Quando il Dipartimentimento della machiavellica Hillary Clinton scomoda l'anarchismo, come baubau (peggiore anche dell'accusa di essere talebano), capiamo che WikiLeaks ha toccato un nervo scoperto.
Déjà vu, Assange come Sacco-Vanzetti? Speriamo di no. Riporta Wikipedia: "Ferdinando Nicola Sacco (1891) e Bartolomeo Vanzetti (1888) furono due anarchici italiani.
Vennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica negli Usa negli anni '20, con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater and Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due".
Forse è vero che si dovrebbe smettere di chiedere a chi giovino le rivelazioni di WikiLeaks (che ne ha per tutti: prossimamente per la Enron delle banche, 5 Gbyte di file rubati forse a Bofa; sulla Cina, la Russia e forse anche un colosso IT), e verificare solo se le fonti sono vere. E, dalle reazioni scomposte e piccate, le fonti sono vere.
Se arrestassero Assange, WikiLeaks si fermerebbe? Nossignori: "Se si pensa che Wikileaks è un gruppo di diverse migliaia di persone che formano una comunità virtuale diffusa in tutto il mondo (...), è una comunità virtuale di persone che appoggia Assange e che ritiene di operare nel pubblico interesse rispondendo alle domande dell'opinione pubblica" (Fonte: RaiNews).
That's the freedom of Open Web, baby. La glasnost nell'era di Internet.
- Intervista a Paolo Attivissimo, giornalista informatico, esperto di bufale diffuse sulla rete e cospirazionismi, consulente di sicurezza informatica e difesa della privacy (Panorama.it)
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