lunedì 31 maggio 2010

La strage degli attivisti pro-Palestina è una tragedia

Un raid contro aiuti umanitari è un attacco sanguinario che suscita indignazione. I 9 morti (per fortuna nessuno dei 4 italiani, tra cui Joe Fallisi, storico autore dell'anarchica "Ballata del Pinelli", e Manolo) sono una tragedia e un disastro umanitario sul martoriato scacchiere medio-orientale. Solidarietà alle donne e uomini che con coraggio cercano di rompere il muro dell'indifferenza e a portare un po' di umanità dove tutto sembra fallire e dove ogni volta qualsiasi atto, anche pacifico, finisce in massacro.

Update: Il primo ministro britannico, David Cameron, ha definito "totalmente inaccettabile" l'episodio e ha aggiunto che è necessario "fare il possibile per far sì che una cosa del genere non accada mai più".

mercoledì 26 maggio 2010

Istat, la crisi si abbatte su giovani, Neet e donne: la laurea è lo scudo anti-crisi

Il Rapporto Istat afferma che le penalizzate sono le donne, soprattutto se hanno figli. Il loro tasso di occupazione è calato l'anno scorso al 46,4%, contro una media europea che oltrepassa il 58%. Tra i 27 solo Malta fa peggio di noi. In Italia, per le donne conta il titolo di studio: le laureate mantengono o trovano nuovo lavoro. Fra le donne laureate la percentuale di occupazione sfiora la media europea.

L'Italia però non è neanche un paese per giovani: hanno perso lavoro i precari, con contratti a termine o a progetto. Ma c'è un "però". La disoccupazione è un conto; ma non cercare nuove "finestre di opportunità" (corsi di formazione, informatizzazione...) durante la disoccupazione è un altro.

I bamboccioni? Ci sono eccome: non studiano nè lavorano. I Neet italiani sono un record non invidiabile. Durante i periodi di disoccupazione, la formazione dovrebbe essere il salvagente contro la crisi.

martedì 25 maggio 2010

Zen talebano a Palermo

Ho amato la Sicilia alla follia, grazie ad amici e amiche siculi stupendi. Quindi riporto con profonda amarezza quanto scrive Roberto Galullo (già autore di“ECONOMIA CRIMINALE- Storie di capitali sporchi e società inquinate”) sul suo blog su Ilsole24Ore.com: "Ebbene la cultura dello Zen – anno domini 2010 – è la (non) cultura dell’estremismo malato dell’Islam (parlo dei talebani pronti a uccidersi e a uccidere per la loro delirante visione della religione e del mondo)". Galullo racconta la storia delle "madri bottane" (pulle) e dello Zen talebano. XXI secolo? Ma la Sicilia della mafia è ferma all'era islamista. E non si vede un Federico II all'orizzonte.

Fonte:
"Dimenticare Palermo/ Le madri “bottane” e le medaglie della legalità rifiutate dalle famiglie dello Zen" (Il Sole 24 Ore)

lunedì 24 maggio 2010

Scuola dal primo ottobre? Il ministro Gelmini vuole mandare le mamme in crociera sul Mediterraneo... o dallo psichiatra?

Geniale: In una scuola pubblica che va a pezzi (e il problema, dott.ssa Busi, non sono 4 euro di carta igienica a nostro carico!!! Ma: drastici tagli al tempo pieno; assenza di ore per i maestri di sostegno... Care giornaliste: fate per un anno la Rappresentante di Classe in Italia, imparerete ben più che alla conduzione del TG1 di Rossella - Mimun - Minzolini!) abbiamo il ministro dell'Istruzione che vuole incentivare il Turismo.

Già le famiglie sono in rivolta per 20 euro di gite scolastiche. Già le famiglie italiane e straniere non arrivano a fine mese. Già hanno problemi enormi per "parcheggiare" i figli con i corsi dopo-scuola nei mesi pre-vacanze (non tutti hanno la villa al mare dove trascorrere 90 giorni fino al ritorno sui banchi): i prezzi per ogni figlio variano da 70 a 120 euro a settimana.

