giovedì 23 dicembre 2010

Dai cortei degli studenti: Voglia di Pensiero Libero!

In Italia più del 50 per cento della forza lavoro è poco qualificata e solo il 10 per cento ha ricevuto un'istruzione terziaria. Il Wall Street Journal si chiede da tempo come possa l'Italia appartenere al G8, il gruppo delle economie leader mondiali, quando l'India produce seicentomila laureati in ingegneria per anno e la Cina sta realizzando cento università di livello mondiale."Ecco noi poniamo questa domanda a tutti quelli che hanno voglia di lavorare con noi a una risposta", altro che teppisti. Il Book Block (invenzione no copyright di Wu Ming) pensa con la sua testa!

mercoledì 22 dicembre 2010

Le donne porteranno misterB. sull'orlo di una crisi di nervi?

"Prima l'affondo di Veronica Lario in Berlusconi, sul "ciarpame politico" delle veline candidate... la stagione delle minorenni e delle escort, tra Noemi Letizia, Patrizia D'Addario e Ruby Rubacuori" finita pure su dispacci pubblicati da WikiLeaks (è vero: anche ieri Berlusconi si è appisolato a un incontro ufficiale... poche ore di sonno?); poi il dubbio amletico di Mara Carfagna, rientrata nei ranghi all'ultimo, lo scontro al vetriolo delle Vajasse tra Carfagna e Mussolini, i rimproveri di Barbara Berlusconi a Berlusconi politico, poi il caos adrenalitico di Rosy Mauro all'emiciclo, oggi l'addio di Stefania Prestigiacomo al Pdl...

Ha ragione chi dice che Berlusconi, salvato dal voto di due donne, scivolerà alla fine proprio sulle donne? Ha ragione Massimo Giannini a dire che "Le donne del Capo non obbediscono più, perché sentono che il Capo non comanda più"?

Fonte Repubblica.it: Donne sull'orlo di una crisi di nervi

Il sorpasso dei figli delle mamme (laureate) single sulle famiglie è vicino?

Creare una famiglia è ben più difficile che fare e crescere figli. Il padre è un optional? Sicuramente non lo è, ma conciliare affetti, famiglia, figli e lavoro, sta diventando un'impresa. Alla clinica Mangiagalli di Milano una mamma (spesso laureata) su cinque non indica il nome del padre. E sempre più donne preferiscono fare da sé: i figli sono un divertimento... e da single è comunque bello. Sono in carriera, in media hanno 35 anni, non hanno voglia di aspettare l'ultima chiamata dell'orologio biologico ed hanno un elevato livello di studi.

Poi i teenager da sempre si cercano guru e "padri spirituali"... La società evolve anche con un Fattore D geneticamente modificato :)

Fonte Corriere.it: La generazione delle mamme sole Una su cinque non indica il padre

martedì 21 dicembre 2010

Vedere certe signorine girare in auto blu non fa bene all'immagine del Paese, perchè si fatica a coglierne i meriti

Chi lo ha detto? Su Vanity Fair si è sbilanciata, ancora una volta, Barbara Berlusconi, sempre più impegnata in una battaglia per la meritocrazia al femminile. "La cosa più grave è che Mara Carfagna trovi il coraggio di lagnarsi. A volte bisogna avere il pudore di tacere. Se si sente discriminata lei, che dai Telegatti è diventata ministro, la cosa assume dimensioni ancora più grottesche"... Questa ragazza, mamma giovane di due bambini, che mentre allattava si è laureata, ha decisamente qualcosa da dire a una democrazia dove gli eletti sono in realtà nominati. Scelti non su basi meritocratiche, ma ad personam. Insomma, un parlamentare (di qualsiasi schieramento! Il "velinismo" anche al maschile non va sottovalutato) viene eletto solo se piace al capo di turno... In un paese dove un giovane su quattro non ha impiego, la mignottocrazia uccide la dignità di un paese e l'autorevolezza di una classe politica?

lunedì 20 dicembre 2010

Il 10% degli italiani possiede il 45% della ricchezza complessiva del paese

I ragazzi in piazza vengono dipinti da Gasparri come "potenziali assassini" (a cui applicare la sciagurata sentenza del 7 Aprile '79, madre di tutti i teoremi che affliggono anche Berlusconi... non '78, come lui erroneamente millanta: ma l'analfabetismo storico è perdonabile?).

Al di là della mancanza di una visione da Stato di Diritto e da dottrina liberale (Gasparri si comporta come un qualsiasi stalinista, castrista, o appartenente alla giunta birmana che voleva tappare la bocca a Aung San Suu Kyi), al di là di tutto ciò (grave per un Pdl che voleva un tempo lanciare addirittura la "rivoluzione liberale" per nascondersi oggi dietro al maoismo di Pechino), si è mai chiesto Mister Gasparri, cosa ferisce profondamente i giovani precari a vita?

Forse alcuni fatti gli apriranno gli occhi: il 10% degli italiani possiede il 45% della ricchezza complessiva del paese, e la fascia dei più poveri possiede una quota bassissima dei beni, ma su di essa grava il peso dei mutui. A questa fascia appartengono i poliziotti, quelli che per 1200 euro al mese, dovrebbero difendere il Senato mercoledì dalle invasioni barbariche degli anarchici, cani sciolti e dei gruppi di affinità Black blocs (al plurale, signori giornalisti!). A questa fascia sociale appartengono troppi studenti che di fronte a sé vedono un futuro precario, de-regolato e con scarse speranze (chi può fare un figlio con 700 euro al mese se dietro di sé non ha una famiglia con pensioni d'oro?).

Senza una vera ondata di LIBERALIZZAZIONI questo paese soffoca. Questi giovani italiani di Gioventù Precaria hanno diritto a qualche risposta concreta e non puramente repressiva? O devono solo subire slogan vuoti e escort da 7 mila euro al mese? Solo la fuga è l'unica via di salvezza per i ragazzi di Gioventù P?

Il pacificismo senza compromessi con il Potere di Aung San Suu Kyi è un grande modello di lotta dura senza paura. Ma il penale è personale e ogni deroga dallo stato di diritto potrebbe essere una nuova sciagura.

domenica 19 dicembre 2010

Il penale è personale! Ma, Mister Maroni, il dissenso non è una partita di calcio! Il dissenso è un attimo di libertà, il sale della democrazia...

Io dedico questo post a ogni studente pensato come amore in un attimo di libertà, alla compagna di viaggio, i suoi occhi il più bel paesaggio (che) fan sembrare più corto il cammino e magari sei l'unico a capirla, e la fai scendere senza seguirla senza averle sfiorato la mano (De Andrè).

Chi commette reati, paga
: è la base dello Stato di Diritto, per definire lo stato liberale in contrapposizione all'Homo homini lupus (dove, in un mondo senza regole, a vincere non è chi è più ragionevole bensì chi è più prepotente: a chi giova? Ai ricchi e potenti, di sicuro; agli altri, dubito).

In uno stato di diritto il penale è personale, Mister Maroni. Se il governo estende il Daspo ai cortei, di fatto assimila il dissenso democratico ad un evento mediatico come una partita di calcio... La democrazia è un derby?

Con l'estensione del Daspo ai manifestanti, il ministro dell'Interno ammette di avere un problema, grosso come una casa: una polizia malpagata che per 1200 euro al mese deve affrontare la rabbia, la frustrazione e le disillusioni di un'intera generazione: quella Generazione P. Precaria come i suoi figli abbandonati in un vuoto d'infelicità.

Oggi in piazza non ci sono i figli-di-papà che 1200 euro li finiscono in un fine settimana di wild parties. In piazza ci sono coloro che potrebbero essere i figli dei poliziotti e della classe media in via d'estinzione. Una generazione a cui i padri e i nonni hanno rubato il futuro lasciando in cambio una montagna di debiti: 29mila euro a testa circa, neonati compresi. O i padri saldano il conto o lasciano i debiti in eredità ai figli. Come uscire da questo circolo vizioso?

