Esiste un Femminismo malato? Esistono tanti tipi di "femminismo": quello ingenuo delle ragazze, il femminismo militante degli anni d'oro, il femminismo degli "entusiasmi lenti delle belle addormentate" (è una libera interpretazione tratta da Fabrizio De Andrè), esiste il femminismo con il suo collezionismo intellettuale di parole complicate, ma anche il femminismo di strada del Riot Grrrl delle bad girls anni '90 (che non ebbe grande fortuna, ma sicuramente ha inspirato tante Cyber-hacktivist che oggi fanno il tifo per Julian Assange e/o WikiLeaks o la nuova Openleaks). Quando vedo Sarah Palin, madre di tanti bambini, sparare a un indifeso caribou, penso a mio figlio che inorridirebbe al solo pensiero... E penso che l'indubbio femminismo di Sarah Palin sia davvero un femminismo malato.
Ma oggi dedico questo post a un uomo (e alla sua coraggiosissima moglie!): Liu Xiaobo. La cui sedia vuota alla consegna dei Nobel a Stoccolma grida più delle urla nel silenzio. Un uomo il cui divieto di parlare assorda più dei sassi scagliati contro i vetri infranti della Rolls Royce di Carlo d'Inghilterra, travolto dalla rabbia studentesca. Un uomo il cui sorriso francescano ci ricorda che la democrazia ha tanti limiti, eccome!, ma è pur sempre una conquista preziosa per troppi individui, incarcerati nel mondo soltanto per il loro pensiero libero o la loro voglia di sognare. Il Nobel a Xiaobo è un messaggio di speranza per tutti coloro che, nel silenzio e nella fatica quotidiana, lottano per la libertà di espressione nel mondo.
Liu Xiaobo, autore di Carta '08, rappresenta la promessa di una Cina più libera, umana e capace di spiccare il volo nell'immaginario globalizzato: anche Mister Foxconn lo capirà?
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.