lunedì 30 settembre 2013

Laura Boldrini e la coerenza

Laura Boldrini è un'ex assistente di produzione al balletto di Cocco, programma degli anni '80, regia di Pier Francesco Pingitore, artefice del Bagaglino.

L'illusione della Lira. L'Euro non prevede exit strategy

Chi vi decanta la Lira, non sa cosa significhi pagare il petrolio, il grano e le materie prime - oltre al vostro smartphone/ tablet preferito - in dollari. O in Euro mentre la vostra moneta si svaluta di ora in ora. Perché sia chiaro: nessun Paese civile accetterebbe mai una Liretta svalutatissima, appartenente ad un Paese fuoriuscito dall'Eurozona. Mica crederete di essere UK con la sterlina: illusi. E le aziende andrebbero tutte oltre confine, lasciando gli italiani, disoccupati, senza moneta comune e senza visione. L'Italia farebbe la fine di un vaso di coccio in mezz'ora, nella globalizzazione di oggi. Senza euro, sarebbe un'amputazione. Continua.

L'Euro non prevede exit strategy. Ma questo non deve farvi credere: too big to fail. Non siete abbastanza grossi e grassi come BofA. Avete solo una Spesa pubblica Enrorme, da comprimere del 30%  l'anno per 5 anni.

Quindi, mettetevi il cuore in pace: pagate l'IVA più cara; l'IMU prima e seconda rata. E fate le riforme. A meno che non vogliate provare il brivido, lungo la schiena, della Trojka. Una dominatrix sadomaso col frustino e tacchi a lama affilata. Che fa tanto male. Soprattutto al vostro portafogli.

Le riforme? In fondo sono come certe mogli: un po' esigenti e con la matita rossa, ma, poi, dopo che vi hanno insegnato a spendere meno di quanto guadagnate, vi danno pure qualche soddisfazione sotto le lenzuola. Non saranno sexy, le Riforme, come la Dominatrix, ma poi ci scappa pure una pasta al forno con torta di mele. E c'è di peggio, no?

Ps:  Agganciare la ripresa è possibile. Ma SOLO SE ci libera di certe palle al piede, e se si abbassa il cuneo fiscale (mica l'IMU). Le tasse si spostano dal lavoro ai consumi e proprietà: è il tax shift. Lo raccomanda la UE. (Sì, MisterB non ci crede, ma a qauesto punto è un problema solo suo e dei suoi Dudù).


Blocco straordinari

Fabrizio Saccomanni cerca 5 miliardi di euro? Invece delle solite accise e delle solite Irpef + Irap, perché non bloccare gli straordinari per un biennio, mentre si digitalizza l'intera PA?

Poi, certo: abolire le province.

Tagliare gli stipendi sopra i 2 mila euro mensili. In proporzione: quindi, tagli maggiori sui mega stipendi (e mega pensioni), e giù giù.

Accorpamento di tutti comuni sotto i 5.000 abitanti (subito).

Modernizzazione e informatizzazione della macchina dello Stato centrale con un taglio del 30% dei costi (in 5 anni)
. La spending review è digitale!

Copiare la riforma del lavoro in Germania.

Questo non è pauperismo, ma ciò che farebbe la Trojka. "Perché non potete permettervi di vivere sopra le vostre possibilità".

Se vogliono privatizzare BancoPosta (il che spiega perché Sarmi va verso Telecom Italia?), privatizzino pure due rete RAI. Un'azienda che ha scelto Silverlight invece di Flash o dell'Html5 per lo streaming, dimostra tutta la sua mancanza di visione. "La RAI ha 579 dirigenti, uno ogni 18 dipendenti, e 1.373 giornalisti". Basta consulenze: vengano valorizzati i suoi 10.476 dipendenti. E poi si venda.
  
De Bortoli ha scoperto solo a fine 2011 i gravi limiti dell'immaginifico ministro dell'economia e delle sue analisi millenariste (parliamo di Voldemort alias Tremonti, come lo definiscono a NFA). Ora scopre che non erano "moderati". Aha!


Esercitare rigore sul serio significava intervenire con tagli strutturali alla spesa e avviare riforme liberalizzatrici per promuovere la crescita. Oppure fate la Rivoluzione, se vi riesce.

domenica 29 settembre 2013

La Trojka. A furia di chiamarla, arriva

Se le entrate superano le uscite, come succede da un decennio, alla fine il Paese affonda. Quando arriva la Trojka, ha un piano lacrime-e-sangue.

