martedì 7 giugno 2016

L'identikit dell'elettrore del M5S.

Il ‪‎M5S‬ è forte solo dove ci sono ‪malgoverno‬, ‪‎corruzione‬, ‪‎sprechi‬, oligarchie anti-meritocratiche eccetera. È forte in ‪‎periferia‬ e osannato da chi chiede reddito di cittadinanza, una coperta del welfare di taglia svedese (ma senza le tasse della Svezia, giammai!), in rivolta contro ‪establishment‬, ‪liberismo‬, ‪globalizzazione‬. Quelli che votano M5S preferisco i ‪taxi‬ a ‪Uber‬, le rendite di posizione al libero mercato (visto come il diavolo!), un'Italia arretrata - ferma ai mitici anni '60 (ma senza l'industrializzazione e la crescita di allora: un ossimoro!) - rispetto a un'Italia europea. Il loro mito è un'Italia rurale, de-industrializzata, dove si lavano i pannolini al lavatoio e dove lo ‪‎Stato‬ è la mamma che tutti vorremmo. Il loro mito sarebbe il socialista ‪Barnie Sanders‬, ma se fosse un po' meno accogliente coi migranti e coi gay: perché quelli del M5S non amano né gli stranieri né il mondo Lgbt. Il M5S non prende voti laddove c'è crescita, buon governo, lotta alla corruzione, alle lobby, alle rendite di posizione. Solo con un programma di ‪liberalizzazioni‬ vere, di crescita economica e di sostegno all'‪‎economia digitale‬ e alla meritocrazia delle ‪‎startup‬ (l'unico ascensore sociale in Occidente, come dice ‪Vittorio ‎Colao‬ di ‪Vodafone, intervistato da Di Vico!‬), di lotta gli sprechi e alla corruzione, il ‪PD‬ può avere una chance di prendere voti di qua e di là, sparigliando le carte e ribaltando il tavolo. Altrimenti, sembrerà la solita vecchia minestra, perfino un po' sciapa. E inutile.

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