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Anche se c’è un danno cerebrale, i nostri figli crescono e gli ormoni quelli sono. I danni cerebrali a volte provocano modifiche fisiche significative (bava alla bocca, incapacità di camminare) ma la voglia di affetto, di un abbraccio, di un rapporto c’è sempre. Però nessuno dei normali si sofferma su questo problema: per tutti il disabile è un “infelice” (come si diceva una volta) e non un essere umano con i suoi sentimenti e i suoi bisogni. Forse si considera il disabile un angioletto puro, a volte brutto da vedere (altro che i puttini del Mantegna!) ma comunque un qualcosa amorfo e non un qualcuno".
Una storia vera, di
grandissima, toccante umanità. Chi ha disabili in famiglia, sa che cosa può - e deve - fare una
madre (anche
quelle che ogni tanto "sbroccano", perchè si sentono incomprese in una società che divora tutto alla velocità della luce senza dare spazio e tempo ai sentimenti autentici... capita visto che "
non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire").
Grazie al film "Quasi amici", un altro tabù che cade: era ora!
M.C.
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