  1. Privatizzazioni previo accordo di protezione (gli amici comprano le aziende ad un prezzo "generoso" prima che qualcuno le compri a quattro soldi);
  2. Tagli draconiani agli stipendi dei dipendenti pubblici e pensioni;
  3. La spesa pubblica, tranne difesa e ordine pubblico, viene congelata;
  4. Si tassano gli immobili e tutto ciò che non può prendere la via di fuga;
  5. Si eseguono le riforme ultraliberiste dell'economia;
  6. I creditori vi danno un po' di credito;
  7. A furia di chiamarla, la Trojka arriva. Sempre.

venerdì 27 settembre 2013

L'urgenza delle riforme

Evasione da infarto. Le mancate liberalizzazioni (che hanno fatto sì che l'ingresso nell'euro corrispondesse a un pauroso rialzo dei prezzi, in un mercato chiuso senza concorrenza). I mali dell'Italia sono tutti arcinoti. E stranote sono pure le riforme da fare. Se non si fanno è perché remano contro molti italiani che pensano solo al loro orticello - come se mentre crolla il Paese, potessero salvare l'orticello coltivato in autarchica e solipstica solitudine!-. No: o si salva tutta o va in Default. Tutta.

Questa è in fondo la lezione di quell'Englishman a Roma che era Luigi Spaventa, colui che sfidò MisterB con aplomb britannico, ma stile graffiante romano. L'economista dalla schiena dritta che aveva intuito le ragioni della crisi finanziaria e i rischi del debito pubblico.

E ricordatevi: In Italia il Welfare va al contrario. Succede in Italia il paradosso di un'assistenza che aiuta i più ricchi e non chi ha bisogno.

Senza il PDL, riforme subito

Intanto va ripristinata l'IMU per i ricchi subito. Poi va abbassato il cuneo fiscale. Senza il PDL, (piccole) riforme subito.

giovedì 26 settembre 2013

Meglio la pasta Garofalo, Dottor Barilla!

Non scuoce, è pasta di Gragnano, con pomodorini freschi, scalogno, spicchio d'aglio, fogliolina di basilico e olio, è deliziosa.

Fra Boldrini che odia mamme e massaie e l'omofobia di Barilla, l'Italia è piena di cliché e tabù. Eppure le donne che conosco, sono: mamme, brave cuoche e magari donne in carriera - e pure pro diritti Lgbt e matrominio gay - senza tante storie. E le donne italiane sono meno provinciali e più cosmopolite di una ex funzionaria, strapagata, dell'Onu. O di un industriale della pasta che ci vorrebbe portare agli '30.

Come ogni imprenditore, Guido Barilla può scegliere le strategie di marketing che desidera, è ovvio. E nessuno gli avrebbe mai rimproverato nulla (o quasi: orrore puro Banderas con la gallina!). Ma perché si è spinto a dichiarare di voler escludere a priori il mondo Lgbt dalle proprie pubblicità? Al di là di tutto, un imprenditore non dovrebbe mai entrare in certe dinamiche, se non vuole scatenare un putiferio. La dichiarazione di Barilla non è solo una gaffe, ma è parsa come una scelta precisa. Una scelta che di fatto discrimina. E alla fine diventa un boomerang. Ricorda quel "Non li vogliamo" di Abercrombie & Fitch contro i grassi. Certe frasi pesano. E si ricordano, perfino in una società ad alto tasso di ipocrisia in cui lo spettatore ha una memoria cortissima. Meglio tacere, in certi casi?

Cogestione e modello tedesco: riforme subito

L'austerity greca, l'uccisione di un rapper, l'inquietante giallo dei paramilitari legati ad Alba Dorata (che ci ricordano il '73 cileno e la Giunta dei Colonnelli ad Atene) fanno tremare i polsi a tutta Europa. Ma qual è l'unica alternativa all'odiosa Austerità? In democrazia c'è un'unica alternativa: fare riforme. Tertium (leggi: aumentare il debito) non datur. L'apertura di Susanna Camusso alla cogestione, all'Art.46 e quindi un'adesione (forse opportunistica, ma pragmatica) al modello tedesco, fanno intuire che i sindacati italiani preferiscono il riformismo europeo alla Trojka delle lacrime-e-sangue cui potrebbe seguire la Dittatura dei Colonnelli in salsa Alba Dorata. Meglio le riforme tedesche del Golpe Fascista, o no?

mercoledì 25 settembre 2013

Anche FrancoBernabè non sapeva. Dirigente #AsuaInsaputa?