Ma non basta! Il ministro Gelmini vorrebbe che le scuole riaprissero il 30 settembre o il primo ottobre. Come nella scuola èlitaria dell'epoca di mio padre.

Care mamme, tutte in crociera? A quell'epoca sono low-cost! ...O forse finiremo tutte dallo psichiatra?

Ma non a carico del Ssn: al ministro Tremonti verrebbe un infarto! Il prossimo passo deve essere: Donne italiane tutte casalinghe?

Ah dimenticavo: la Cei lancia l'allarme "suicidio demografico". Eminenz... Con certi ministri, è difficile avere voglia di fare figli sapendo che poi la loro vita scolastica sarà durissima, le loro vacanze saranno complicatissime... No Welfare, No babies!

domenica 23 maggio 2010

Se la cellulite diventa una malattia. Se l'allattamento al seno rovina il decoltè. Storie di ordinaria follia (con morto)

È primavera. Le pubblicità degli anti cellulite dilagano. Ormai la cellulite, da inestetismo qual era negli '80 e '90, è stata promossa a vera e propria malattia. La pelle a buccia d'arancia è insomma un nemico da abbattere. Un male da debellare come un cancro.

Ma anche si legge in giro che l'allattamento al seno rovina il decoltè (!). Ancora oggi il più naturale degli istinti femminili viene visto come un qualcosa di sconveniente. Bisogna porre rimedio al nostro "essere mammiferi" con la chirurgia estetica.

Storie di ordinaria follia? Sì, ma con donne morte (dopo liposuzione) e una mamma in coma (dopo un intervento di plastica al seno). È vero, di (in)estetismi a volte si muore. Sul corpo delle donne gli esperimenti e le torture vanno avanti da secoli.

venerdì 21 maggio 2010

Il TG1 minzolinista "dimentica" donne, precari e disoccupati: NO ai bavagli!

"Oggi l'informazione del Tg1 è un'informazione parziale e di parte. Dov'è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro titolo.
E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata".

[Fonte: La lettera di Maria Luisa Busi al "Direttorissimo" Augusto Minzolini]


Gli "invisibili" non sono mai stati al centro del TG1 in tutta la sua storia. Ma è vero che il Minzolinismo "è il governo che si fa tg": non banale censura (stile Iran o Cina), ma qualcosa di più subdolo e pericoloso. Un laboratorio di cui già ci ha raccontato Draquila di Sabina Guzzanti. Un esperimento di cui i mediattivisti di Indymedia nel mattatoio della Diaz e nella "macelleria sudamericana" di Bolzaneto videro, e subirono sulla loro pelle e nella loro nuda carne, i primi (scomposti, imbarazzanti e virulenti) tragici vagiti. Oggi anche i volti noti del giornalismo prendono atto che non è solo mignottocrazia (che offende le donne), ma questo approccio ha in nuce qualcosa di ben più insidioso. Meglio tardi che Mai!

Solidarietà a tutte le vittime dell'autoritarismo (da Cuba all'Iran, da sinistra a destra, passando per il TG1 :). Le libertà di espressione e di informazione sono preziose per tutti!

Da Repubblica.it: LO SPECIALE. TUTTE LE INFO, COME FIRMARE: AUDIO, FOTO, VIDEO

giovedì 20 maggio 2010

Vogliamo sapere: No ai bavagli alla libertà d'informazione

Contro il Ddl anti intercettazioni: No ai bavagli alla libertà d'informazione!

"Così com’è, la legge rischia di compromettere un diritto dei cittadini, tutelato dalla nostra Costituzione: quello di informazione e di critica."
(...)
"Se la legge fosse approvata, per far solo un esempio, oggi probabilmente l’opinione pubblica italiana nulla saprebbe della vicenda che ha portato alle dimissioni del ministro Scajola…"
(...)
"Ancor più grave sarebbe poi l’effetto sulla società civile. Come chiarito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, la cronaca giudiziaria è essenziale in democrazia per consentire ai cittadini di verificare il corretto funzionamento della macchina della giustizia. Privati delle informazioni necessarie non potrebbero formarsi una opinione equilibrata sulla legittimità delle azioni intraprese dalla magistratura, come invece nei recenti casi sopra citati la cronaca giudiziaria ha consentito loro di fare."

mercoledì 19 maggio 2010

Quanto vale la tua libertà? Facebook svende la privacy, mentre tu lasci le impronte digitali sul Web

Noi donne vogliamo, anche online, la capacità e la potenzialità di fare le cose. Perché "in una società libera, si devono soprattutto allargare le capacità di ciascuno, per rendere gli individui abbastanza forti da difendersi sul mercato con i propri talenti" dice De Benedetti parafrasando l'economista Amartya Sen.

