venerdì 30 luglio 2010

Le donne italiane sono più esposte alla disoccupazione e alla povertà

Uno svantaggio strutturale di genere espone le donne italiane in misura molto maggiore degli uomini alla disoccupazione e alla povertà. È questo in sintesi il contenuto dell'ultimo documento del Cnel - il -Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, organismo di consulenza al servizio delle istituzioni - dal titolo "Il lavoro delle donne in Italia: osservazioni e proposte".
[Fonte IlSole24Ore.com: "Il lavoro delle donne in Italia" di Anna Zavaritt]

Purtroppo non è un bel quadretto per salutarci in vista delle ferie di agosto. Il Blog VecchieFarab(R)utte vi augura Buone vacanze!

lunedì 26 luglio 2010

Le "Er Calippo e 'na bira" girls fanno il pieno su YouTube

L'estate porta con sé i tormentoni. Ma il più ruspante, coatto e divertente è quello che da Sky è finito su YouTube, con un milione e mezzo di click. Perché piace? Perché le ragazze di Ostia (diventate per tutti: le "Er Calippo e 'na bira girls" sono carine naturali, spontanee e nulla hanno da spartire con le NeoMant(enute). Ci ricordano la "coatta che è in noi" senza però fare "della coattaggine un'armatura da battaglia e da esposizione". Sono autentiche, non costruite a tavolino, e Pop al naturale. Ma senza tirarsela: street girls non cedete ai modelli preconfezionati! :)

venerdì 23 luglio 2010

Lupus in fabula: Barbara Berlusconi festeggi in pace la sua meritata laurea

Sembra la storia del lupo e dell'agnello di Esopo. Se di mezzo non ci fossero professori di chiara fama e un'università prestigiosa, sembrerebbe però una ennesima bega da cortile italiano. E un po' dispiace perché di mezzo va una giovane nèo laureata che ha sgobbato sui libri e ha preso tanti bei voti.

Credo che la difesa del voto di laurea di Barbara Berlusconi da parte di Massimo Cacciari debba mettere la parola fine alla querelle (lode sì o no?): il voto del 110 e lode è meritato, punto e basta, ha detto Cacciari di fronte a un'altissima media di voti.

Però dispiace che in un paese dove già la "meritocrazia è un crimine" si scateni la bagarre quando ad essere premiata sia una ragazza con un'ottima media, casualmente figlia del Premier: il merito deve valere per tutti, senza guardare in faccia a nessuno.

La lettera infuocata di un'autorevole professoressa a Repubblica appare strumentale e suona come una riedizione della favola del lupo e dell'agnello (dove Barbara è l'agnello). Per Barbara (di cui ho letto solo interviste sensate ed equilibrate) può essere un'utile lezione: per imparare a guardarsi fin da subito dai lupi che si annidano ovunque. Ma per i lupi, un consiglio: attaccare gli agnelli non rende onore a nessuno, anche se l'attacco è in buona fede. In questo paese, privo di "ascensori sociali", il merito va difeso sempre. Per tutti, nessuno escluso. Altrimenti che senso ha la sana battaglia per la meritocrazia?

Auguri a Barbara perché si goda il suo voto meritato e continui a camminare con le sue gambe: non si abbassi a rispondere alle polemiche di questo basso impero! Lei, Barbara, merita rispetto. Risponda coi fatti: se metterà a frutto la sua tesi di laurea e le sue scelte, farà parlare di sé. La stoffa ce l'ha. E legga il bell'articolo di Maria Laura Rodotà sul giudice Kagan :)
M.C.

P.s.: Scrivo questo Post da ex studentessa mediocre a cui, verso il 20esimo esame, una professoressa, dopo aver visto il mio libretto con voti altalenanti dal 18 al 28, mi disse: "Ah, ma sei la nipote di G.C.? Lo sai che una voce della Treccani è dedicata al tuo nonno? Ma perché non ti sei iscritta all'università di P. dove avresti preso tutti 30?". Le ho risposto che non mi interessava prendere dei 30 non meritati. Ma avrei dovuto risponderle: "Forse, perché a me piace conquistarmi le cose con le mie capacità (se le ho) o cambiare strada (se scopro di non avere talento): "Nondum matura est" non fa per me, ma neanche prendermi meriti non miei (a che servirebbe poi?)". Quella professoressa mi ha fatto capire in che stato versi l'università italiana. E a prendere atto che se avevo voti non all'altezza forse era il caso di laurearmi e cambiare professione; e non la sede universitaria!