Quando il dissidente diventa un "nemico" da abbattere, c'è chi diventa disponibile a un'illegalità criminale: lo Stato Questurino è criminogeno.

Mister Maroni, invece di cedere alla tentazione della facile repressione su questi ragazzi che in fondo sono anche suoi (metaforicamente) figli, vada da Giulio Tremonti e gli spieghi che un altro Pinelli che vola giù dalle finestre (o dai tetti) non sarebbe praticabile (la prima volta è una tragedia, la seconda una farsa...); estendere il Daspo alla repressione preventiva pare una soluzione stalinista; meglio forse abolire le province, tagliare gli sprechi, spingere sull'innovazione. Forse sarà il caso di far pagare il conto a questi padri ai cui figli sono stati già rubati sogni e futuro...

Pietro Ichino, Tito Boeri e tanti altri economisti e giuslavoristi hanno da tempo offerto al ministro Sacconi un ventaglio di possibilità. Una generazione che non ha più la faccia del suo primo hascisc, non è bohemien: è solo pericolosa come chi non ha nulla da perdere. A chi serve?

Se Tremonti ha in mano le leve della plancia di comando, può decidere come tagliare e reinvestire laddove serve per far crescere questo paese, troppo vecchio nelle idee e troppo povero d'immaginazione. Solo se l'Italia crescesse come la Germania potrebbe offrire alla Generazione P uno sbocco per non disperarsi e non ripercorrere strade senza vie d'uscita.

La povertà, la sfiducia nell'innovazione, l'assenza di futuro e di sogni non sono un problema di ordine pubblico, Mister Maroni. Risponda a quegli studenti come se fossero suoi figli: devono davvero fuggire all'estero per realizzarsi? Vuole davvero che si perdano nelle patrie galere per dimostrare che questa precarietà infinita è malata? La flessibilità è uno strumento, la precarietà a vita è una condanna. E nessuno può sopportare l'idea di "essere bamboccione" o "in catene": ci saranno alternative più dignitose, o no?

M.C.

sabato 18 dicembre 2010

Dopo Genova ci sono stati i crack finanziari predetti dai No Global... E adesso, brava gente allevata a dibattiti televisivi, che cosa deve accadere?

"Basta rileggersi i documenti del movimento no global dell'epoca sulla finanza internazionale, le bolle speculative, la privatizzazione dell'acqua, il clima o l'evoluzione del mercato agricolo per capire quanto fossero profetiche, acute, attuali quelle analisi. Tanto più degne d'attenzione delle quattro fesserie di circostanza e delle mille menzogne esalate durante il G8 da Bush e dagli altri potenti della terra. Ma si discusse soltanto degli atti di pochi violenti e dei discorsi vacui del potere".

Curzio Maltese ha sempre avuto la spiccata sensibilità di guardare ai movimenti degli anni '90 al di là delle apparenze, leggere i documenti e i volantini senza gli occhiali dell'ideologia. Oggi rimette al centro le richieste degli studenti al di là della rivolta mediatica.

Repubblica.it: Cosa vogliono quei ragazzi di CURZIO MALTESE

venerdì 17 dicembre 2010

Le tre P di Vendola (no, la quarta P in Italia si dice escort...)

Il mondo edulcorato dell'era berlusconiana emerge dalle tre "p" (paura, povertà, precarietà) della generazione P fotografata da Nichi Vendola. Che, amaro, aggiunge: "Potrei mettere una quarta "p" ma in Italia si preferisce dire escort".

Save the Children ci dice che il 14% delle Teenager su Facebook vende autoscatti nudi: è questa l'Italia del Family Day berlusconiano?

"C'è un humus di violenza che attraversa questa fase della storia italiana e della storia europea, che si determina quando il mondo adulto non sa aprire le finestre e impedisce ai ragazzi di guardare il futuro" conclude Nichi Vendola. Se l'Europa e l'Italia non tornano a crescere in modo sano, a rischio è un'intera generazione?

Repubblica.it: Intervista a Nichi Vendola

giovedì 16 dicembre 2010

Se Gianfranco Fini vi porgesse le scuse per la macelleria messicana di Genova/G8, le accettereste?

"I colleghi che gridavano Sieg Heil ci fanno vergognare o no? I colleghi che avrebbero minacciato di stupro le signorine antagoniste meritano la nostra esecrazione o no? I colleghi che si accanivano con trenta manganellate sul primo che passava senza sapere se era solo solo un povero illuso pacifista o un violento vero, hanno sbagliato o no? La collega che al telefono con il 118 di Genova, riferendosi alla Diaz, parla di 1 a 0 dimostra di essere intelligente?".

Queste cose non le ha dette Massimo D'Alema, le cui scuse per analoghi episodi a Napoli nel 2001 non ci risultano pervenute (in caso contrario, opss...). Le ha scritte l'ultimo numero di "Caffeina", il mensile diretto da Filippo Rossi - che esce proprio nei giorni in cui Roma è messa a ferro e fuoco dalla guerriglia Black blocs... Quindi, anche con una certa dose di coraggio (il ministro MaryStar Gelmini, che odia il '68, sarà saltata sulla sedia!). Per Filippo Rossi il G8 fu "un dramma nazionale".

Se Gianfranco Fini vi porgesse le scuse per la macelleria messicana di Genova/G8, le accettereste? Personalmente apprezzo l'onestà intellettuale di averle porte. 2001-2011, un decennio di traumi, iter processuali, collette per avvocati, forse non è passato invano. Da quanto raccontano i cablogrammi di WikiLeaks: a Genova/G8 si verificarono abusi di diritti umani. Sì, fu una macelleria...
M.C.

Di Aids si muore, ma dal contagio Hiv si può anche guarire: il caso di Berlino

Bella notizia per Natale. Scrive Gay.it: "Si chiama Timothy Ray Brown ed è stato sottoposto nel 2007 ad un trapianto di midollo a causa della leucemia. L'uomo, però, è guarito anche dall'Hiv: è il primo caso ufficiale di guarigione dal virus".

Leggi Gay.it: "Il paziente di Berlino" è il primo uomo guarito dall'Hiv

WikiLeaks: A Genova/G8 si verificarono abusi dei diritti umani, in Russia Anna Politkovskaya accettò il suo destino di martire

Il cablo parla del "disappunto del ministro dell'Interno Scajola (...) sotto attacco dall'opposizione per gli eventi del (...) luglio" 2001: anche per l'Ambasciata Usa a Genova/G8 si verificarono "abusi dei diritti umani". Ma la Farnesina chiese il favore al presidente George Bush di tacere per evitare polemiche sui media.

Invece in Russia la coraggiosa giornalista Anna Politkovskaya accettò il suo destino di martire. L'amasciatore Usa a Mosca scriveva nel dispaccio: "Ha accettato la possibilità di essere uccisa in qualsiasi momento" in quanto la giornalista veniva pesantemente minacciata "per telefono, per lettera, per email e attraverso sms".

Julian Assange, che (pur avendo ricevuto più voti dell'astuto Mark Zuckerberg) non è stato decretato la Persona dell'Anno di Time, potrebbe essere rilasciato oggi.

mercoledì 15 dicembre 2010

Italia al top per pressione fiscale e debito pubblico. Quasi maglia nera per occupazione giovanile

Nel 2009 con le tasse al 43,5% del Pil l'Italia berlusconiana segna un nuovo record per pressione fiscale e scavalca anche il Belgio. Ora il Belpaese è terzo, alle spalle solo di Svezia e Danimarca. In più, il debito pubblico tocca un nuovo record (ad ottobre i 1867,398 miliardi di euro contro gli 1.844 miliardi di settembre).
Per il tasso di occupazione dei giovani l'Italia è invece penultima.