Ma quanto siamo libere nel mercato digitale dei social network? Quanto è monetizzata la nostra "libertà" di comunicare online, trovare amicizie e fare progetti di vita e professionali?

Me ne sono occupata dal 1996, ma insieme ad amici hacker e cyber-hacktivist che ragionano su questi delicati temi dagli anni '80, quando la telematica era o ultra professionale (accademica soprattutto) o amatoriale (le Bbs eccetera). La Privacy è la Cenerentola del Web.

Oggi me lo richiedo: tante amiche cercano la "libertà" su Facebook, ma il sito di social network è gratis perché monetizza la loro _(quanto spontanea?) rinuncia alla propria privacy. Intanto i dati preliminari del progetto Panopticlick (che saranno presentati a luglio a Berlino) sono allarmanti: chi naviga sul Web (e non solo sull'irrinnciabile Facebook per socialitè à la page) è schedabile in poche mosse...

Il Panopticon ci controlla: tutto bene? La (presunta) cyber-libertà val bene il requiem della privacy? Quanto ci fidiamo del giovin-signore Mark Zuckerberg, nèo feudale del social Web recintato? Ma perché fidarsi?

Ecco perché non sono su Facebook ma il social mi piace :)
M.C.

Leggi anche: Eff lancia allarme impronte digitali sul Web
Facebook è a un bivio? Luci ed ombre dell’ascesa inarrestabile del social network

sabato 15 maggio 2010

Draquila: Sabina Guzzanti è meglio di Michael Moore! E le donne abruzzesi sono il nostro faro

Sabina Guzzanti è non solo una spiazzante comica (divertentissima soprattutto quando imita le donne - una per tutte: Moana Pozzi! - più che Berlusconi: perché il Premier è lui "comico" senza bisogno di imitazione!). Sabina Guzzanti è non solo una imitatrice spettacolare e una (potenziale) grande attrice, ma è soprattutto una regista di documentari più sensibile ed efficace di Michael Moore. Michael Moore le ha dato l'ispirazione, l'input, ma lei ha stracciato l'originale grazie all'intuito (femminile!) di raccontare L'Aquila dal punto di vista delle (grandi, sensate e coraggiose) donne abruzzesi.

Draquila è un film di rara intelligenza e analisi, e non una scialba copia della realtà. Lo spunto è il terribile terremoto abruzzese di un anno fa, ma il documentario parla di tutti noi. Da Guzzanti mi aspettavo un film capace di prendermi la testa, ma mi ha spiazzata: mi ha preso il cuore. Sabina Guzzanti è un'acuta osservatrice, una "fotografa della realtà" che ha usato il suo brillante immaginario per raccontarci in immagini, gesti e parole ciò che i giornalisti scrivono, ma spesso (ahimè!) non raccontano. Ciò che i giornali pubblicano ma in fondo nessuno legge.

Come è noto in Italia c'è un club di 5 milioni (five-million-club) fra lettori di giornali, abbonati alla Tv Satellitare di Rupert Murdoch (che magari seguono Sky e non il demagogico TG1) e fra lettori "forti" di saggi, libri, blog e newsletter. Il resto degli italiani guarda la Tv generalista: insomma, ciò che passa il convento (sterilizzato da ogni possibilità di analisi).

Sabina Guzzanti si rivolge non solo ai 5 milioni di italiani super-informati (e se mai, vittime inconsapevoli di information overload o diluvio informativo...) bensì punta dritto al cuore dei 40 e passa milioni di italiani che guardano la Tv del pomeriggio e i TG delle reti ammiraglie.