P.S.2: Alle ragazze tocca difendersi proprio da tutti... Certe stucchevoli querelle capitano anche ai rampolli maschi o sono riservate alle femmine? Meglio non soffermarsi: le sfide fortificano. E ci fanno apprezzare di più le nostre conquiste :)

lunedì 19 luglio 2010

Berlusconi: "Belle laureate non come la Bindi"

Che Rosy Bindi non sia il tipo di Berlusconi, ce ne eravamo accorte (ma immaginiamo che sia felicemente ricambiato: neanche Berlusconi non sarà il tipo di Rosy Bindi!). Ma il Premier non sa trattenersi e lo ripropone in ogni circostanza, anche in visita all'ateneo e-campus vicino Como, non ce l'ha fatta e ha parlato delle "Belle laureate non come la Bindi", ironizzando nuovamente sulla presidente del Partito democratico. Certe battute non annoiano?

Women in Technology, l'IT si tinge di rosa

Formazione e qualifiche professionali sono il miglior biglietto da visita per le donne che vogliono scalare una carriera nell'IT. Lo riporta Women in Technology. Studiare, studiare, studiare: altre scorciatoie non convengono granché.

mercoledì 14 luglio 2010

Mentana: Le colleghe donne non devono per forza essere "bellezze da copertina"

Il Tg professionale, senza inutili fronzoli, senza servizi di solo folklore (vedi TG1), senza vittimismi e "inutili prove di coraggio" (maddeché?), c'è anche sulla Tv in chiaro: su La 7 grazie all'arrivo di Enrico Mentana alla direzione del tg. Finalmente un po' di aria nuova anche per chi non guarda o non ha la possibilità di abbonarsi al satellitare. Il Corriere della Sera ha intervistato Mentana: "Pensa a nuovi volti per La7? «Sì, ma solo persone della redazione. Sulle colleghe donne sarebbe bene cominciare a pensare che non devono essere per forza bellezze da copertina». Forse c'è ancora spazio per il buon senso anche nel paese del Premier PlayOld(man).

domenica 11 luglio 2010

Fattore D/ Donne @work, l'Ict dà una mano all'occupazione femminile

Non ci sono solo i cellulari anti-molestie (con Sms preimpostato d'aiuto) e servizi notturni per donne non accompagnate (Help Donna della Regione Piemonte andrebbe replicato in tutta Italia), ma l'Ict da sempre dà una mano alle donne.

Adesso nasce Donne @work, uno sportello online per incrementare l'occupazione femminile e sviluppare un mercato del lavoro flessibile che risponda alle esigenze delle PMI. Ma con un occhio al fattore D. Sarà la volta buona? Assintel ci prova.

giovedì 8 luglio 2010

Silenzio stampa sul Blog "Non è un paese per vecchie"

Oggi il Blog delle Vecchiefarab(R)utte Non è un paese per vecchie non verrà aggiornato. Aderiamo alla giornata di sciopero per protestare contro la "legge bavaglio".

75mila l'anno per sieri antietà sono uno schiaffo all'Austerity o la ricerca dell'Elisir di Lunga Vita?

Madonna è Madonna: inutile girarci intorno. Ha 50 anni ma vuole sembrare una ragazzina, forse anche perché ha figli (naturali e adottati) piccoli e non vuole perdere il suo sex appeal. Però: 75mila l'anno solo per sieri antietà, 12mila euro al mese la fornitura di acqua, 1.800 a vasetto per crema protettiva, 18mila euro il conto di fisioterapista ed altro (per un conto salatissimo totale di 700mila euro all'anno per restare Madonna) sono uno schiaffo alla povertà, un calcio all'Austerity o soltanto il tentativo estremo (frivolo ed effimero...) di non perdere il filo con la gioventù-che-fu?

Mah: verrebbe da consigliarle un buon libro, di darsi allo Zen ed alla manutenzione della motocicletta (invece della manutenzione dei corpi) e di giocare magari più a pallone, a pallanuoto e a ping-pong con i bambini. Forse risparmierebbe qualcosa e, chissà!, magari guadagnerebbe un'espressione meno tirata, più rilassata, più sicura di sé e sorridente. Perché di una cosa siamo convinte: Madonna è sempre lei, con baby-fidanzati o no, ma ha perso quella spavalderia post-punk anni '80 che ce la rendeva simpatica anche quando era decisamente sopra le righe... E poi ci diverte di più quando fa la business woman senza scrupoli piuttosto di quando spende e spande in creme e beauty-care dalla dubbia efficacia. E se invecchiare serenamente, vivere ogni età senza conformismi, fosse poi meno noioso di quanto pensano le cougars in the city? A spaventare dovrebbe essere il botox non il tempo che passa!

Fonte Corriere.it: Fenomeno Madonna, 7oomila euro l'anno per il tagliando bellezza

martedì 6 luglio 2010

Muro di gomma, anzi, una big bubble masticata e molliccia che ti invischia, ti toglie le forze e la volontà: chi lo ha detto?