Questa è l'Italia dopo 14 anni di berlusconismo. Mister Tremonti, promosso dal blog Alphaville del Financial Times, Parigi val bene una Messa?

martedì 14 dicembre 2010

Julian Assange libero su cauzione! (Ma fra 48 ore). Perché la Svizzera non ha mai bloccato i conti a Hitler, ma a WikiLeaks sì

Julian Assange è libero su cauzione. Con un braccialetto elettronico anti-fuga. Mentre Roma brucia come ai tempi di Nerone (o Berlusconi estinguerà i mutui anche ai precari, pagherà paghette agli studenti squattrinati...?), la Rete tira un sospiro di sollievo.

Per un condom bucato non è il caso di far crollare Internet con Operation Payback... A tutto c'è un limite: il 77 va in onda per le strade di Roma, la Rete per ora archivia il 68 digitale e si dà al mediattivismo. Ma per essere Anonymous in Rete, un consiglio: Tor!

Vi siete mai chiesti come mai la Svizzera non bloccò i conti a Hitler, ma a WikiLeaks sì? Scrive ZeusNews: "La vera notizia allora è questa: il panico da ancient régime che ha travolto selvaggiamente tutti, dal non-occidentale Putin all'occidentalissima Clinton."Arrestatelo!", "Minaccia il mondo!", "Pena di morte!", "Fatelo fuori alla svelta!". Non sono i talebani a gridarlo o i mandarini cinesi, ma proprio i nostri civilissimi e acculturati parlamentari e ministri. La Svizzera, a un certo punto, ha addirittura sospeso i conti del povero Assange: non l'aveva fatto con Hitler, non lo fa coi mafiosi - lo fa con Wikileaks, cioè con internet, che evidentemente gli fa molta più paura.(...) Il diritto di cronaca ufficialmente non esiste più e il giornalismo è fuorilegge. Non solo in Iran o in Cina ma proprio qui da noi, in America e Europa. E la libertà? E il liberismo? E chi se ne fotte."

Berlusconi, si offenderebbe se qualcuno la chiamasse un tenativo...?

Come vede le donne Berlusconi è chiaro a tutti. Basta leggere Mignottocrazia di Paolo Guzzanti per farsene un'idea. A correre in aiuto di Berlusconi, arrivano due donne.

Sia chiaro: Berlusconi ha vinto la partita a scacchi per tre voti, ma ha perso politicamente. Però Berlusconi spera nell'Effetto Scia: ottenuta la fiducia, saranno altri a (ri)salire sul carro dei vincitori? Tutto da vedere: lo scisma per ora è femminile.

Già pagare per conquistare una donna è da perdenti: vuol dire non aver fiducia nel proprio fascino, non credere nella propria capacità di seduzione (intellettuale e fisica) e preferire delegare al colore dei soldi invece che al proprio potere reale (quello vero: il poter essere... non il Potere con la P maiuscola, che è in fondo una banderuola al vento... oggi c'è, domani chissà... Vero, Berlusconi appeso al filo di 3-voti-3?).

Pagare, saldare debiti ed estinguere mutui per conquistare il voto di deputati in vendita, alla stregua di mercenari in guerra, per vincere alla Camera come su un campo di battaglia, significa due cose: primo, che forse senza il libretto degli assegni non si sarebbe vinto; secondo, che le donne cedono più davanti ai libretti degli assegni che davanti al Potere.

Le donne italiane vogliono davvero mostrare al mondo questa umiliante e mercificata immagine di sé? Le donne italiane si sentono oggetto, merce in vendita, da pagare profumatamente? Credono di contare così poco da preferire i contanti-subito alla carriera-domani? Per le donne è proprio meglio l'uovo oggi della gallina futura? E il merito: vale zero ai loro occhi?

Se Berlusconi cadrà mai, cadrà per via delle donne. Anche perché, Calearo docet, sugli uomini (votati nel PD o nell'IDV, e passati di là come se nulla fosse) c'è ben poco da contare... Gli Yes-men non fanno mai una gran figura, ma le Call-Girls non fanno mai una bella fine. Ah, le donne...

Berlusconi, si offenderebbe se qualcuno la chiamasse un tenativo...? Mentre il debito pubblico tocca un nuovo record (ad ottobre i 1867,398 miliardi di euro contro gli 1.844 miliardi di settembre)?

lunedì 13 dicembre 2010

Non sempre l'Audience è un buon alibi: Perché Aldo, Giovanni e Giacomo non fanno spogliare le donne

Interviene Giacomo Poretti: "Perché non facciamo spogliare le donne? (...) Comunque è inutile essere ipocriti: noi non condividiamo le scelte degli altri, a noi piace lavorare in questo modo." L'intervista de La Repubblica ad Aldo, Giovanni e Giacomo dimostra che esiste anche un cinema di cassetta senza volgarità. Non sempre l'Audience è un buon alibi ;)

domenica 12 dicembre 2010

12 dicembre 1969-2010: Aprite gli archivi! WikiLeaks docet: Justice=Peace

La rabbia e l'orgoglio, il dolore e la frustrazione per le Stragi di Stato, è sempre lì. 12 dicembre 1969-2010. Piazza Fontana, Pinelli, Calabresi: i morti, gli assassini, le sciagure, le rivendicazioni, il collezionismo delle stragi - degli errori e degli orrori, la coazione a ripetere... Ma WikiLeaks però insegna che il segreto può essere svelato: con un semplice gesto non teatrale. Basta solo un piccolo atto di coraggio: aprire gli archivi. In questa fase, il politico che troverà in sé il coraggio di fare ciò che nessuno ha fatto in 40 anni, sarà forse un leader di domani. Se "no justice, no peace", allora giustizia vorrà dire pace. E forse anche questo paese potrebbe mettere una pietra sopra alle ferite del passato, consegnare queste tragiche pagine agli storici (e non più ai politici).

Forse è giunta l'ora di seppellire le asce di guerra, liberarsi dai fantasmi e voltare pagina. Ma con un'operazione verità e trasparenza. Because justice means peace. Questa sarebbe un'operazione a costo zero, ma forse può dare più frutti nel lungo periodo, di tante costose riforme, lacrime e sangue. Le bugie creano sempre sfiducia, ma la verità genera fiducia.
M.C.

venerdì 10 dicembre 2010

Interpol, la polizia dell'amore che arresta tutti gli stupratori. Femministe pro WikiLeaks!

Il (non) preservativo di Julian Assange ci lascia perplesse: nei rapporti occasionali non usare il condom è incivile. Ma l'Interpol, la novella polizia dell'amore che vendica tutti gli stupri della Terra, ci fa amaramente sorridere: ma chi crede all'Interpol che manda Red notice per tutti gli stupratori? Solo chi pensa che l'Afghanistan sia stato invaso per togliere il Burqa alle donne, può cascare nell'ultima infowar umanitaria. Le donne, da Eva ed Elena di Troia in poi, sono sempre causa di qualche danno.

La polizia dell'amore che arresta tutti gli stupratori del mondo è l'ultima favola del Mainstream. Le due donne, vittime o no di molestie o di cattive abitudini... (tutto da verificare!), sono state infangate, demonizzate e processate senza processo. In rete, in Tv e sui giornali. Comunque vada a finire (macchinazione della Cia? Dis-educazione sentimentale?) cherchez la femme. Con buona pace di Naomi Wolf e Klein...

Sarah Palin spara a un caribou e si crede femminista. Ma a me piace il sorriso dolce di Liu Xiaobo!

