martedì 13 settembre 2011

BEJING CONSENSUS. Spread oltre i 400 punti: immaginati un futuro in Foxconn!

Borse volatili, spread impennati, Btp record. Ma la Cina potrebbe correre in nostro sorccorso. Pechino potrebbe lanciarci una scialuppa di salvataggio come già ha fatto con gli Stati Uniti (salvo poi rimproverare gli americani di essere "troppo spendaccioni" invitandoli a darsi una regolata!) e vari paesi africani. Ebbene sì, il "modello Foxconn", cacciato fuori dalla finestra, potrebbe entrare a Termini Imerese o a Pomigliano d'Arco, passando per il portone principale.

Chi non ha voluto il "modello Toyota" del just in time e della loan production, ora potrebbe essere costretto a rileggersi Dickens. Ma che cos'è il "modello Foxconn"?

Il 10 del mese è il giorno mogliore degli operai di iPad e iPhone: prendono la paga. 130 dollari per 240 ore di lavoro. Pari a 51 centesimi all’ora. Chi lavora per Apple lavorava 70 ore alla settimana, ma – dopo le polemiche e i morti – il monte ore si è abbassato a 60 ore settimanali (sempre per 51 centesimi all’ora), mentre secondo Forbes Mister Gou (di Foxconn) ricava un valore netto di 5.5 miliardi di dollari e Steve Jobs (Ceo di Apple) pari a 6.1 miliardi di dollari.

Come si vive dentro Foxconn? Ce lo spiegano Gizmodo USA e Wired USA. Lo stabilimento di Foxconn a Shenzen, in Cina, con 2,1km quadrati, è una vera e propria casa per i suoi 420.000 dipendenti. Gizmodo ha compiuto un vero viaggio nel luogo dei nostri gadget preferiti.

Esiste un dormitorio maschile, mentre alle donne sono riservate strutture a parte.

Dopo l’ondata di suicidi d’inizio 2010, ogni edificio della cittadella di Foxconn è stato circondato da reti. Non rigide, ma efficaci: da quando sono state istallate le reti lo scorso giugno, erano terminati i suicidi. Fino all’ultimo suicidio.

Corridoi ed entrate sono tassativamente vuoti, oltre che in penombra e tenuti a bassa temperatura per risparmiare energia, e per permettere ai lavoratori del turno di notte di riposare di giorno senza interruzioni.

In quattro letti a castello dormono otto lavoratori, in una camera delle dimensioni di un garage da due posti macchina. Ogni operaio Foxconn guadagna 51 centesimi di dollaro l’ora per 70 ore di lavoro alla settimana. Il necessario per la pulizia personale viene tenuto dentro apposite tazze sugli scaffali.

Ad ogni piano c’è una sala per guardare la TV. Ricordiamo che questa è la fabbrica non solo degli iPhone e iPad, ma anche degli schermi giganti, per i più grossi brand al mondo.

Gli attrezzi per allenarsi fisicamente si trovano all’aperto, tra un edificio e l’altro. I dipendenti si mettono in formazione, come sono abituati a fare fin dalle scuole elementari. In uno dei dormitori più nuovi, i lavandini sono in condivisione su balconi senza coperture, dove gli operai si lavano e risciacquano i panni. Lo stabilimento è affidato in gestione ad una compagnia esterna della zona, per indirizzare verso altri le lamentele in merito alle condizioni di vita degli operai.

I turni dentro Foxconn durano in media da otto a dieci ore al giorno. L’università interna rilascia lauree e titoli di studio riconosciute anche fuori da Foxconn. Gli impiegati si pagano l’istruzione o si guadagnano borse di studio in base alle loro performance.

Dove mangiano? Gli impiegati in una food-court di un livello superiore diversa dalla mensa in cui migliaia di operai sono costretti a nutrirsi ogni giorno. I fornitori di cibo portano piatti di diversi tipi che rispecchiano le abitudini culinarie di differenti aree del Paese in quanto i dipendenti lavorono migliaia di chilometri lontano da casa.

E l’intrattenimento e il tempo libero? Nel campus si affollano negozi in stile centro commerciale. Al “Cyberfox Café”, gli operai possono guardare video, giocare ai videogiochi e navigare su internet. Ci sono aree separate e zone riservate alle donne. Ci sono anche “posti per le coppie” per coloro che vogliono, come dire, guardare un video insieme. C’è una zona riservata all’uso della Xbox.

Foxconn permette ai colossi Hi-tech di macinare profitti. Concludiamo questa prima parte del viaggio di Gizmodo e Wired con le parole di Federico Rampini (super esperto di globalizzazione, Cindia e Occidente Estremo), a proposito delle ultime trimestrali stellari a Wall Street (anche per merito di Apple) nell’era della delocalizzazione: “Nazione povera, capitalismo straricco. E’ il paradosso dell’economia americana: si sta chiudendo un trimestre con profitti record per le grandi aziende Usa. Che però non investono e non assumono, perché non hanno fiducia nella spesa dei consumatori“.


Chissà se ci lasciano Internet libera o ci chiedono anche un bel filtro, un super firewall stile Birmania, Cina o Iran, giusto per un po' di censura online.


SE PECHINO COMPRA I BOT ITALIANI, DOVREMO PIEGARCI AL BEJING CONSENSUS? Giusto per saperlo, mica per disfattismo. Non siamo anbti-italiani, ma più realisti del (distratto) re ;)

* Fonti: Gizmodo: Ecco come vivono gli operai di Foxconn
* Melamarcia: Globalization/Come si vive a Foxconn. Mentre Wall Street prospera e l’America diventa povera

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