Il blog Vecchiefarab(r)utte è dedicato a tutte le donne (e cyber-attiviste) che in Italia quotidianamente subiscono (o avvertono) discriminazioni in base al sesso e sono sottoposte alle (dis)pari opportunità
martedì 31 gennaio 2012
La RAI e la dignità delle donne
Associazione Pulitzer: Donne e media, appello al Direttore Generale della RAI, Lorenza Lei
lunedì 30 gennaio 2012
La borsa di Lagardere brandita come un simbolo del Potere...
I ragazzi di Google e Bcg che mostrano al mondo le "mirabilia" dell'economia digitale, sono invece easy, rapidi e scaltri come volpi all'assalto dell'uva: il grappolo è loro, signora Lagardere. Abbandoni i brand esibiti, l'ostentanzione della borghesia haute-couture, e si rimbocchi le maniche. I BRIC corrono, e senza ostentare marchi. Le ex "infradito" di Mark Zuckerberg portano più lontano delle sue famose Louboutin...
venerdì 27 gennaio 2012
Giorno della memoria
e io non dissi nulla
perché non ero comunista.
Poi vennero per i socialdemocratici
e io non dissi nulla
perché non ero socialdemocratico
Poi vennero per i sindacalisti,
e io non dissi nulla
perché non ero sindacalista.
Poi vennero per gli ebrei,
e io non dissi nulla
perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.
(Martin Niemöller)
martedì 24 gennaio 2012
Come funziona la SHOCK Economy?
L'obiettivo? Impaurire in modo subdolo i cittadini, incutere il terrore che siamo "vicino al baratro", rendere la popolazione insicura su tutti ciò in cui credeva in precedenza. Creare uno Shock paradigmatico, in cui poi presentare i nuovi Dogmi (economi, iperliberisti) come l'unica ricetta possibile. A quel punto i cittadini, atterriti dalla mancanza di benzina - dai prezzi alle stelle, dalla paura di insurrezioni - accetteranno ogni cosa. Qualunque decisione poltica ed economica del governo. Il bastone e la carota. That's economy, baby!
Divo Giulio, il lato oscuro del potere
Antonella Beccaria, Giacomo Pacini pubblicano il Divo Giulio,Vita e potere di Giulio Andreotti in una biografia senza filtri. Tutte le ombre dell'uomo che ha dominato la politica italiana del dopoguerra.
Riporto dalla scheda dell'editore di Nutrimenti: "È inimmaginabile per chiunque la quantità di Male che bisogna accettare per ottenere il Bene", dice il Divo ritratto nel film di Paolo Sorrentino. E Giulio Andreotti, l'uomo in carne e ossa, di male ne ha attraversato tanto – o quanto meno di realtà opache. Fin dai tempi della Seconda guerra mondiale e dei suoi rapporti con i servizi segreti alleati, proseguendo con la stagione dei dossier, l'esplosione del terrorismo, le coperture degli stragisti neofascisti, il delitto Moro, l'allestimento di apparati non ortodossi, come Gladio e l'Anello, fino alle clientele necessarie per raccogliere consenso e ai rapporti ambigui con la mafia.
Ma Andreotti è stato il maggiore statista italiano del Novecento o il grande Belzebù che si è nutrito della parte più oscura della storia nazionale? Quello che è certo è che ripercorrere la sua vicenda politica, senza pregiudizi ma anche senza timori, significa attraversare tutti i maggiori scandali italiani dal dopoguerra a oggi. Questo libro ricostruisce per la prima volta l'intera storia politica, quella ufficiale e quella inconfessabile, del 'grande vecchio' dell'Italia del Novecento, tracciando un percorso inquietante dentro le ombre più dense della Prima Repubblica".
Antonella Beccaria, giornalista e scrittrice, ha pubblicato NoSCOpyright – Storie di malaffare nella società dell’informazione (2004), Permesso d'autore (2005), Bambini di Satana (2006), Uno bianca e trame nere (2007), Pentiti di niente (2008), Attentato imminente (2009), Il programma di Licio Gelli (2009), E rimasero impuniti (2010) e Schegge contro la democrazia (2010).
giovedì 19 gennaio 2012
Il nuovo contratto unico
martedì 17 gennaio 2012
Il lessico di Bombassei: mai una volta la parola "digitale"
Ma quand'è che l'establishment italiano uscirà dal XX per entrare nel XXI secolo?
E non solo dandosi una rinfrescata su Twitter o presentandosi all'appuntamento Tv con il tablet o lo smartphone alla moda, please.
- Corriere.it: Bombassei esce allo scoperto: «I 10 punti per la mia Confindustria»
- ITespresso.it: L’Agenda Digitale è priorità di AgCom: quando lo sarà del Governo Monti?
lunedì 16 gennaio 2012
L’Austerità permanente e la sirena del Default Sociale. La classe non è acqua
Il pezzo di Franco Berardi Bifo è come sempre lucidissimo. Scrive Bifo: "Le manovre che Monti sta realizzando sono esattamente quelle che Berlusconi aveva promesso nelle sue lettere d’intenti, preparano una devastazione della società italiana, una recessione di lungo periodo e un conseguente aumento del debito che si pretende di voler sanare. La manovra Monti è del tutto coerente con i processi di impoverimento e imbarbarimento della vita sociale, e la cancellazione dei diritti del lavoro".