Esiste un Femminismo malato? Esistono tanti tipi di "femminismo": quello ingenuo delle ragazze, il femminismo militante degli anni d'oro, il femminismo degli "entusiasmi lenti delle belle addormentate" (è una libera interpretazione tratta da Fabrizio De Andrè), esiste il femminismo con il suo collezionismo intellettuale di parole complicate, ma anche il femminismo di strada del Riot Grrrl delle bad girls anni '90 (che non ebbe grande fortuna, ma sicuramente ha inspirato tante Cyber-hacktivist che oggi fanno il tifo per Julian Assange e/o WikiLeaks o la nuova Openleaks). Quando vedo Sarah Palin, madre di tanti bambini, sparare a un indifeso caribou, penso a mio figlio che inorridirebbe al solo pensiero... E penso che l'indubbio femminismo di Sarah Palin sia davvero un femminismo malato.

Ma oggi dedico questo post a un uomo (e alla sua coraggiosissima moglie!): Liu Xiaobo. La cui sedia vuota alla consegna dei Nobel a Stoccolma grida più delle urla nel silenzio. Un uomo il cui divieto di parlare assorda più dei sassi scagliati contro i vetri infranti della Rolls Royce di Carlo d'Inghilterra, travolto dalla rabbia studentesca. Un uomo il cui sorriso francescano ci ricorda che la democrazia ha tanti limiti, eccome!, ma è pur sempre una conquista preziosa per troppi individui, incarcerati nel mondo soltanto per il loro pensiero libero o la loro voglia di sognare. Il Nobel a Xiaobo è un messaggio di speranza per tutti coloro che, nel silenzio e nella fatica quotidiana, lottano per la libertà di espressione nel mondo.

Liu Xiaobo, autore di Carta '08, rappresenta la promessa di una Cina più libera, umana e capace di spiccare il volo nell'immaginario globalizzato: anche Mister Foxconn lo capirà?

giovedì 9 dicembre 2010

Sakineh non è libera (UPDATE)

Gli attivisti che seguono il caso della donna iraniana dal 2006 avevano annunciato la liberazione di Sakineh, che era incarcerata nel braccio della morte dopo la condanna alla pena capitale per adulterio. Ma è stata solo una terribile beffa del regime iraniano.

Julian Assange è in carcere per il "Sex by Surprise" (un preservativo rotto e uno dimenticato). L'Iran umilia e mortifica la donna che rischia la lapidazione o l'impiccagione...

Sex by surprise: femministe svedesi, ma siete sicure?

Ma un paese civile, avanguardia del femminismo e delle quote rosa, può davvero aver inventato il "sex by surprise"? Ma non basta regalare un condom al vostro compagno? O dirgli che "così non vi va"? Se non vi rendete conto della follia, Julian Assange renderà tutti gli hacker maschilisti. Ma, ragazze: pensateci voi... il condom non ha sesso ;)

L'Unità: Caso Assange, un'accusatrice si è defilata in Medio Oriente

martedì 7 dicembre 2010

Il Re è nudo, ma Assange in catene. Ma tu che vai, ma tu rimani, vedrai la neve, se ne andrà domani....

Anche la luce sembrerà morire nell'ombra incerta di un divenire (inverno, Fabrizio De André)
Rubò sei cervi nel parco del re... (Fabrizio de Andre - Geordie)

Julian Assange è stato arrestato a Londra. Hacker di tutto il mondo... unitevi: WikiLeaks deve vivere! Parola d'ordine: Mirror! Decentrare: Information wants to be free! Qui le donazioni: Keep us Strong, ci chiede WikiLeaks.

"Una stampa veramente libera - libera dalle preoccupazioni del nazionalismo - pare sia un problema terrificante per i governi eletti come lo è per le tirannie."

Mamme precarie, ossimoro assicurato

Quelle di Maternità Precaria, titolo del reportage Vanguard, realizzato per Current Tv, sono storie di giovani donne, nèo-mamme che "nel periodo più felice della loro vita scoprono che il vivere di lavoro precario si paga a caro prezzo". Licenziamento, fine carriera, mancata autonomia, solitudine, dipendenza dai nonni... Seguite la seconda puntata del Vanguard, Maternità Precaria.E scoprirete che mamma precaria è un ossimoro, di difficile conciliazione.

sabato 4 dicembre 2010

Il (non) preservativo di Julian Assange

Salviamo WikiLeaks (.ch, .de, .nl. .fr)! Ma su Julian Assange (che non è uno stupratore, ma uno che la sera mette il preservativo, e la mattina se ne dimentica) apriamo una (sana) parentesi. Il preservativo, soprattutto fra persone che non si conoscono e che non possono fidarsi l'un* dell'altr* come una coppia (ma poi siamo sicuri che le coppie siano più fedeli?), non è un optional. Ci auguriamo che Julian Assange, l'hacker fuggitivo australiano, faccia Mea Culpa e alla prossima Skype-conference call dia il buon esempio. Quanto a voi ragazz*, portatevene sempre uno in borsetta: gli hacker in tasca hanno di tutto (dal criptofonino alla pcmcia dello scorso decennio, ma forse del condom si dimenticano).

Ah: e poi, non rimaneteci male se e' più affascinato dal vostro Htc Desire Z o Desire HD con Android, iPhone, Kindle 3G, Samsung Galaxy Tab, iPad, MacBook Air o Sony VAIO ultimo modello... Son fatti così, c'è poco da discutere :)

venerdì 3 dicembre 2010

Chi ha paura di WikiLeaks? A tremare sono i "sistemi chiusi", non le Open Society

Gli stati-mafia e gli stati-corrotti. I paesi con gli altarini da nascondere alla pubblica opinione. Le società chiuse, inaffidabili e sleali dove gli affari personali sovrastano in maniera impropria la Res publica e la Politica. Chi nasconde e cerca di offuscare la verità, chi trucca bilanci e chi prende tangenti. Ecco chi deve avere paura di WikiLeaks.

Al contrario, non hanno motivo di temere nulla da WikiLeaks né le vere democrazie né le Open Society che sull'affidabilità, lealtà e trasparenza fondano la propria autorevolezza e governance.

giovedì 2 dicembre 2010

Un :-) contro il Baby Blues

Contro la depressione post-partum (il famigerato Baby Blues che accompagna, ahimé, 90mila neo-mamme all’anno) l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) lancia “Un sorriso per le mamme". Sì, ok, per donare un sorriso vero, basterebbe offrire posti agli asili nido per tutti, una reale Maternità a tutte (e non solo alle lavoratriuci di serie A) eccetera. Queso "sorriso per le mamme" sembra il classico contentino pre-elettorale... Ammesso che, dopo il 14 dicembre, si vada alle elezioni, aggiungo.

Il fenomeno della melanconia perinatale (vera depressione in realtà) colpisce circa il 16% delle donne. Il 13% delle neo-mamme avverte un disturbo dell’umore nel corso delle prime settimane dopo il parto, per passare al 14,5% nei primi tre mesi postnatali con episodi depressivi maggiori o minori ed al 20% nel primo anno dopo il parto. Eppure ad essere diagnosticate e curate sono meno del 50%.

Le accuse Usa di anarchia a Julian Assange: déjà vu, Sacco-Vanzetti...

Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha definito il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, un "anarchico" che non merita i diritti di protezione riservati a un giornalista.

Quando il Dipartimentimento della machiavellica Hillary Clinton scomoda l'anarchismo, come baubau (peggiore anche dell'accusa di essere talebano), capiamo che WikiLeaks ha toccato un nervo scoperto.

Déjà vu, Assange come Sacco-Vanzetti? Speriamo di no. Riporta Wikipedia: "Ferdinando Nicola Sacco (1891) e Bartolomeo Vanzetti (1888) furono due anarchici italiani.

Vennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica negli Usa negli anni '20, con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater and Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due".

Forse è vero che si dovrebbe smettere di chiedere a chi giovino le rivelazioni di WikiLeaks (che ne ha per tutti: prossimamente per la Enron delle banche, 5 Gbyte di file rubati forse a Bofa; sulla Cina, la Russia e forse anche un colosso IT), e verificare solo se le fonti sono vere. E, dalle reazioni scomposte e piccate, le fonti sono vere.

