martedì 17 settembre 2013

I Morozov italiani fanno tenerezza

La Rete ha asfaltato l'industria musicale. Il Web ha messo in ginocchio gruppi editoriali vecchi di un secolo ed oltre. Internet ha messo sotto pressione le Telco, ora costrette a un risiko per sopravvivere. E i Morozov si chiedono perché la politica non stia poi tanto bene? Che lo vogliate o no, la Rete avrà un impatto su tutto. Su ogni aspetto della società. Politica compresa: la delega mostra le rughe. Poi, certo, da qui a dire che cosa accadrà fra 5 anni, nessuno di noi ha la sfera di cristallo.

Scimmiottare Morozov in un Paese ad alto tasso di analfabetismo telematico, divario culturale e digitale, fa un po' sorridere.

Se poi volete dire che l'utopia è una distopia, concordo; ma non è questo il punto. E lo dimostra il fatto che il "caso Prism" non ha (per ora) un impatto, se non limitato, sulla realtà: gli utenti finali preferiscono godere dei vantaggi della Rete, pur rischiando lo scotto del tecnocontrollo e della perdita della privacy. Lo sanno, ma ritengono i vantaggi enormemente superiori agli svantaggi.

La partita in gioco è il Rapporto Prezzo/qualità. I vantaggi offerti dalla Rete superano gli svantaggi (il prezzo da pagare in termini di privacy e tecnocontrollo). Per superare gli svantaggi, l'utente finale imparerà a sfruttare al meglio il kit di sopravvivenza (le Difese anti cyber Monitoraggio e anti censura). Il gioco consiste nel passare al livello 2: diventare più consapevoli. Non nel tornare al mondo pre-Internet.

Ma Casaleggio, pur con i suoi limiti, ha ispirato un MoV che ha preso il 25% di voti, i nostri tecno-scettici hanno ispirato Ingroia, neanche entrato in Parlamento. Trova le differenze.

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