Le donne abruzzesi dicevo. Le signore abruzzesi, con semplicità e lucidità, ci mostrano che il re è nudo. Imperdibile e tenera è la signora che (dopo aver perso tutto nel terremoto) si è commossa perché ha ricevuto, insieme alle chiavi della casetta della Protezione Civile, il ferro da stiro. Il ferro da stiro: il più sublime strumento di tortura e sottomissione psicologica delle donne!

Quella signora dovrebbe aprire gli occhi a noi tutte, magari disincantate, rese ciniche dalla vita moderna e da famiglie sgangherate post-moderne... Quella signora che ringrazia Berlusconi perché le ha dato ciò che le spettava di diritto, che crede che il Premier sia lo Stato (L'Etat c'est moi... vi ricorda qualcosa? Luigi XIV, prima della Rivoluzione francese?), quella signora che si commuove per lo scopino del bagno (dopo mesi passati nelle tendopoli dove non si poteva bere né caffé né coca-cola!) è un segno dei tempi. La signora è un simbolo di come il Premier vede noi donne!

E vogliamo dimenticare la Signora di 74 anni, uno più del Premier, con le belle rughe delle nonne, che si chiede con frivola e beata ingenuità: "Non potrei essere sua moglie?". (E noi sorridiamo ciniche e sofisticate: Ma, signora mia, non ha mai visto D'Addario e piccole-escort-crescono? Ah, la mignottocrazia di Guzzanti padre!)

Ecco perché mi ha rincuorato il film di Sabina Guzzanti (Ma chi non vorrebbe una sorella maggiore come Sabina?). Perché ha messo il dito nella piaga: il film dimostra che chi paga le tasse in Italia (troppo pochi!), non sa quali diritti e doveri ha in Democrazia: non conosce l'Abc della Costituzione né del codice civile e penale. Non sa cosa gli spetta! Non sa cosa sia lo stato di diritto!

Ma soprattutto a me ha fatto tenerezza e simpatia un'altra signora stupefacente: la signora che, nella casetta sistemata di tutto punto, con la cucina nuova, la batteria di pentole completa e la Tv Flat (magari sognata prima del terrificante terremoto!), quando le cade una goccia di caffè o di unto sul lucidato-a-lustro piano Inox della cucina nuova di pacco, lo va a pulire, strofinare e a lucidare con l'ansia e la tachicardia della sposina-anni-50 a cui il marito/padrone ha comprato il regalo di nozze.

La signora con lo straccio in mano, siamo tutte noi: la signora dice, sconsolata, che "quella casa non è la sua casa" e lei non "la sente sua", anzi si sente "ospite in casa sua".

Ecco l'Italia del 2010: nessuno è libero in casa sua, ma ospite (forse un po' indesiderato!) e non può calpestare le aiuole, né disturbare il conducente alla guida né mettere in disordine la sua cucina.

Meraviglioso è poi il professore che ritorna ai suoi libri e alle sue carte, contro le prevaricazioni del Potere...

Grazie Sabina! Grazie per aver mostrato a tutti noi (e non solo a un club di 5 milioni di informati) come sta diventando l'Italia dell'era Berlusconiana: un teatrino ad uso e consumo di una casta. Un paese di plastica in cui siamo solo ospiti. Non un paese civile e democratico, in cui invece bisogna rimboccarsi le maniche (se dal tetto piove!), in cui serve l'Austerity per pagare i debiti, ma anche un paese in cui ci sia la vera allegria e serenità dell'italianità reale delle signore abruzzesi. Magari con la testa fra le nuvole, ma coi piedi ben piantati per terra: signore abruzzesi, che lezione di vita per le italiane dell'ultima borsetta o dell'ultimo gadget fashion!

M.C.

giovedì 13 maggio 2010

Pariodispare.org per monitorare uomini e donne in Tv

La proposta di Emma Bonino (Corriere della Sera 12 maggio 2010 pag. 34) è intelligente e simpatica. La Vice Presidente del Senato propone un Osservatorio su uomini e donne in Tv (a partire dalla Rai) per prevenire l'imbarbarimento della Tv pubblica, mettere paletti agli stereotipi in televisione e per contrastare la pubblicità offensiva. I nostri figli e nipoti ci guardano: e non vogliono fare questa fine senza dignità!

