martedì 11 maggio 2010

Porno, sì o no? Steve Jobs e Wikipedia contro l'hard, mentre PlayBoy va in 3D per battere la crisi

La rivoluzione sessuale cede il passo a Internet? La mercificazione del corpo delle donne è sorpassata? L'online, trainato dal mondo hardcore fin dalle sue origini, si sta scoprendo puritano? Certi segnali dal mondo della pornografia mostrano che il porno classico (quello patinato di PlayBoy per esempio) ha fatto il suo tempo. E forse ha bisogno di una nuova revolution, oltreché degli occhiali 3D.

Ecco alcuni segnali provenienti dal mondo hi-tech che mostrano l'obsolescenza dell'editoria a luci rosse e la svolta neo-puritana del mondo digitale.

Nella Silicon Valley Steve Jobs, Ceo di Apple, e il co-fondatore di Wikipedia lanciano due crociate distinte, ma non troppo lontane, contro l'hardcore. Basta porno sull'iPhone: Steve Jobs ha fatto rimuovere 5mila Web apps sexy dal suo App store per iPhone e iPad. Jobs ha spiegato la svolta con l'etica e il rispetto verso le donne (grandi acquirenti di prodotti Apple! Per questione di Fashion): insomma, womeneconomics.

Wikipedia elimina le immagini porno (e non solo: perfino immagini di genitali) dalla sua celebre enciclopedia online. Lo ha proposto il co-fondatore di Wikipedia, Jimmy “Jimbo” Wales.

La Rete insomma si scopre puritana? O è solo una questione di economia?

Intanto il vecchio Hugh Hefner lancerà PlayBoy in 3D, con occhialini allegati al giornale: ha detto con la consueta lucidità che l’unica visione tridimensionale che interessa agli uomini in fondo è “una signora svestita in 3D“... Può darsi, ma PlayBoy va in 3D per non "andare in bianco": la tiratura di Playboy è crollata dai 3,5 milioni di copie del 2006 a un milione e mezzo, a causa di Internet e del porno online...

Insomma, il porno classico, che mercifica il corpo delle donne dalla notte dei tempi, non è nella sua stagione d'oro. A causa dell'hi-tech! E chi l'avrebbe mai detto?

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