Una parte crescente delle famiglie italiane incontra difficoltà (a volte) gravi nell'orare i
mutui. Ma una parte della cosiddetta
classe dirigente, invece di accendere un mutuo o utilizzare risparmi per comprare casa, preferisce le
scorciatoie: chiedere case a
Enti pubblici et similia, sfruttare
favoritismi e accedere a
privilegi. Il
Pio Albergo Trivulzio, l'ospedale
Policlinico di via Francesco Sforza, l'ex
Opera Pia Colleoni (eccetera eccetera) hanno costruito
nei secoli patrimoni di inestimabile
valore (in realtà: da estimare, eccome! per trasparenza e glasnost verso tutti, chiudendo la porta a reciproche accuse di favoritismi). Patrimoni frutto di
donazioni di
facoltose (e generose)
famiglie milanesi e lombarde (...che a volte servivano a "espiare peccati molto terreni" ed ad "aspirare ad una fetta di Paradiso" all'atto dell'estrema unzione!) che rappresentano una
grandissima risorsa degli enti ospedialieri (e non solo) lombardi. Utili, in tempi di "vacche magre" (e debito elevato), per molte cose.
Queste immense risorse (composte da appartamenti, palazzi, opere d'arte eccetera), a che cosa dovevano e devono servire? Erano state donate per offrire un'
opportunità ai meno abbienti: erano atti di
beneficenza verso il Quarto Stato (che era escluso da tutto nei secoli passati). Atti di
solidarietà molto simili alla beneficenza di
Bill Gates (donare il 50% del proprio patrimonio) e al concetto di
Big Society del Premier britannico David Cameron, quando all'epoca il Welfare non esisteva.
Vedere questo patrimonio "mal gestito", "svilito" ed elargito "non a chi ha bisogno" bensì a chi "fa comodo", è scandaloso. Sono 30 anni che a Milano si parla di queste cose: fare una stima del patrimonio e darlo in
affitto a prezzi di mercato, è un
dovere di questi Enti pubblici, per reivestire queste entrate in maniera manageriale, efficiente e trasparente.
Dispiace dunque che Pisapia, politico colto, intelligente e in corsa per il posto da Sindaco di Milano, se fa bene a puntare il dito contro chi ha mal gestito questo patrimonio, dall'altro fa malissimo a tirar fuori (a sproposito!!!) la Macchina del Fango. La verità è "macchina del fango"? No: la verità è trasparenza.
E' la sua compagna, la giornalista Cinzia Sasso, che prima delle Primarie doveva dire: Scusatemi se per vent'anni ho goduto del PRIVILEGIO di pagare un affitto basso per un appartamento di un ente pubblico... Scusarsi e trovare una soluzione onorevole. E dire: "Certe cose non dovranno più succedere".
Trasparenza, glasnost per tutti. Non solo per alcuni. Altrimenti sono solo privilegi e favoritismi... a cui la maggior parte degli italiani, invece, non può accedere. Le regole siano poche ma valide per tutti. E non chiediamoci perché poi qualcuno dice: "Così fan tutti", anche se non è vero. Gli italiani vogliono voltare pagine e
bucare la notte (in cui tutte le vacche sono nere!)
per vedere un po' di luce. Basta scandali, basta privilegi assurdi, basta Ancien Regime. Se
un milione di donne è scesa in piazza è per chiedere
Pari Opportunità per tutti, la fine di certi cattivi andazzi,
meritocrazia e parità di accesso alle risorse pubbliche.
Chiedere democrazia, pari opportunità, stop ai privilegi e trasparenza, è così difficile? Basta con il qualunquismo che vede sempre la trave negli occhi altrui ed autossolve - sempre!- la pagliuzza nella propria. Che senso ha?
Questo paese è intimamente, profondamente, radicalmente marcio? Mi auguro di no, ma ormai spero nella generazione dei Matteo Renzi e soprattutto nei 20enni di oggi: ragazzi, tocca a voi dire cosa non va in Italia! E portare questo paese in Europa: le altre generazioni non sembrano proprio vedere al di là del loro naso. E spiace amaramente scriverlo.
M.C.
P.S.: Per la seconda volta, in pochi mesi, un esponente dell'opposizione, inciampa "sulla casa" (uno dei sogni degli italiani!). Forse sarebbe il caso che chi ha "scheletri nell'armadio", sani la propria posizione in modo legale e trasparente, per tempo, senza aspettare le inchieste dei giornali. E soprattutto senza accusare i giornali "non amici" di usare la Macchina del Fango: per non diventare ostaggi di campagne diffamatorie basterebbe che chi fa politica, avesse finanze e proprietà alla luce del sole, come le hanno tanti italiani semplici. Come succede in ogni paese civile ed europeo.