Qui obietterei: ma i diritti dei lavoratori non sono - de facto - già cancellati da oltre un decennio? E, poi, la recessione è già europea, con o senza Monti; a questo servono le "liberalizzazioni", per sbloccare e dis-ingessare (se non iberare) energie intrappolate da una struttura economica già "troppo inibita". Creare nuovi posti di lavoro, non è meglio che non crearli e distruggerli come fa l'Italia da anni?
Continua Bifo: "La cacciata della FIOM, un sindacato che rappresenta un terzo dei lavoratori della FIAT, dal luogo di lavoro è il punto di arrivo dello smantellamento del diritto di organizzazione sindacale e politica che permette ai lavoratori di difendere i loro interessi e la loro vita. Il padronato italiano, incapace di pensare una via d’uscita dal disastro che il liberismo ha provocato, sa immaginare solamente questo: spogliare la società di ogni difesa, sfruttarla ferocemente per permettere alla classe finanziaria di avere ancora qualcosa da rapinare".
Qui leggo il grande Bifo di sempre. A difendere un establishment, gerontocratico, troppo spesso irresponsabile, godereccio e simile al comandandante del Titanic (o della nave al Giglio), non sarò io... La FIOM paga non solo per le sue presunte rigidità, ma soprattutto per l'irresponsabilità e le incapacità del management voluto da anni ed anni dalla famiglia Agnelli.
Prosegue Bifo: "Del resto Monti lo aveva detto, nel giorno in cui il suo governo si costituiva: la riforma Gelmini e la rivoluzione Marchionne sono le sue stelle polari. E’ difficile pensare che la società possa produrre in tempo gli anticorpi per poter contrastare, fermare la
devastazione. Mi pare che la trappola è ormai scattata".
A tutti i giornali della galassia di sinistra che hanno sempre "lisciato il pelo" ai movimenti, agli anti-berlusconiani (purché anti-b)... Questo è il conto, un conto salato: chi era contro la Riforma Gelmini, come fa oggi a essere a favore? Non conveniva - allora - dire la verità, distinguere, invece di buttar via tutto (l'acqua sporca con il bambino), che cosa andava e che cosa no nella "riforma Gelmini"? Perché sposare tutte le proteste (purché no-b), sapendo che poi sarebbe arrivato un governo (appoggiato anche dal centrosinistra) che avrebbe distinto, che avrebbe adottato certi luoghi comuni delle riforme in atto...? Perché certi giornali illudono, per poi deludere acriticamente? Perché appoggiare, obtorto collo, il Referendum sull'Acqua, quando la tua parte politica è pro-liberalizzazioni...? Tante domande, nessuna risposta. Ma Bifo mette il dito nella piaga, esacerbando tutte le contraddizioni.
A Bruxelles sono state sancite due verità: la sudditanza della società alla finanza e l'Austerità permanente. Qui è difficile dare torto a Bifo: è ovvio che questa crisi ha portato la Finanza, con le sue logiche, al Potere, senza più necessità di finzioni o ipocrisie. Ma questo è un bene, perché "dire pane al pane, e vino al vino è un dis-velamento, sempre positivo. Certo è un dis-velamento che paralizza: ora che so chi comanda; ora che so chi è al Potere; ora che sono caduti i veli (che da 30 anni, mitigavano un po' le pudenda...), che fare? Niente: la domanda lenista cade letteralmente nel vuoto. E, il suo cadere, non rimbomba neanche più. E' come l'albero che cade nella foresta: se nessuno lo sente crollare fragorosamente, è come se la caduta non fosse mai avvenuta.
"Il dispositivo di impoverimento e imbarbarimento è ormai in azione, non esistono le condizioni
politiche per smontarlo. Il problema è come reagirà la società europea. “… tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi: la locomotiva ha la strada segnata, il bufalo può scartare … ” (Francesco de Gregori). Dal momento che la logica predatoria si installa in una sfera che non può essere né governata né contrastata dalla volontà politica, l’opposizione sociale appare incapace di contrastare efficacemente la predazione".
Appunto: la paralisi. Gli anticorpi sono come la "particella di sodio": soli. Incapaci di muoversi.
Bifo però ha - o crede di avere - una controstrategia. "In quali forme allora la resistenza potrà manifestarsi? La strategia che sta emergendo spontaneamente – ma che andrebbe elaborata in maniera consapevole ed esplicita – è quella che punta a svuotare il potere della moneta, a far saltare i termini stessi dello scambio economico. E’ la strategia dell’insolvenza".
Ma non il Fallimento, il Default. Ma l'insolvenza sociale: "Il Default nazionale non è la soluzione, è parte del problema. Dobbiamo ragionare invece in termini di insolvenza sociale
perché è l’intera società che deve rifiutarsi di riconoscere il vincolo monetario. Stampare denaro sarebbe la cosa migliore da fare, se ne fossimo capaci. Ma sembra sia molto
difficile stampare euro (l’euro è stato creato a prova di falsari, fino all’auspicata prova contraria), perciò le comunità debbono cominciare a creare spazi della vita quotidiana – della produzione, dei servizi, dei consumi – che non si sottomettano ( o si sottomettano sempre di meno) al dominio monetario".