Se arrestassero Assange, WikiLeaks si fermerebbe? Nossignori: "Se si pensa che Wikileaks è un gruppo di diverse migliaia di persone che formano una comunità virtuale diffusa in tutto il mondo (...), è una comunità virtuale di persone che appoggia Assange e che ritiene di operare nel pubblico interesse rispondendo alle domande dell'opinione pubblica" (Fonte: RaiNews).

That's the freedom of Open Web, baby. La glasnost nell'era di Internet.

  • Intervista a Paolo Attivissimo, giornalista informatico, esperto di bufale diffuse sulla rete e cospirazionismi, consulente di sicurezza informatica e difesa della privacy (Panorama.it)

mercoledì 1 dicembre 2010

Femminismo, misoginia e misantropia: gli italiani visti da Mario Monicelli

"Come per molti italiani del suo tempo, il mondo di Monicelli era soprattutto maschile: popolato da vizi, debolezze, malinconie, presunzioni, inadeguatezze, sconfitte. Di maschi, appunto maschi italiani, forse esagerati anche allora, che la crudele e nello stesso tempo affettuosa sua maestria di regista rendeva irresistibili. Però il giudizio divertito e talvolta crudele era il suo, un giudizio da uomo sugli altri uomini, non quello delle donne, che negli anni 50 e 60, nella realtà come nei film, era sommesso e sottomesso, e che solo con i mutamenti sociali degli anni 70, il femminismo, le leggi che liberavano le donne dalla soggezione familiare e sessuale, si era fatto sempre meno indulgente ed ipocrita".

A cambiare le carte in tavola arrivava nel '68 La ragazza con la pistola, un film di cui era protagonista una donna, interpretata da Monica Vitti che, nei panni della commedia, denunciava l'articolo 587 del codice penale (che sanciva la minor punibilità del delitto d'onore), articolo abrogato solo nel 1981, dopo l'approvazione del nuovo diritto di famiglia e della legge sull'interruzione di gravidanza.

Film di donne fu invece nel 1986, a 71 anni, Speriamo che sia femmina: Ullmann, Deneuve, De Sio, Sandrelli, Cenci, Lante della Rovere.

"Con Amici miei (1975) e Amici miei atto II, (1982), Monicelli dava l'addio a un'Italia forse già scomparsa, quella dei vitelloni provinciali di mezza età, dalle vite giocose e inconcludenti, rivelando del tutto, finalmente, la sua elegante misoginia e la sua forse malinconica misantropia".

Fonte Repubblica.it: Monicelli e l'Italia dei Brancaleoni. Imbrogliona, maschile e colta (di Natalia Aspesi)

La Primula Rossa, la cercan qui, la cercan là, dove si trovi nessun lo sa. Julian Assange come Kevin Mitnick il Condor?

Kevin David Mitnick detto "Condor", classe 1963, è un programmatore statunitense, phreaker, hacker ed esperto di Social Engineering, che si è distinto per avere inventato la tecnica dell'IP spoofing e per le sue notevoli capacità di "ingegneria sociale", avendo svolto alcune tra le più ardite incursioni nei computer del governo degli Stati Uniti. Scelse come nickname "Condor" dopo aver visto il film I tre giorni del Condor. Catturato, fu condannato a vari anni di carcere.

Come venne catturato il Condor? La storia, adrenalinica ed appassionante della cattura di Mitnick, la racconta un grandissimo tecnico IT. Mitnick utilizzò la tecnica dell'IP spoofing, che permette di rendere non rintracciabile il computer da cui si sta lavorando, contro la rete di calcolatori di Tsutomu Shimomura, grande esperto di sicurezza informatica, con sede a San Diego.

Shimomura accettò la sfida e collaborò con l'FBI per braccare il Condor. Il 15 febbraio 1995 Mitnick venne arrestato a seguito di una caccia durata 168 giorni.

Julian Assange oggi è ricercato in 188 paesi. Sembra di essere tornati al '95 e alla caccia al Condor. Chissà chi sarà l'hacker che lo tradirà. Nei mesi scorsi l'hacker Adrian Lamo ha già denunciato Manning, il soldatino 23enne che copiò i segreti su Cd vergini canticchiando Lady Gaga... La storia si ripeterà?

martedì 30 novembre 2010

Studenti, tagliate la testa ai baroni! (metaforicamente per carità :)

"A me sembra che gli studenti dovrebbero richiedere a gran voce una riforma che tagliasse le teste dei baroni. Obbligasse i cattedrattici a un pensionamento a un’età equiparata a quella degli altri lavoratori. Risolvesse una parte dei problemi finanziari dell’università riassegnando i loro posti ai giovani ricercatori. Obbligasse i professori rimasti a sottostare a periodici e draconiani giudizi di efficienza e produttività. E rivedesse retroattivamente i criteri coi quali quei professori sono arrivati ad esserlo, eventualmente radiando i tanti che sono stati promossi per puro «demerito»: cioè, per nepotismo o per favoritismo.

Immaginare che una qualsiasi riforma dell’università possa avere successo senza intervenire radicalmente sui rapporti di forza esistenti, è analogo a pretendere di risanare un cesto di mele senza voler togliere quelle marce. O a sperare di poter sanare un organismo malato di cancro senza voler rimuovere quest’ultimo, col bisturi o con le terapie d’urto".

Grande, Odifreddi! Insomma, abbasso patriarcato, nepotismo e baroni.

lunedì 29 novembre 2010

Festini selvaggi, "Gheddaffine" e WikiLeaks

Il Premier Silvio Berlusconi dice di non frequentare "festini selvaggi": il Bunga Bunga è un party da terza media, vorrà farci credere. No grazie. Gheddafi ci dirà che non usa il Botox e non si fa accompagnare da una bionda "voluttuosa infermiera" ucraina. Le Gheddaffine, in viaggio premio a Tripoli (con bonus di 3mila euro), ci vorranno far credere di essere delle odierne Perpetue. Così va il mondo giusto?

Ma WikiLeaks non ci sta. Il visionario William Gibson diceva a proposito dei nuovi mezzi contrapposti alla classica gestione del potere: "le verità potranno essere già rivelate o essere destinate a venire alla luce prima o poi. È qualcosa che vorrei sottoporre all'attenzione di ogni uomo di stato, leader politico e dirigente d'azienda: il futuro, alla fine, vi porterà allo scoperto. Non riuscirete a mantenere i vostri segreti. Il futuro, maneggiando strumenti di trasparenza inimmaginabili, l'avrà vinta su di voi. Alla fine, quello che avrete fatto sarà sotto gli occhi di tutti".

Internet ancora una volta è dirompente e, come nel business, deflagra. Sparigliando le carte.

giovedì 25 novembre 2010

Cara Italia, ti scrivo: lettera aperta dei giovani italiani dalla Silicon Valley (Abbasso i baroni!!!)

"Cara Italia, se vuoi cambiare devi investire sui giovani". Ma non come dicono i politici giurassici in Tv! Devi investire con passione. Ecco cosa scrive Augusto Marietti (22 anni), nèo talento italiano in Silicon Valley. Un migrante di lusso, insomma, ma che ha a cuore l'Italia, un paese cronico fanalino di coda su Internet, nuove tecnologie e mercati digitali. Un'Italia spaccata in due dal Cultural and Digital Divide (divario culturale e digitale), mentre nel Regno Unito Internet vale 7,2 punti di Pil (e anche di felicità, Mister Cameron!)

«Cara Italia, se vuoi cambiare devi investire sui giovani, ma non come dicono i politici in televisione. Ci devi investire veramente, devi metterci la passione. Nei nostri ultimi due anni di convivenza, ho visto tanti ragazzi come me che non sono riusciti a partire, perché non hanno trovato il supporto. Pensa quanti di quelli avrebbero potuto creare valore per te… e per ogni ragazzo che fallisce o emigra, perdi un pezzo di anima. […] Buongiorno America, grazie di credere in noi. E nella nostra vision».