Riassumiamo: Telecom Italia diventerà spagnola e l'Italia rimarrà senza Rete. L'ennesima beffa all'italiana. Una curiosità: "Solo nel 2010, di fronte a un’ipotesi di fusione fra Telecom Italia e Telefònica, Stefano Quintarelli sul suo seguitissimo blog mise l’accento su un aspetto ironico del caso Telecom: un matrimonio (allora) da “80 miliardi di debiti” come “una Alitalia al giorno per due mesi” lavorativi. Ecco, ora la somma dei debiti è salita a circa 100 miliardi di euro. Secondo Massimo Mucchetti “la combined entity è un colosso dai piedi d’argilla” riporta ITespresso.it. La denuncia di Stefano Quintarelli, parlamentare di Scelta Civica, parla chiaro: il riassetto di Telco rischia di essere l'ennesima occasione perduta. Ma non per le inutili ciance sull'italianità - concetto anacronistico nella UE e nell'era della globalizzazione - ma perché l'Italia senza Rete rischia di perdere il treno dell'upgrade dell'infrastruttura per la banda ultra larga.

martedì 24 settembre 2013

L'eredità berlusconiana in economia. Italia Anno Zero.

Pensate a che cosa ha saputo costruire Deng Xiaoping, architetto della transizione dall'economia pianificata, a un'economia aperta al mercato in Cina. E poi confrontatelo con le macerie lasciate dalla "Rivoluzione liberale" (sic! in realtà autarchica e corporativa) berlusconiana: solo il finto salvataggio di Alitalia è costato allo Stato italiano 4,5 miliardi di euro. Altro che IVA ed IMU!

Cala il sipario sulla bufala dell'italianità. Forse inizia un autunno che profuma di primavera

Destra, sinistra, sottosopra, di traverso: tutti avevano difeso l'italianità. Una favola. Un equivoco, Ora crolla la maschera e si scoprono le rughe sul ritratto di Dorian Gray: l'italianità s'è squagliata come un gelato al sole. Cala il sipario sulla bufala dell'italianità, un falso mito che aveva impedito all'Italia di aprirsi al vento della globalizzazione. Ognuno aveva difeso strenuamente il proprio orticello, finché è caduto l'ultimo baluardo per scoprire che non esiste più italianità da difendere. Con l'avvicinamento di AirFrance su Alitalia, l'affaire Fiat-Chrysler e con la scalata di Telefònica su Telecom Italia, finisce un'era. Ora, finalmente si potrà investire nelle PMI; la vera spina dorsale dell'economia italiana. Una rinascita, lenta, che dà speranza per un autunno che profuma di primavera.


lunedì 23 settembre 2013

Il flop del Piraten Party? In Germania basta il Chaos Computer Club, forse

La risicata percentuale del PiratenParty tedesco ha senza dubbio varie cause, su cui peserà il fattore locale, senza dubbio. Ma voglio concentrarmi sul fattore CCC: in un Paese dove il Chaos Computer Club ha un background così importante (basta pensare allo scoop sull'hacking delle impronte digitale sull'iPhone 5S!), e dove gli hacker sono "sdoganati" da anni grazie alle loro storiche battaglie, non mi stupisce il "flop" del partito dei Pirati. Perché le tematiche dell'e-democracy, dell'e-participation, della trasparenza e degli Open Data non sono una novità di cui un solo partito ha il monopolio, in un mare di luddisti, ma quei temi fanno già parte dell'Agenda politica. E se ne discute già ai piani alti. Invece nei Paese dove la banda è stretta e dove l'e-gov arranca (e dove il luddismo è brandito come una clava da certo establishment gerontocratico), dove la cyber repressione striscia (a causa dell'analfabetismo telematico e del Cultural divide della classe dirigente), parlare di "democrazia liquida" fa tendenza e dunque può portare voti, incanalandoli in un unico partito. I PiratenParty ed affini attecchiscono laddove c'è urgenza. È proprio l'avanzato stato dei lavori di certe tematiche (penso agli Open Data soprattutto), negli Atenei e nelle "stanze dei bottoni" tedeschi, a rendere tra virgolette "superfluo" un Partito Pirata in Germania: un partito da una manciata di voti. Chi si occupa di nuove tecnologie si sente già preso sul serio dai governi locali e centrali, da non sentire la necessità di delegare tutto nelle mani di un unico partito: la sua lobbying funziona già, insomma. E, quando vota, pensa ad altre priorità.

