venerdì 23 luglio 2010

Lupus in fabula: Barbara Berlusconi festeggi in pace la sua meritata laurea

Sembra la storia del lupo e dell'agnello di Esopo. Se di mezzo non ci fossero professori di chiara fama e un'università prestigiosa, sembrerebbe però una ennesima bega da cortile italiano. E un po' dispiace perché di mezzo va una giovane nèo laureata che ha sgobbato sui libri e ha preso tanti bei voti.

Credo che la difesa del voto di laurea di Barbara Berlusconi da parte di Massimo Cacciari debba mettere la parola fine alla querelle (lode sì o no?): il voto del 110 e lode è meritato, punto e basta, ha detto Cacciari di fronte a un'altissima media di voti.

Però dispiace che in un paese dove già la "meritocrazia è un crimine" si scateni la bagarre quando ad essere premiata sia una ragazza con un'ottima media, casualmente figlia del Premier: il merito deve valere per tutti, senza guardare in faccia a nessuno.

La lettera infuocata di un'autorevole professoressa a Repubblica appare strumentale e suona come una riedizione della favola del lupo e dell'agnello (dove Barbara è l'agnello). Per Barbara (di cui ho letto solo interviste sensate ed equilibrate) può essere un'utile lezione: per imparare a guardarsi fin da subito dai lupi che si annidano ovunque. Ma per i lupi, un consiglio: attaccare gli agnelli non rende onore a nessuno, anche se l'attacco è in buona fede. In questo paese, privo di "ascensori sociali", il merito va difeso sempre. Per tutti, nessuno escluso. Altrimenti che senso ha la sana battaglia per la meritocrazia?

Auguri a Barbara perché si goda il suo voto meritato e continui a camminare con le sue gambe: non si abbassi a rispondere alle polemiche di questo basso impero! Lei, Barbara, merita rispetto. Risponda coi fatti: se metterà a frutto la sua tesi di laurea e le sue scelte, farà parlare di sé. La stoffa ce l'ha. E legga il bell'articolo di Maria Laura Rodotà sul giudice Kagan :)
M.C.

P.s.: Scrivo questo Post da ex studentessa mediocre a cui, verso il 20esimo esame, una professoressa, dopo aver visto il mio libretto con voti altalenanti dal 18 al 28, mi disse: "Ah, ma sei la nipote di G.C.? Lo sai che una voce della Treccani è dedicata al tuo nonno? Ma perché non ti sei iscritta all'università di P. dove avresti preso tutti 30?". Le ho risposto che non mi interessava prendere dei 30 non meritati. Ma avrei dovuto risponderle: "Forse, perché a me piace conquistarmi le cose con le mie capacità (se le ho) o cambiare strada (se scopro di non avere talento): "Nondum matura est" non fa per me, ma neanche prendermi meriti non miei (a che servirebbe poi?)". Quella professoressa mi ha fatto capire in che stato versi l'università italiana. E a prendere atto che se avevo voti non all'altezza forse era il caso di laurearmi e cambiare professione; e non la sede universitaria!

P.S.2: Alle ragazze tocca difendersi proprio da tutti... Certe stucchevoli querelle capitano anche ai rampolli maschi o sono riservate alle femmine? Meglio non soffermarsi: le sfide fortificano. E ci fanno apprezzare di più le nostre conquiste :)

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