Se avete visto Ilcorpodelledonne.net di Lorella Zanardo o vi siete imbattut* nello sguardo ammiccante verso la "signora Giovanna" nello spot di una vernice, sapete di cosa parliamo.

Mentre Steve Jobs censura i capezzoli di Madonna sull'iPad, la Tv nostrana non fa che propinarci sguardi allupati e imbranati, interviste imbarazzanti e pubblicità grevi in ogni ora del giorno.

Tra il neo-puritanesimo del Ceo di Apple e l'imbarbarimento della nostra Tv pubblica, potrà esserci una via di mezzo, anche leggiadra e frivola ma non offensiva per le donne? Pariodispare.org ci prova e chiede alla Rai l'Osservatorio contro le discriminazioni di genere. Finalmente qualcosa si muove!

martedì 11 maggio 2010

Porno, sì o no? Steve Jobs e Wikipedia contro l'hard, mentre PlayBoy va in 3D per battere la crisi

La rivoluzione sessuale cede il passo a Internet? La mercificazione del corpo delle donne è sorpassata? L'online, trainato dal mondo hardcore fin dalle sue origini, si sta scoprendo puritano? Certi segnali dal mondo della pornografia mostrano che il porno classico (quello patinato di PlayBoy per esempio) ha fatto il suo tempo. E forse ha bisogno di una nuova revolution, oltreché degli occhiali 3D.

Ecco alcuni segnali provenienti dal mondo hi-tech che mostrano l'obsolescenza dell'editoria a luci rosse e la svolta neo-puritana del mondo digitale.

Nella Silicon Valley Steve Jobs, Ceo di Apple, e il co-fondatore di Wikipedia lanciano due crociate distinte, ma non troppo lontane, contro l'hardcore. Basta porno sull'iPhone: Steve Jobs ha fatto rimuovere 5mila Web apps sexy dal suo App store per iPhone e iPad. Jobs ha spiegato la svolta con l'etica e il rispetto verso le donne (grandi acquirenti di prodotti Apple! Per questione di Fashion): insomma, womeneconomics.

Wikipedia elimina le immagini porno (e non solo: perfino immagini di genitali) dalla sua celebre enciclopedia online. Lo ha proposto il co-fondatore di Wikipedia, Jimmy “Jimbo” Wales.

La Rete insomma si scopre puritana? O è solo una questione di economia?

Intanto il vecchio Hugh Hefner lancerà PlayBoy in 3D, con occhialini allegati al giornale: ha detto con la consueta lucidità che l’unica visione tridimensionale che interessa agli uomini in fondo è “una signora svestita in 3D“... Può darsi, ma PlayBoy va in 3D per non "andare in bianco": la tiratura di Playboy è crollata dai 3,5 milioni di copie del 2006 a un milione e mezzo, a causa di Internet e del porno online...

Insomma, il porno classico, che mercifica il corpo delle donne dalla notte dei tempi, non è nella sua stagione d'oro. A causa dell'hi-tech! E chi l'avrebbe mai detto?

lunedì 10 maggio 2010

Ricette anti crisi: dall'iPad alla filantropia immobiliare

Mentre la crisi morde, non conviene né abbattersi né deprimersi. L'oggetto più venduto durante le crisi economiche è il rossetto: è low-cost, ha effetto anti depressione ed è il modo più fashion per misurare una recessione. Apple sfodera iPad per battere il rischio di double-dip: costa quanto un netbook, ma è più sexy, si usa in punta di dita e gioca con l'effetto cocoon dei gadget. Basterà?

No di certo! Se un rossetto o un iPad possono evitarci una sciocca depressione, conviene battere altre strade per evitare il peggio. Negli Usa nasce la filantropia immobiliare: società Non profit comprano in blocco dalle banche tante case tolte ai proprietari morosi, ma, invece di sgomberare gli ex proprietari, fa loro pagare un mutuo più basso ("rate più umane"), su misura delle loro reali possibilità economiche, invece di costringerli a vivere in una roulotte.

Chi ha inventato la compravendita filantropica? Patricia Hanratty di Boston ommunity Capital. Il fattore D rulez.