venerdì 20 settembre 2013

Epifani c'è: basta e avanza

Il PD ha già un segretario, in grado di offrire garanzie a tutti i contendenti (da CiWati a Renzi, passando per Cuperlo; Pittela è come Carneade). Il Partito non ha bisogno di un nuovo segretario su cui scannarsi: Epifani supera per competenza Veltroni e Franceschini, e non mette in ombra Renzi. Il PD deve solo fare le primarie per scegliere il leader per le elezioni (se le elezioni sono previste a marzo, le primarie si possono fare a inizio dicembre, ed è fatta).

giovedì 19 settembre 2013

MisterB fa televendita, Matteo Renzi pedala

I Mondiali di ciclismo innervosiscono i fiorentini? Sputare su un evento che ha un indotto di 470 milioni di euro, seguito da quasi 200 Tv nel mondo, è folle. Oppure tifate per la CrisiEconomica, se proprio ve la sentite. Poi, certo 60 milioni di italiani, tutti esperti di calcio, ciclismo e mobilità urbana, l'avrebbero gestito mille volte meglio, non nutriamo dubbi.

mercoledì 18 settembre 2013

Al posto di "decaduto o no" avevo capito "deceduto". Lapsus freudiano? Mondadori: -6,5%

Più sbiadito di 20 anni fa e incorniciato da un alone arancione, ha inviato il #videomessagio. Renzi, impara: il VHS è morto, manda un podcast, se proprio devi. Più annoiato e stanco del '94, la nuova Forza Italia nasce spompa. Come Caligola fece Senatore il suo cavallo, il Senatore decaduto (no, non è deceduto, ops!) nominerà Dudù suo successore. In Senato farà una certa figura.

Passaggi topics del VideoMessaggio per chi non lo ha ascoltato, per non rovinarsi il fegato:

Gli italiani Responsabili. (Ma chi? Scilipoti di tutta Italia, unitevi?)

Il girone infernale della brutta malattia. "Reagite. Protestate." (Oppure toccate ferro eh...)

Ragiona ancora in lire, capite? (Manco mia madre che ha 81 anni)

Rivoluzione liberale. (Coazione a ripetere. Noia. Neanche lui ci crede più.)

50 processi hanno infangato la sua immagine. (Una scusa per giustificare lifting e trapianti di capelli?)

Democrazia dimezzata. Contropotere. La via giudiziaria al socialismo. (Febbre alta?)

Meno tasse. (Dopo 20 anni di bombardamento fiscale, chi ci crede ancora?)

Un 5 novembre che non verrà mai più dimenticato

"La corruzione come metodo" (copyright M.Giannini) in un Paese che deve leggere Max Weber

"Un vero e proprio "metodo di governance" (e poi anche di governo), che risale a molti anni prima dell'epica "discesa in campo" del '94 ed è in buona parte alla base delle fortune iniziali del tycoon della televisione commerciale, fin dai tempi dei primi decreti "ad aziendam" varati dall'amico Craxi negli anni '80" scrive Massimo Giannini in un magnifico editoriale.
  
La Giunta dovrebbe condannarlo a leggere L'etica protestante e lo spirito del capitalismo di  Max Weber. E poi, sottoporlo a un'interrogazione approfondita fra sei mesi, in diretta Tv.
"La politica non è morale ma include anche un orientamento etico, ci sono due etiche che muovono l'agire politico: l'etica dell'intenzione (o della convinzione) e l'etica della responsabilità". Ecco, appunto.

martedì 17 settembre 2013

La metafora che può diventare realtà.