Questo passaggio è poesia per chi crede nelle Utopie. Anche se poi, Bifo va decisamente oltre: "Le banche del tempo sono un primo esperimento in questa direzione, ma altri, ben più efficaci, occorre inventarne. Batter moneta locale o creare web-money spendibile nella vita quotidiana. Sottrarre spazi crescenti dello scambio di merci e servizi al danaro ufficiale.
Creare servizi di comunità che funzionino secondo un principio interamente o parzialmente extra-monetario. E anche, naturalmente, costruire azioni di appropriazione di massa, occupazioni di luoghi pubblici e privati, sabotaggio informatico dei programmi di controllo finanziario".
Bifo propone di disegnare linee di fuga contro "Recessione e Finazismo": costruire T.A.Z. di resistenza al dio-denaro.
Conclude Bifo: "Insolvenza significa inoltre emancipazione dal vincolo semiotico che costringe l’intelligenza collettiva entro un paradigma che ormai funziona soltanto in maniera regressiva. Dal collasso dell’Europa finanziaria può nascere un processo di autorganizzazione del general intellect a livello continentale, un processo di formazione delle condizioni politiche di quella forma post-capitalista della produzione sociale che il collasso del capitalismo finanziario ci chiede con urgenza di pensare".
Siate contrari o siate a favore, ammettetelo: Bifo sa sempre rendere affascinante anche l'Austerty. Sa condire di utopie anche gli Incubi peggiori della Post-democrazia. Che dire? Il dibattito è quanto mai aperto.
M.C.
- Facebook: Il bisonte e la locomotiva
Il Titanic del Giglio, metafora di un paese?
venerdì 13 gennaio 2012
Il Paese dei Balocchi dove anche un poveraccio può comprarsi una macchina da 300.000 euro
- YouTube: Balasso Testimonial
mercoledì 11 gennaio 2012
La lotta all'evasione fiscale in un'app
- Blog PinoBruno.it: Tassa.li ed evasori.info: diamoci da fare
La ricetta? Ridare dignità al futuro, ritrovare una visione per il futuro
Chi ancora crede nelle utopie, nella possibilità di intervenire sul futuro in maniera democratica - e non solo subire passivamente -, ha un arduo compito: dare una visione del futuro. Riprendere in mano la cassetta degli attrezzi, anche quelli di Marx non è poi male, e forgiare un'utopia, post-ideologica, di società verso cui tendere.
Facile? No, difficilissimo. Ma a sinistra, a chi rispolvera il "mito ottocentesco, nichilista in quanto mortifero" del bombarolo, chi ancora crede in qualche brandello di utopia, ha il dovere (etico) di contrapporre visioni - offrire risposte: le bombe sono la morte. Viva la muerte era lo slogan fascista dei franchisti spagnoli. La morte non è mai la risposta. La morte è un punto, senza "a capo", ma con il nulla-eterno davanti a sé. A chi oggi si sente alienato, tagliato fuori da un futuro che lo respinge, bisogna offrire non solo una chance di vita (come al discount della salute!), non solo un'opportunità di riscatto (come al supermarket delle religioni!), ma una vera "cassetta degli attrezzi" per costruire un futuro: non solo un "futuro migliore" (roba da oroscopo), ma un "futuro critico, atttrezzato e realista come solo le utopie sanno dare" sotto il profilo dell'ecologia, della società, della cultura umanista e teclogica, dei rapporti interpersonali, della formazione scientifica, dei saperi, della politica... Senza cadere nelle distopie, ridiamo dignità al futuro. Ridiamo una visione ai nostri sogni, costruiamo insieme il nostro futuro, il futuro dei nostri figli.
Conclude Barbara Spinelli, nel suo pezzo per La Repubblica: "È giudicare quello che abbiamo e facciamo - terra, clima, politica - alla luce delle parole di Alce Nero, il capo Sioux: "La terra non l'ereditiamo dai nostri padri, ma l'abbiamo in prestito dai nostri figli".
Ispirarsi ai Sioux è di buon auspicio, per fare il vuoto dentro di sé, rivoluzionare il nostro approccio al mondo, guardare il futuro con occhi nuovi. Il futuro dipende da noi: non sprechiamolo. Reinventiamolo, reinventiamoci.
m.c.
- Repubblica.it: Come dare dignità al nostro futuro di BARBARA SPINELLI
- Esclusivo La bozza del nuovo trattato Ue
giovedì 5 gennaio 2012
Invoca Mengele contro le donne di "Se non ora quando"
- Repubblica.it: Torino, prof neo-nazista su Facebook: "Potrei fare una strage in sinagoga"
lunedì 2 gennaio 2012
Omsa? No, grazie!
- Blog ViolaPost: Un impegno concreto per il 2012: Mai più Omsa