Sabina Guzzanti è non solo una spiazzante comica (divertentissima soprattutto quando imita le donne - una per tutte: Moana Pozzi! - più che Berlusconi: perché il Premier è lui "comico" senza bisogno di imitazione!). Sabina Guzzanti è non solo una imitatrice spettacolare e una (potenziale) grande attrice, ma è soprattutto una regista di documentari più sensibile ed efficace di Michael Moore. Michael Moore le ha dato l'ispirazione, l'input, ma lei ha stracciato l'originale grazie all'intuito (femminile!) di raccontare L'Aquila dal punto di vista delle (grandi, sensate e coraggiose) donne abruzzesi.
Draquila è un film di rara intelligenza e analisi, e non una scialba copia della realtà. Lo spunto è il terribile terremoto abruzzese di un anno fa, ma il documentario parla di tutti noi. Da Guzzanti mi aspettavo un film capace di prendermi la testa, ma mi ha spiazzata: mi ha preso il cuore. Sabina Guzzanti è un'acuta osservatrice, una "fotografa della realtà" che ha usato il suo brillante immaginario per raccontarci in immagini, gesti e parole ciò che i giornalisti scrivono, ma spesso (ahimè!) non raccontano. Ciò che i giornali pubblicano ma in fondo nessuno legge.
Come è noto in Italia c'è un club di 5 milioni (five-million-club) fra lettori di giornali, abbonati alla Tv Satellitare di Rupert Murdoch (che magari seguono Sky e non il demagogico TG1) e fra lettori "forti" di saggi, libri, blog e newsletter. Il resto degli italiani guarda la Tv generalista: insomma, ciò che passa il convento (sterilizzato da ogni possibilità di analisi).
Sabina Guzzanti si rivolge non solo ai 5 milioni di italiani super-informati (e se mai, vittime inconsapevoli di information overload o diluvio informativo...) bensì punta dritto al cuore dei 40 e passa milioni di italiani che guardano la Tv del pomeriggio e i TG delle reti ammiraglie.
Le donne abruzzesi dicevo. Le signore abruzzesi, con semplicità e lucidità, ci mostrano che il re è nudo. Imperdibile e tenera è la signora che (dopo aver perso tutto nel terremoto) si è commossa perché ha ricevuto, insieme alle chiavi della casetta della Protezione Civile, il ferro da stiro. Il ferro da stiro: il più sublime strumento di tortura e sottomissione psicologica delle donne!
Quella signora dovrebbe aprire gli occhi a noi tutte, magari disincantate, rese ciniche dalla vita moderna e da famiglie sgangherate post-moderne... Quella signora che ringrazia Berlusconi perché le ha dato ciò che le spettava di diritto, che crede che il Premier sia lo Stato (L'Etat c'est moi... vi ricorda qualcosa? Luigi XIV, prima della Rivoluzione francese?), quella signora che si commuove per lo scopino del bagno (dopo mesi passati nelle tendopoli dove non si poteva bere né caffé né coca-cola!) è un segno dei tempi. La signora è un simbolo di come il Premier vede noi donne!
E vogliamo dimenticare la Signora di 74 anni, uno più del Premier, con le belle rughe delle nonne, che si chiede con frivola e beata ingenuità: "Non potrei essere sua moglie?". (E noi sorridiamo ciniche e sofisticate: Ma, signora mia, non ha mai visto D'Addario e piccole-escort-crescono? Ah, la mignottocrazia di Guzzanti padre!)
Ecco perché mi ha rincuorato il film di Sabina Guzzanti (Ma chi non vorrebbe una sorella maggiore come Sabina?). Perché ha messo il dito nella piaga: il film dimostra che chi paga le tasse in Italia (troppo pochi!), non sa quali diritti e doveri ha in Democrazia: non conosce l'Abc della Costituzione né del codice civile e penale. Non sa cosa gli spetta! Non sa cosa sia lo stato di diritto!
Ma soprattutto a me ha fatto tenerezza e simpatia un'altra signora stupefacente: la signora che, nella casetta sistemata di tutto punto, con la cucina nuova, la batteria di pentole completa e la Tv Flat (magari sognata prima del terrificante terremoto!), quando le cade una goccia di caffè o di unto sul lucidato-a-lustro piano Inox della cucina nuova di pacco, lo va a pulire, strofinare e a lucidare con l'ansia e la tachicardia della sposina-anni-50 a cui il marito/padrone ha comprato il regalo di nozze.
La signora con lo straccio in mano, siamo tutte noi: la signora dice, sconsolata, che "quella casa non è la sua casa" e lei non "la sente sua", anzi si sente "ospite in casa sua".
Ecco l'Italia del 2010: nessuno è libero in casa sua, ma ospite (forse un po' indesiderato!) e non può calpestare le aiuole, né disturbare il conducente alla guida né mettere in disordine la sua cucina.
Meraviglioso è poi il professore che ritorna ai suoi libri e alle sue carte, contro le prevaricazioni del Potere...
Grazie Sabina! Grazie per aver mostrato a tutti noi (e non solo a un club di 5 milioni di informati) come sta diventando l'Italia dell'era Berlusconiana: un teatrino ad uso e consumo di una casta. Un paese di plastica in cui siamo solo ospiti. Non un paese civile e democratico, in cui invece bisogna rimboccarsi le maniche (se dal tetto piove!), in cui serve l'Austerity per pagare i debiti, ma anche un paese in cui ci sia la vera allegria e serenità dell'italianità reale delle signore abruzzesi. Magari con la testa fra le nuvole, ma coi piedi ben piantati per terra: signore abruzzesi, che lezione di vita per le italiane dell'ultima borsetta o dell'ultimo gadget fashion!
M.C.
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