Ma la solita (e brava) Ilaria D'Amico su A. Anche perché di "donne parlanti", se togliamo qualche giornalista e alcune intellettuali (che però non fanno audience in questo paese dove non si leggono mai abbastanza giornali e libri...), sembrano aver perso la parola (o la voglia di parlare ad alta voce disturbando il manovratore: a volte non fa male!). Nessuna famosa attrice si indigna? Nessuna sportiva con qualche blasonata medaglia nel Palmares? Nessuna associazione "segretarie che parlano tre-cinque lingue" ha da fare commenti sul metodo di selezione dell'ultima "dama bianca" al G8? Nessuna famosa comica non politicizzata? Nessuna cantante di grido? Nessuna moglie di calciatore? ...E allora leggiamo le considerazioni di Ilaria D'Amico che ci ricorda che "la legge bavaglio sarà l’ennesimo sopruso che subiamo" e che se sentiamo chiamare “'giovane regista' un brizzolato signore di 47 anni. Attenzione. Non è benevolenza, ma autoreferenzialità". Parole sante! Però che silenzio assordante... Eppure, sotto gli ombrelloni, tutte chiacchierano, eccome. Le altre forse sono forse rimaste invischiate nella big bubble masticata e molliccia...

Fonte (Andrea Greco su A): La Nazionale perde “perché non siamo più capaci di gestire il talento”

lunedì 5 luglio 2010

Le pubblicità sexy e le copertine delle riviste osé sono sempre necessarie?

Al bando i bacchettoni: quindi ben vengano le foto di Robert Mapplethorpe, la fotografia d'autore e tutto ciò che ha fatto e fa la storia del costume (E mister Jobs e Facebook non censurino le "sovversive" immagini anni '80 che hanno cambiato la nostra percezione dell'esistente!). Ben vengano alcune pubblicità audaci e originali. Rispettiamo la carica erotica dell'arte, come l'ironia e la sensualità degli artisti e di tanti fotografi. Ma, di fronte ad alcune pubblicità grezze o a certe copertine di riviste inutili e insulse, ci chiediamo: ma è proprio sempre, sempre necessario il "sesso in primo piano", messo lì solo per vendere? Sexy per forza? Osè mercenario? Donne-oggetto? Svendita del corpo delle donne? Perché diciamolo: quasi sempre la mercificazione avviene (solo) sul corpo delle donne, come dimostrano le hostess in bikini di una compagnia low-cost. No, grazie: le hostess non sono per niente in vendita! E le compagnie difendano le loro dipendenti da certi pubblicitari senza idee.

E se mettete l'iPad o l'iPhone in copertina, ricordatevelo: è come un barattolo di Nutella, un cucciolo di Labrador o un lattante paffutto con gli occhioni vellutati: è perfetto da solo, senz'altro contorno. Touchscreen, funziona in punta di dita come Touch me baby cantata da Jim Morrison. Sexy e basta, non ha bisogno di bellone a fianco. Però poi non rimanetene soggiogati! Kalòs-kai-agathos non è sempre vero: quando lo recensite, raccontatene i Pro e Contro: la tecnologia, anche quando è esteticamente perfetta e ha l'effetto-Wow, ha sempre le sue luci e le sue ombre (magari un'antenna che funziona poco o un display che, a differenza dell'E-ink, non si vede al sole... Nobody is perfect!).

Leggi (di Franco Vergnano da IlSole24Ore.com): Quel «vizietto» della pubblicità che strizza l'occhio al sesso

domenica 4 luglio 2010

Cosa succede se un padre saudita scopre che la figlia intrattiene rapporti con uomini via Facebook?

Purtroppo è già successo: la ragazza è stata uccisa dal genitore. Facebook, il social network con quasi mezzo miliardo di utenti, "un prodotto così culturalmente «americano», può davvero diffondersi senza problemi e rischi in contesti sociali del tutto diversi"? La domanda non è solo per sociologi e antropologici culturali. L'interrogativo non è banale e so è posto David Pogue, editorialista del New York Times.

Ma non finiscono qui i problemi di Facebook. C'è il rapporto tra privacy e pubblicità mirata.
"Tu puoi far arrivare il tuo messaggio solo a donne sposate di oltre 35 anni che vivono nell'Ohio settentrionale", aggiunge Pogue: ma è tutto ok? Non vi sentireste nel mirino se foste voi la 36enne dell'Ohio?

Insomma: le donne adorano Facebook. Ma Facebook ama le donne?

giovedì 1 luglio 2010

Fattore D / Il legame fra sviluppo economico ed empowerment femminile

"Ci sono due argomenti per sostenere queste politiche attive. Il primo è l'uguaglianza come valore di per sé. Il secondo è legato al ruolo fondamentale delle donne nello sviluppo economico: ridurre i divari di genere produrrà conseguenze positive in molte dimensioni della vita economica e sociale. È, in altri termini, efficiente".

Leggi Esther Duflo su IlSole24Ore.com: Alle donne non basta lo sviluppo