Disorientare, scrivere una cosa e il suo contrario, infierire con una frase ad effetto, giocare con i sentimenti - ventilarli e sempre negarli -, invitare/disdire, umiliare e mortificare, togliere ogni certezza ad una donna apparentemente sicura di sé: le tattiche del seduttore/carnefice sono innumerevoli. Soprattutto se il sopraffino DonJuan virtuale, l'intellettuale sempre indignato, negherà sempre di aver voluto intendere altro da ciò che effettivamente ha detto e scritto, tutto sempre e solo sul filo dell'ambiguità, del doppio gioco, dell'ambivalenza. Tutto sempre e solo a suo favore, mai a vantaggio della vittima. Il seduttore non infrange mai le regole, è sempre ultracorretto, formalmente ineccepibile, ma vuole fare "tabula rasa" della sua vittima: rubandole l'anima, sfilandole le competenze, soffiandone le indiscrezioni... Il seduttore/carnerfice si annida laddove meno ve l'aspettate, ma è il compagno premuroso della vostra amica, il marito più affidabile della vicina di casa, il professionista affermato. Ovviamente negherà di essere sia un seduttore che un carnefice, ma miete vittime nelle segrete stanze. Tanto sa che ne uscirà sempre innocente, perfettamente lucido e solidamente affidabile: è la vittima l'instabile, quella che ha travisato, quella che si è illusa. Tutto sul filo del rasoio del misunderstanding.
"Dear Brutus" is a play about what could happen if we were given the magical chance of recovering something from our pasts, and the exploration of change, if any, which that recovery might or might not bring. In short, it suggests that we should quit whining about what "might have been."
Dear Brutus, non affondare il coltello per piacere: le 23 coltellate di Cesare, risparmiacele, anche se "Cesare deve morire" per instaurare la tua verità storica.
- YouTube: Rimmel (Francesco De Gregori)
- PaperBlog: L'imbroglio
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