Ieri le competenze italiane (fisica e ingegneria), messe al servizio di quelle globali, hanno dimostrare che è possibile smentire la profezia di Krugman secondo cui "l'Italia sta diventando un paese del terzo mondo". Certo, se l'Italia sposa il provincialismo becero, come ha fatto nell'ultimo ventennio di Incompetenti allo Sbarazzo, rischia questa deriva: abbiamo sfiorato il Default già uj paio di volte in 20 anni, per altro. Ma se guarda in alto e torna a scommettere su competenze e talenti, si avvia il processo di sprovincializzazione. L'Italia può dimostrare di voler cambiare visione e scrollarsi di dosso un'immagine caciarona, SOLO SE si affida alle competenze. L'Italia deve osare ad uscire dal recinto in cui gli euroscettici vogliono confinarla. Gli italiani devono tornare a pensare con la propria testa, mettendo in dubbio l'infallibilità del provinciale. Gli italiani devono tornare a volere emanciparsi. A essere metropolitani. A guardare dall'alto, sviluppando una visione globale. Fuori dagli schemi. Liberate la creatività italiana. Smettete di essere provinciali!

Renzi: Non fare il leader, ma apri il PD al riformismo liberal-democratico di stampo europeo

Solo una svolta riformatrice, in ottica liberale, democratica ed europea, è in grado di prevenire la deriva neo-democristiana? La svolta leaderistica è fallita in Italia più volte: non funziona, rischia di scimmiottare un totalitarismo vuoto, neo-conservatore e anti-democratico da Caudillos senza Junta. Peronisti senza futuro.

Invece costruire partiti, anti carismatici, che sappiano dialogare con la società, sembra essere la strada più sensata.

I Morozov italiani fanno tenerezza

La Rete ha asfaltato l'industria musicale. Il Web ha messo in ginocchio gruppi editoriali vecchi di un secolo ed oltre. Internet ha messo sotto pressione le Telco, ora costrette a un risiko per sopravvivere. E i Morozov si chiedono perché la politica non stia poi tanto bene? Che lo vogliate o no, la Rete avrà un impatto su tutto. Su ogni aspetto della società. Politica compresa: la delega mostra le rughe. Poi, certo, da qui a dire che cosa accadrà fra 5 anni, nessuno di noi ha la sfera di cristallo.

Scimmiottare Morozov in un Paese ad alto tasso di analfabetismo telematico, divario culturale e digitale, fa un po' sorridere.

Se poi volete dire che l'utopia è una distopia, concordo; ma non è questo il punto. E lo dimostra il fatto che il "caso Prism" non ha (per ora) un impatto, se non limitato, sulla realtà: gli utenti finali preferiscono godere dei vantaggi della Rete, pur rischiando lo scotto del tecnocontrollo e della perdita della privacy. Lo sanno, ma ritengono i vantaggi enormemente superiori agli svantaggi.

La partita in gioco è il Rapporto Prezzo/qualità. I vantaggi offerti dalla Rete superano gli svantaggi (il prezzo da pagare in termini di privacy e tecnocontrollo). Per superare gli svantaggi, l'utente finale imparerà a sfruttare al meglio il kit di sopravvivenza (le Difese anti cyber Monitoraggio e anti censura). Il gioco consiste nel passare al livello 2: diventare più consapevoli. Non nel tornare al mondo pre-Internet.

Ma Casaleggio, pur con i suoi limiti, ha ispirato un MoV che ha preso il 25% di voti, i nostri tecno-scettici hanno ispirato Ingroia, neanche entrato in Parlamento. Trova le differenze.

Muore Toyoda a 100 anni. Ma il Toyotismo o Lean Production sopravviverà al suo mentore

Il Sistema Toyota (Toyotismo o Lean Production) consiste  nel "realizzare" il lavoro come "esperimenti" in serie. Come novelli Galileo Galilei, inventore del Motodo sperimentale, o Leonardo Da Vinci, pionieri dello sperimentalismo rinascimentali, gli industriali devono reimparare a costruire il lavoro attraverso "esperimenti" necessari per acquisire "conoscenze". Il fine è quello di ottenere un Miglioramento Continuo.

venerdì 13 settembre 2013

Over-the-top e Tlc, alla resa dei conti?

