Quando qualcuno proclama l'Austerity, la invoca sempre per qualcun altro. La sindrome Nimby: mai nel mio giardino, ma se il mio vicino deve essere messo "a pane e acqua", ben venga. Ma quando il Quirinale non taglia di un euro le sue spese, e proclama l'Austerity per gli altri, ci lascia basiti. Non dubitiamo che il professor Giavazzi abbia ragione: "Alti dirigenti dello Stato che asseriscono l'impossibilità di tagliare anche di un solo euro la spesa pubblica, difendono l'assoluta necessità dei 30 miliardi che ogni anno lo Stato trasferisce ad imprese pubbliche e private: tutti essenziali, e soprattutto quelli destinati alle aziende nei cui consigli di amministrazione essi siedono da anni".
Ecco, l'Italia della sindrome NIMBY: l'Austerity fatela voi, che a me vien da ridere! E i tagli, meglio all'erba del vicino - che, si sa, è sempre più verde.
E invece che strafogarci di tasse, avrebbero dovuto tagliare la spesa pubblica. Ed investire in Digitale e IT, come Roosevelt investì in cultura come risposta alla crisi del '29.
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