Altre idee originali anti crisi? Se sapete cucinare divinamente, aprite un blog di cucina con video su YouTube delle vostre migliori ricette. Se siete fashioniste, giocate con un blog all'ultima moda: le foto delle più belle e originali vetrine della vostra città, con prodotti di nicchia e manufatti non globalizzati, farà scena. Se sapete offrire consigli di interior design economici, è giunta la vostra ora. Se siete hi-tech, offrite rimedi anticrisi per recuperare il Cd graffiato o la batteria che si scarica in fretta: sono alla portata di tutti e vi daranno tono.

Se avete una casa in posizione panoramica, il B&B potrebbe fare per voi. Ma potete anche abbinarlo a lezioni di cucina per stranieri: insegnare a preparare una ribollita, la pizza, la pappa al pomodoro, l'acqua cotta o altre leccornie low-cost con ricette della nonna a una new yorchese, fa sempre chip & chic. Connubio perfetto in tempo di crisi. Non deprimetevi: fantasia al potere, why not? (Anche se l'euro sembra in caduta libera! :)

venerdì 7 maggio 2010

Le signore dell'Hi-tech

Una volta si contavano sul palmo di una mano: Carol Bartz, iron lady di Yahoo!, ex Ceo Autodesk; Carly Fiorina, controverso ex Ceo di HP (ex potentissima, ma poi scivolò su Compaq e altri disastri); Meg Whitman, ex Ad dell'e-commerce di eBay.

Oggi le Signore della tecnologia sono una nutrita truppa, creativa e agguerrita: a partire da Miss Google, Marissa Mayer, vicepresidente di Google; Carol Bartz, che ha portato a casa un accordo decennale con Microsoft; ma anche: Jen Bekman (20X200); Fernanda Viegas (Flowing Media); Alison Lewis (Switch Craft); Darlene Liebman (Howcast Studios); Susan Wu (Ohai); Meredith Artley (Managing Editor di CNN.com); Jill Tarter (SETI). Insomma, l'hi-tech si tinge di rosa :)

giovedì 6 maggio 2010

Black Blocs, Goldman S(u)cks e follie da Luigi XVI: Mister Clegg, ci stupisca!

Per la stampa: i Black Blocs sono al plurale perché, nati da una costola dei movimenti tedeschi degli Autonomen anni '80, sono piccoli gruppi-di-affinità di pochissime persone (e non un blocco unico infiltrabile). Finiti alla ribalta con le felpine nere coi cappucci e la guerriglia dei giorni di Seattle anti Wto del novembre '99, una volta dicevano: violenza sulle cose, mai sulle persone. Ieri hanno infranto il loro codice: tre cadaveri lasciati sul campo è omicidio, senza se e senza ma.

Goldman S(u)cks: Fa sorridere come succede solo a certe battute, leggere e stupide, dette sull'orlo dell'abisso o sulla prua del Titanic... Insomma, mentre Milano precipita e Atene brucia, forse fa ridere o forse piangere.

Intanto, mentre il mondo ritorna sull'ottovolante della speculazione (speculazione anche contro i truffatori di conti e contro i Madoff di stato che truccano i conti...), l'Italia vive le sue follie da Ancient Regime e Luigi XVI.

Mister Clegg, la Gran Bretagna 'stasera saprà stupirci? Via, ci regali un sorriso in una settimana da incubo :)

(Post scritto ascoltando Franco Battiato - L'animale)

mercoledì 5 maggio 2010

Troppa libertà di stampa? Non al TG1, suvvia...

La Rai non è la Bbc, su questo non ci sono dubbi. Ma il TG1, il telegiornale della rete ammiraglia, assomiglia sempre più a una "telestreet di quartiere" dove il folklore fa la parte del leone. Ieri la notizia delle dimissioni di Scajola alle 13.30 (servizio clou della settimana politica) è scivolata in terza notizia: che scaletta audace, mister Minzolini!

Perfortuna il Premier Silvio Berlusconi, tycoon della Tv privata, ci ha ricordato che in Italia c'è fin troppa libertà di stampa.

