Nessun moralismo su Fabio Fazio: la nostra è una denuncia contro il nepotismo e le raccomandazioni, un male endemico italiano che sta rovinando la principale industria culturale in Italia, la RAI. La nostra è una denuncia contro le voragini di bilancio che rischiano di mandare in rosso la RAI mentre noi paghiamo il canone - e più canoni se si possiedono più case. Scrive Aldo Grasso: "Decide il mercato, soldi ben spesi se il programma ha un buon ritorno pubblicitario. Calmierare i compensi è opportuno". Benissimo, vero. E agginge: "Se c’è da calmierare i compensi, la battaglia è più che giusta.
Se c’è da promuovere una campagna di «pulizia etnica» per restituire
verginità a Viale Mazzini bisognerebbe cominciare a denunciare tutte
quelle persone che occupano indegnamente un posto, dirigenti compresi,
tutti quei conduttori che sono stati messi lì grazie a una
raccomandazione e fanno flop, tutti i «fornitori» che profittano di un
intervento dall’alto. Ho più volte criticato «Che tempo che fa» ma
dovessi stabilire un ordine nell’epurazione non mi sentirei certo di
considerare la trasmissione una priorità". Verissimo. Però facciamo questa battaglia. Non per moralismo, ma perché gli italiani sono stufi di pagare il canone su ogni casa, per vedere una RAI inguardabile.
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