Post dedicato agli studenti in piazza questi giorni... L'Università va riformata: Abbasso i baroni! Bisogna investire e non solo tagliare, ma anche impedire le parentopoli :)

Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Solo in Italia, negli ultimi 12 mesi 1 milione di donne ha subito violenza psicologica, fisica o sessuale.
Fra gennaio e settembre 2010 sono state registrate 199 richieste di consulenza giuridica, di cui 5 per stalking. Oggi è la "Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne".

mercoledì 24 novembre 2010

The Week vi dice: Siete Vecchi. Pronti per gli Under 40 made in Italy? Anche Steve Jobs e Wozniak partirono dal niente e hanno fondato un impero!

Se gli Under 40 vanno al massimo in Silicon Valley e nei Bric, ma attenti: qualcosa, eppur si muove!, anche nella gerontocratica Italia. The Week (con Mario Adinolfi direttore) vi accusa: Siete Vecchi con le foto dei leader politici italiani, che non hanno certo l'età di Cameron & Clegg. Pronti per la Young revolution all'italiana? Noi sì. Anche perché già abbiamo ereditato da padri e nonni un debito pubblico di 30 mila euro a testa (neonati compresi): bella Spada di Damocle per la nostra crescita, no? Ma almeno sul lavoro, largo agli Under 40 made in Italy. Forza, ragazzi: presto una Web app su iPad e tablet Android (non dimenticate: Acer e Samsung Galaxy Tab), tanto social media più l'energia e la creatività dei nativi digitali.

Partire da zero. Ecco la migliore condizione per fondare un impero. Oggi lo sanno anche i due Steve di Cupertino, Jobs e il co-fondatore Wozniak, che partire "senza avere nulla da perdere" è la condizione migliore per avere successo.

Anche Apple nacque da un'idea di due ragazzi in un garage. "Aveva lavorato con Jobs nei frutteti dell’Oregon ed era stato proprio suo fratello a suggerire quel nome a Steve.
Sa’, a quei tempi non avevamo molti soldi, non c’erano tutti i soldi necessari per fare un’azienda, nessuno pensava che avremmo potuto fare tanti soldi, non avevamo incaricato nessuno di trovare un nome alla società, quindi qualsiasi nome che suonasse in modo interessante era buono, visto che eravamo molto giovani e non avevamo niente" [Fonte: MelaBlog]

lunedì 22 novembre 2010

...E infatti nel cinepanettone le donne sono o strappone o da copertina. Ma rigorosamente: comparse. Prive o quasi di parola

Chissà se il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, la cui campagna contro Cosentino è coraggiosa e seria, ha ripensato al paragone di Luca Cordero di Montezemolo sul governo-cinepanettone. L'ex "calendarista" (ma siamo sicuri che esista questo orrido neologismo?), laureata in Legge, già chiacchierato-fil-rouge in "Mignottocrazia. La sera andavamo a ministre" dello sferzante e attualissimo Paolo Guzzanti, - nonostante il riscatto al ministero (grazie alla prima legge italiana contro gli stalker e grazie a una seria campagna contro l'omofobia, che è piaciuta ai movimenti Lgbt) - forse ci ha riflettuto.

Ai ministeri, alle cattedre, ai posti di lavoro e alle candidature conviene sempre arrivare per merito, e non via scorciatoie. Mai. Perché? Semplice: perché il potere (in Italia maschilista) prima o poi si vendica: e si vendica soprattutto contro le donne (più sono belle, più pagano: ministro, accadde anche a M. Monroe!). Le scorciatoie non convengono per questione di etica (avere la schiena dritta), ma non convengono neanche per questione di opportunità (perché gli eventuali "favori o elargizioni discrezionali" diventano materia di ricatto, spada di Damocle, pungolo, coltello alla gola... chiamatelo come vi pare!). Sono convinta che il ministro Carfagna, con il piglio sicuro di questi giorni, saprà difendersi anche contro eventuali malignità, calunnie, dicerie e campagne stampa (il metodo-Boffo contro le donne è ancora più spietato: ne sa qualcosa la martoriata compagna del Presidente della Camera, Gianfranco Fini).

Un solo consiglio al ministro Carfagna: nel Cinepanettone, non faccia la comparsa! Sia lei protagonista! E dica la verità: la migliore arma che ha a disposizione contro le maldicenze.

Se Mara Carfagna racconterà la sua verità, avrà l'appoggio delle donne vere. Perché raccontare come si diventa ministre nell'Italia di oggi, sarebbe dire che il Re è nudo. E chiunque abbia il coraggio di dirlo, merita rispetto. Soprattutto se poi si impegna contro Cosentino e contro il malaffare nei partiti. Gli errori di gioventù, ministro, si possono sempre riscattare: l'importante è ammettere l'errore (se ci si è sbagliate; non so se sia il suo caso...) e voltare pagina per sempre. Magari battendosi, poi, per una seria selezione delle donne in politica: Carfagna e Meloni possono farlo a destra. Speriamo che altre giovani coraggiose lo facciano a sinistra: perché lì neanche al ministero finiscono le donne (e poi sono le solite facce da decenni, tranne rarissimi casi).

Nei cinepanettoni (i filmettoni stile Vanzina pre-natalizi) le donne sono o strappone o strepitose da copertina, ma rigorosamente comparse. Senza possibilità di parola.

Ministro, prenda la parola e ci stupisca :)
Non si preoccupi certe cose avvengono ovunque e le donne potranno prendere il suo esempio per coraggiosi coming out in tutti i posti di lavoro (anche in territori tradizionalmente di sinistra). Questa sì che sarebbe una Revolution en rose... E una vera campagna elettorale per la democrazia.
M.C.

GUARDA ELIO E LE STORIE TESE: W LA CARFAGNA (Parodia a Parla con me)

domenica 21 novembre 2010

Journalist Pride: Il riscatto di Busi, l'embedded Maggioni e il faro di Gabanelli a Report

Mi è piaciuta l'altra sera Maria Luisa Busi alle Invasioni Barbariche (ospite di Daria Bignardi). Busi, finalmente libera dall'immagine sbiadita dell'anchor woman targata TG1, mi è piaciuta perché era più spigliata e sorridente, non più ingessata e imbalsamata in un'icona; si è disfatta dell'aria (mi scusi per l'antipatica definizione fiorentinaccia...) da "Madonnina Infilzata" che aveva assunto nell'ultimo periodo in quel TG privo di mordente. Illuminanti anche gli aneddoti che ha raccontato, anche se con un sorriso un po' forzato (si legge lontano un miglio: è una professionista amareggiata da una Rai che da anni sta divorziando dalla filosofia del servizio pubblico... C'è poco da sorridere insomma...). Essere stata definita "un bocconcino" da un galante Berlusconi, deve averla un po' choccata anni fa: ha tutta la mia solidarietà!.

Molto meno brillante, e un po' in caduta libera, è invece Monica Maggioni, di cui Aldo Grasso scrive: "Perché Monica Maggioni dà l'impressione di avere fatto dell'«embedded» la sua condizione espressiva e ontologica? Perché la redazione del Tg1 non ha mai fatto un'inchiesta tipo «Report»?"

Già: perché la migliore giornalista donna che vediamo da anni sulla Rai (mi verrebbe da dire l'unica, ma non voglio essere Crudelia...) è una splendida Freelance che porta il nome di Milena Gabanelli.