Se si sfalda la fiducia negli Over-the-top, le Tlc europee sapranno approfittarne? E l'IT europeo? Una finestra di opportunità incredibile, in un Continente Vecchio.

giovedì 12 settembre 2013

Chi critica il mondo anglosassone

Chi fa le pulci al sistema anglosassone, mentre l'economia americana nel secondo trimestre dell'anno ha marciato al passo dell'1,7% (contro previsioni ridimensionate fino allo 0,9%), appare "obsoleto". Il PIL secondo trimestre della Germania mi pare sia +0,7%, peggio perfino del Portogallo. Chi critica il mondo anglosassone, così per partito preso, fa una scelta di campo. Ma poi rischia di infilarsi i  paraocchi. Certo, le responsabilità della finanza anglosassone nella crisi, esistono eccome. Ma la crisi economica degli ultimi anni ha origine in tre fattori concomitanti: la finanza spericolata; la rivoluzione digitale; la Globalizzazione. E sono fattori da non demonizzare, se presi sigolarmente. Ma, insieme, hanno creato una miscela esplosiva.

La crisi è comunque stata un'Opportunità. Per fare piazza pulita delle Economie Zombie, i business decotti. Per portare alla ribalta i nuovi business. Per far capire agli Occidentali, mentre l'ago della bussola si sposta verso i BRICS e l'Asia, che viviamo sopra le nostre possibilità: abbassare la cresta, pedalare, recuperare in competitività / produttività non è un optional.

La crisi, scoppiata nel mondo anglosassone, è servita a farci aprire gli occhi prima dello schianto del Titanic sull'ice-berg. Meglio aprire gli occhi prima, signori: perché il Titanic affonda, l'ice-berg galleggia.

Un Paese ridicolo

Flavio Tosi, sindaco di Verona: "È giusto tutelare la salute, combattere l'inquinamento e prendere provvedimenti per evitarlo, risanando dove ci sono state problematiche, ma in un momento di gravissima crisi economica che un provvedimento di un magistrato arrivi a costringere alla chiusura un'azienda di quelle dimensioni, che dà lavoro a decine di migliaia di famiglie, nella nostra città sono più di 500 oltre all'indotto, dà l'idea di un Paese ridicolo".

Mille cinquecento esuberi. Significa che 1500 famiglie dovranno cavarsela senza lo stipendio di un loro congiunto.

mercoledì 11 settembre 2013

L'insostenibile inadeguatezza del presidente Boldrini

L'ex presidente del Consiglio Berlusconi non può usare la politica per finalità giudiziarie, così come il presidente della Camera Boldrini non può non essere Super partes. O no?

mercoledì 4 settembre 2013

WEF: Italia a passo di gambero nella partita della competitività

In dodici mesi l'Italia ha perso sette posizioni (fonte: WEF). O questo Paese impara che la Spending Review è in realtà l'Agenda Digitale o finirà per farsi molto, ma molto male. Forse è l'ora di voltare pagina, no? Ascoltate Mister Agenda digitale ovvero Francesco Caio, uno dei grandi esperti di IT in Italia.

lunedì 2 settembre 2013

Basta!

Basta con i giaguari. Basta con i puristi più puri di te che ci epurano. Basta con chi a ogni ipotesi di sviluppo dice NO, naturalmente aggiungendo un punto esclamativo che non ammette repliche. Basta con l'irriformabilità a priori. Basta con il tradizionalismo che fa rima con luddismo. Basta con lo specchietto retrovisore che accorcia la vista e rende miopi e anacronistici. Basta anche con la presbiopia della gerontocrazia che non premia mai meriti e talenti, ma solo "scatti d'anzianità". Scatti da bradipo, ça va. Basta con i centrometristi del Tweet velenoso, i nichilisti del No Future avvelati con il mondo, i vetero-qualunquisti che appestano ogni luogo con i loro progetti pro-declino ed arretratezza-assicurata. Basta con i vecchi che invece di pensare al futuro dei figli, scopano con le coetanee delle figlie per regalarsi uno straccio di cencioso futuro. Ci avete appestato. Ci avete intossicato. E ci avete rotto. Basta: che cali il sipario su tutti voi. Ci avete stufato.

La lobby delle Armi

"India e Cina (...) sono i due più grandi importatori del mercato, si stanno armando abbestia, e importano DALLA RUSSIA." Fare guerra all Siria ha senso: per la lobby delle armi, eccome.