui ci siamo. Un duro attacco alle ipertutele, enfatizzate negativamente dal prefisso, messo in contrasto con i quasi-schiavi.
Nutro però (irragionevole?) dubbio che in Italia si riescano a mettere in piedi ammortizzatori sociali ed incentivazioni per sostenere la flessibilità, e per “recuperare” i lavoratori over 40-50 che rischiano di uscire dal mercato del lavoro... Il lavoro non monotono - SENZA il reddito minimo di cittadinanza - condanna i cittadini alla fame? O no?
Il mito del posto fisso non ce l'abbiamo. Però, noi mai-tutelati, vorremmo accedere a un minimo di tutele. Prima o poi...
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