Parafrasando Grasso, concludo: sia Busi che Maggioni abbiano uno scatto d'orgoglio verso questa Rai (per Busi, un ulteriore scatto d'orgoglio dopo aver dimostrato di aver a cuore la propria professionalità abbandonando il Tg1...). Su coraggio, donne! Non si può sempre dare la colpa al Minzolini di turno! Siamo o non siamo pennivendole o giornaliste? Forza con le vere inchieste! Questo paese ha fame di inchieste, di giornalismo serio e di verità. Così è (se vi pare).

venerdì 19 novembre 2010

Tina Brown, Born(a) to Win

Born(a) to Win non è uno strafalcione come si fa con la tastiera, nell'era delle news veloci online, senza più le sante corretrici di bozze. Born(a) to Win è il felice anagramma della Signora della Stampa, divenuta Signora dell'Online e ora tornata alle origini con l'acquisizione di Newsweek: Tina Brown. Tina ha battuto Arianna: il Daily Beast, fondato dalla ex direttrice di Vanity Fair e del New Yorker, ha acquisito il malandato Newsweek, settimanale del prestigioso club dei newsmagazine più patinati e influenti del mondo. Com'è finito così male in arnese il Newsweek, tanto da farsi acquistare da un sito Web, nato da poco? È la crisi della stampa, bellezza!

In realtà non c'è nulla di bello a vedere fallire un settimanale prestigioso; però c'è tanto da imparare da questa lezione. Innanzitutto dalla fusione Newsweek e Daily Beast nasce un’unica impresa editoriale: la Newsweek Daily Beast Company. E Tina Brown sarà (potente e temuta) direttora di entrambe le testate.

In secondo luogo, chiusi i brindisi di rito, è l'ora di consumare l'unione. Newsweek, dopo l'emorragia dei suoi giornalisti (a fine settembre Howard Fineman, capo del servizio politico di Newsweek, era passato proprio allo Huffington Post) "è ormai lo scheletro di quello che era un tempo". Ma è sulle macerie che si costruisce il nuovo.

Con i talenti provenienti dalla carta stampata e "con le energie dei nativi digitali della nostra redazione riusciremo a far rifiorire l’antica gloria di Newsweek" ha detto Tina Brown, nata per vincere (born to win). "L’esperienza accumulata online negli ultimi due anni ci permetterà di guardare alla carta stampata da un punto di vista nuovo e rinfrescato, come quello di un emigrato che guarda alla sua veccchia patria con nuovi occhi", ha spiegato "Questo creerà una nuova energia e dal punto di vista del business offrirà una doppia piattaforma di marketing".

Di Tina Brown e Arianna Huffington, il mondo forse non sarà pieno. Però mi domando: perché i giornali non si affidano più spesso a capi donne, capaci di sfruttare al massimo il Fattore D? In grado di rinascere dalle ceneri della fenice e guardare, come i bambini, il mondo con occhi nuovi? Certe donne, anche dopo vicissitudini professionali, batoste sentimentali o fallimenti coniugali, ripartono (alcune con umiltà, altre meno) da zero. Sanno azzerare senza troppi rimpianti. E poi vanno alla conquista del mondo, senza guardarsi eccessivamente indietro (almeno, apparentemente; poi dentro di sé, guardano eccome, evitano i vecchi errori, prevengono le trappole, non si fanno fregare dalle minestre riscaldate...).

La stampa è una Vecchia Signora, e certe donne sanno dirigerla meglio di certi uomini. A volte succede: è la womenomics! E a volte va provata come certe creme miracolose, che magari non fanno passare le rughe ma ti rilassano con quel profumo delicato e che sa di buono... Ma le europee devono spesso varcare l'Atlantico per conquistare il successo (o almeno provarci)?

FATTORE D/Più donne manager in Italia

Il Wall Street Journal scrive che aumentano le donne manager in Italia. La battaglia di Valore D contro gli stereotipi di casalinga o velina. Fra le Top 50? Emma Marcegaglia, in quasi completa solitudine.

giovedì 18 novembre 2010

Stupratori? Troppi parlano italiano e molti appartengono alla cerchia "familiare"

Come per le violenze in famiglia, non cerchiamo (solo) all'estero ciò che le italiane già trovano (purtroppo) in casa loro. Facciamo fuori un po' di stereotipi.

La metà delle vittime sono donne straniere stuprate, nel 23% dei casi, da italiani.
A rischio €sono soprattutto le donne separate e divorziate.
I ginecologi: otto suicidi su dieci provocati da abusi sessuali.

Fonte Corriere.it: «A Milano uno stupro al giorno»

Julian Assange risponda all'accusa di stupro

L'accusa sembra ad orologeria (va provata!), ma anche un hacker se vuole essere paladino senza macchia della libertà d'espressione e di informazione, deve rispondere alle accuse. Il mandato di arresto nei confronti del capo di Wikileaks (Julian Assange) da parte del Pubblico ministero per l'accusa di violenza sessuale, è una cosa da chiarire. Subito. E non qualcosa da cui fuggire. Il fuggitivo non è un bel finale!

Informaton wants to be free, but Information isn't knowledge.

Credo che Julian Assange debba cambiare approccio. Quest'aggiamento di "illusione ipnotica" sta stancando? Julian Assange risponda all'accusa di stupro e si metta in gioco. Fuggire dalle proprie responsabilità non è degno di nessun vero Hacker. E, visto che WikiLeaks sembra attingere ai fondi intestati a Wau Holland (un hacker dallo sguardo gentile, morto qualche anno fa, che ha dato molto alla comunità), Assange renda onore a Holland e si scagioni dalle terribili accuse.

Leggi The Register: Hypnotic illusions at the Wikileaks Show
M.C.

mercoledì 17 novembre 2010

Paola Caruso, dallo sciopero della fame a bandiera del precariato

Paola Caruso è donna, giornalista e precaria. Come non ascoltarla? Scrive sul suo blog http://paolacars.tumblr.com/: "Sciopero della fame, quinto giorno. Fine. Oggi interrompo la protesta. Quello che ho potuto fare l’ho fatto. Ho raggiunto il mio obbiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica, almeno per quanto riguarda la Rete e gli organi legati all’editoria. Anche se la maggior parte della stampa tradizionale mi ha ignorata, nonostante i lanci di agenzia."

"Adesso è arrivato il momento - prosegue Paola sul blog - di andare avanti con altri mezzi e strategie diverse per far discutere di precariato. Bisogna portare a casa risultati. Come? Rivoluzionare il sistema mi pare arduo, ma si può tentare di cambiare le regole, di dare più serenità ai precari, di garantire a tutti un lavoro dal valore monetario adeguato e sufficiente a pagare affitto e mantenimento, senza l’aiuto della famiglia. Purtroppo precarietà non significa flessibilità. All’estero un lavoratore flessibile ha uno stipendio superiore a quello di un dipendente a contratto a tempo indeterminato, almeno per quello che ne so. Questo permette ai flessibili di tutelarsi a proprie spese, non potendo usufruire delle tutele aziendali".

"A questo punto - conclude - propongo alla Rete di cambiare l’hashtag, da #iosonopaola a #iosonoprecario e invito la blogosfera a raccontare le tante esperienze di precariato. Diamo voce a tutti. Date voce a tutti. Alle storie, alle preoccupazioni, alle frustrazioni e ai rospi mandati giù. Anche in forma anonima. In modo che se ne parli e il problema venga a galla in maniera consistente e continua. Meglio senza sciopero della fame che vi assicuro è una forma di protesta devastante per il fisico e la mente. Parola mia".

Che ne dici Paola di iniziare a parlare di Contratto unico? Nessuno pensa che la soluzione, non solo per i giornali ma per il mercato del lavoro italiano, potrebbe essere un contratto unico del lavoro con una stabilizzazione progressiva, come propone Ichino da anni?