Forse pensava alla libertà di sparare a raffica notizie su cani e gatti come quelle riportate da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera di oggi? Il che la dice lunga sullo stato della libertà di stampa del Direttorissimo (Ipse Dixit) al TG1!

Secondo RSf l'Italia è scivolta dal 44esimo al 49esimo posto. Freedom House, l'organizzazione non governativa che promuove la democrazia, ha relegato l'Italia al 72esimo posto nella classifica mondiale e al 24esimo tra le 25 nazioni dell'Europa occidentale: Italy is «partly free», solo parzialmente libera.

Questo per dire che la libertà di stampa, Mister President, è proprio un'altra cosa dai Tg nazionali. Usate Internet e comprate i giornali, sarà meglio! :)

martedì 4 maggio 2010

Spettro default Argentino o crisi Greca: le donne innalzerebbero la propria età pensionabile?

L'economista Alberto Alesina, professore all'Università Harvard a Cambridge, vuole davvero una riforma delle pensioni ? O solo una mezza-riforma delle pensioni (relativa all'altra metà del cielo)?

Mi spiego: ha ragione a ricordarci quanto l'Italia sia Piigs (una delle due i sta per Irlanda, l'altra per Italia) con un debito pazzesco e crescita asfittica da anni. Ha ragione a farci la predica su mancate liberalizzazioni, riforme eccetera. Ma poi torna sempre sulla riforma delle pensioni: e, anche se non lo dice esplicitamente (o non ricordo!), è evidente che vorrebbe allineare l'età pensionabile delle donne nel privato a quella degli uomini.

E le donne sarebbero disposte a un sarcificio per salvare il paese dal rischio default Argentino o da una crisi in insalata Greca?

Forse potrebbero anche sacrificarsi (come vestali), ma senza ottenere in cambio nulla?

Che ne so: asili nido e dell'Infanzia con orari più flessibili? Part-time meno centellinati? Tele-lavoro più diffuso? Periodi sabbatici lungo tutto l'arco pediatrico? Maternità vera anche per le lavoratrici precarie?

Ok: qualche sacrificio si potrà anche chiedere alle donne. Ma non "a costo zero" come al solito... O no?

lunedì 3 maggio 2010

L'ombra Lewinski sui coniugi Obama. La novità? Questa volta è bella, ma Michelle è tosta

Ebbene sì. La politica logora e non solo chi non ha potere! Anche nell'idilliaca famiglia Obama, come in quella anni '60 Kennedy, incombe l'ombra del tradimento: l'altra (al secolo Vera Baker) è sinuosa, black, spavaldamente bella e 35enne. All'epoca dei fatti poco più che 30enne. A differenza di Monica Lewinski, non ci tiene (almeno per ora) ad alimentare il gossip e non avrà messo vestiti compromettenti, come smoking gun, in freezer. Michelle Obama se ne infischierà? O se ne andrà di casa? L'America puritana, che perdonò Clinton solo a metà e solo grazie a un'economia in crescita, questa volta come si comporterà?

[Fonte IlSole24Ore.com: Lui, lei e le voci di un'altra]

Effetto Clegg: "The Lady Killer" conquista le donne

I lib-dem forse non saranno l'ago della bilancia, ma Mister Clegg (il terzo incomodo delle elezioni britanniche fra Labour e Tories) piace al 32% delle donne. Non ne dubitiamo: non è troppo aristo-chic (come il conservatore Cameron), ma neanche è sciatto (come il laburista Brown): parla bene, è alla mano ma competente. Non sembra uno che adesca signorine come certi nostri politici (o che evade le tasse, il che sarebbe deliquenziale e inopportuno!), ma sembra simpatico e naturale: di questi tempi, non è poco.

Ma soprattutto ha una moglie 40enne, dinamica, spagnola (quindi, immaginiamo, filo-europeista) e in carriera (ma senza fronzoli e senza tirarsela troppo).

Nick Clegg,the lady killer”, regalerà la vittoria ai Tory interrompendo la lunghissima stagione Labour. È la politica, bellezza? Macché: it's the economy, stupid: il debito britannico che sembra voler far concorrenza ai Piigs inorridisce gli inglesi.