Di aneddoti di giornalisti Co.co.co potremmo scrivere romanzi, ma mi fermo a due. Primo, quando l'Inpgi - Gestione Separata non ha voluto sentir parlare di sindrome da "Tunnel Carpale" (ti viene? Fatti tuoi, baby!); secondo, quando sono diventata Pubblicista, a pochi mesi dalla nascita di mio figlio (pur dovendo pagare la quota per la gravidanza, non ne ho potuto usufruire dei benefici dell''Odg; della serie "Perché rimanere incinta quando vuoi e non quando sei tutelata?"). In bocca al lupo per la lotta di Paola Caruso, che vuole "ribellarsi al sistema che ci tiene sotto scacco, cambiare le regole. Da sola non posso farlo".

Che fare?

Precaria dal 2000, giornalista pubblicista (precaria) dal 2002

Donne - schiave del nuovo millennio? Qualche dato non guasta...

Non ci sono solo le operaie di Foxconn a ricordarci le origini dello sfruttamento femminile. Ci sono anche altri dati. Le schiave del sesso (le ragazzine con lo sguardo perso nel vuoto sui nostri marciapiedi) rappresentano un business da 32 miliardi dollari (Fonte: IlSole24Ore.om). Ma qualcosa avviene anche in famiglia: tutto pesa sulle spalle della donna (lo dice l'Istat). Nel biennio 2008-2009 il 76,2% del lavoro familiare delle coppie è ancora a carico delle donne, meglio che nel 2002-2003 (77,6%), ma di poco. Il gap nella divisione del carico di lavoro familiare persiste dentro le coppie italiane.

martedì 16 novembre 2010

Perché Google ci vede come "donne senza mutande"? (Per giunta in un supermarket)

Guardate la seguente Jpeg. Cercavo news su donne (avevo digitato la query: donne; volevo cercare "donne e lavoro", ma la nuova opzione della BigG mi ha preceduto suggerendomi delle ricerche mentre digitavo...). Su Google News la funzione mi ha proposto di cercare "donne senza mutande" (in un supermercato), donne senza niente addosso ed altre amenità. Non ciò che io cercavo, ma ciò che Google News mi suggeriva.

Non è una "gaffe" di Google; non è neanche misoginia hi-tech. Ma queste query che vedete nell'immagine saranno probabilmente le interrogazioni più cliccate sul motore di ricerca... Ecco dunque come il mondo ci vede... Altro che Fattore D!

M.C.

lunedì 15 novembre 2010

In sciopero della fame e della sete: la storia di Paola Caruso, giornalista professionista. Precaria al Corriere

Solidarietà ai ragazzi stranieri sulla gru a Brescia. Ma solidarietà piena (mettendo però i puntini sulle i) anche a Paola Caruso, giornalista professionista, precaria al Corriere della Sera.

Paola Caruso ha raccontato la sua storia sul suo Tumblr. Però non vorrei essere assunta per lo sciopero della fame e della sete, dobbiamo voler essere assunte se ce lo meritiamo. E qui non saprei che dirti... (e te lo dico da precaria da 10 anni, giornalista pubblicista da 8): Anzi LO SO: ti direi che non avrei stima di me stessa se mi assumessero per petà o per motivi estranei alle mie capacità. La redazione del Corriere è quella che ha fatto la rivolta contro un Direttore che ha semplicemente osato dir loro la verità del "giornalismo oggi". Lavorare bene è solo il nostro passaporto, il resto è ...carta straccia. Non facciamoci del male da sole.

La storia è questa: da 7 anni lavoro per il Corriere e dal 2007 sono una co.co.co. annuale con una busta paga e Cud. Aspetto da tempo un contratto migliore, tipo un art. 2. Per raggiungerlo l’iter è la collaborazione. Tutti sono entrati così. E se ti dicono che sei brava, prima o poi arriva il tuo turno. Io stavo in attesa.
La scorsa settimana si è liberato un posto, un giornalista ha dato le dimissioni [Jacopo Tondelli, ndr], lasciando una poltrona (a tempo determinato) libera. Ho pensato: “Ecco la mia occasione”. Neanche per sogno. Il posto è andato a un pivello della scuola di giornalismo. Uno che forse non è neanche giornalista, ma passa i miei pezzi.
Ho chiesto spiegazioni: “Perché non avete preso me o uno degli altri precari?”. Nessuna risposta. L’unica frase udita dalle mie orecchie: “Non sarai mai assunta”.
Non posso pensare di aver buttato 7 anni della mia vita. A questo gioco non ci sto. Le regole sono sbagliate e vanno riscritte. Probabilmente farò un buco nell’acqua, ma devo almeno tentare. Perché se accetto in silenzio di essere trattata da giornalista di serie B, nessuno farà mai niente per considerarmi in modo diverso.

M.C.

Domanda per i precari italiani: Nessuno pensa che la soluzione, non solo per i giornali ma per il mercato del lavoro italiano, sarebbe un contratto unico del lavoro con una stabilizzazione progressiva negli anni, come propone Ichino da anni? Invece di cercare ribellismi individuali, con cui farsi male, darei fiducia al parlamentare PD e giuslavorista, snobbato anche a sinistra (e purtroppo sotto minaccia da anni).

Milano, lab 2.0 del Nord (ma il terzo incomodo cova, eccome!)

Pisapia vince a Milano: sarà lui a sfidare Moratti (non a sorpresa; come Vendola rischia di vincere le Primarie del PD: grazie soprattutto alle donne). Non è una sorpresa perché in questi anni, anche grazie a mille battaglie e raccolte firme (anche de La Repubblica), è inutile ripeterlo: il PD si è spostato a sinistra, cannibalizzando la vecchia (e inglobando la nuova) Rifondazione. PD svolta a sinistra? E il centro?

Il centro presenterà, qui già più a sorpresa (ma no, neanche troppo!), il terzo incomodo. Il Bloomberg (in quanto imprenditore) meneghino, colui che - solo - può battere il berlusconismo, essendone stato un Sindaco di punta per poi prenderne le distanze. Milano è il Laboratorio del Nord: la battaglia elettorale sarà Pisapia vs. Moratti vs. ...Albertini (E Bossi che farà?) - come nel 2012 Obama dovrà vedersela contro un candidato repubblicano populista ...e Mister Bloomberg? -.

Dopo 20 anni di "trame di palazzo, guerre televisive, macchine del fango e altre porcherie", torna la voglia di libertà e partecipazione: Pisapia è forse "troppo ideologico" per i pragmatici milanesi, ma se farà (e la farà!) una buona campagna elettorale, saprà ricucire 20 anni di ferite con la sinistra e la città dimenticata.

Milano è una città che vuole ripartire, ritrovando la sua meravigliosa, ironica e vitalissima energia degli anni '50-'60. L'Anno Zero forse è arrivato. Da milanese me lo auguro proprio. Auguro a Pisapia di saper raccogliere la migliore tradizione della sinistra meneghina. Chiunque vinca, mi auguro che salvi l'Archivio Moroni, il vero fil-rouge di un'intera generazione che ai milanesi ha fatto paura e un po' schifo (suvvia ammettiamolo!), ma che invece ha saputo dare a Milano quella mano di vernice punk-Underground (anglosassone, sia newyorchese che londinese) che la Milano istituzionale ha sempre tentato di azzerare o rigettare, come la polvere, sotto il tappeto. Per Milano Expo 2015 può essere un'occasione di rilancio se sarà un'esposizione digitale di grande livello, centrata sull'IT, sulla cultura (La Scala non sia solo il 7 dicembre!) e sull'innovazione con le radici nella tradizione (quella illuminista di Cesare Beccaria e dei fratelli Verri). Altrimenti sarà un'esposizione provincialotta, dal tocco brianzolo: magari folk, ma non degna della Milano che tutti vorremmo rivedere alla ribalta. Per cancellare 20 anni d'imbarbarimento, bunga bunga e quant'altro. Milano, alzati e cammina :)

Sopprattutto spero che emerga dal confronto elettorale e dai comitati elettorali il FATTORE D, il potere gentile della womenomics che da anni manda avanti la Milano più creativa e 2.0. Ragazze, è il vostro momento!
M.C.