Mi è piaciuta l'altra sera Maria Luisa Busi alle Invasioni Barbariche (ospite di Daria Bignardi). Busi, finalmente libera dall'immagine sbiadita dell'anchor woman targata TG1, mi è piaciuta perché era più spigliata e sorridente, non più ingessata e imbalsamata in un'icona; si è disfatta dell'aria (mi scusi per l'antipatica definizione fiorentinaccia...) da "Madonnina Infilzata" che aveva assunto nell'ultimo periodo in quel TG privo di mordente. Illuminanti anche gli aneddoti che ha raccontato, anche se con un sorriso un po' forzato (si legge lontano un miglio: è una professionista amareggiata da una Rai che da anni sta divorziando dalla filosofia del servizio pubblico... C'è poco da sorridere insomma...). Essere stata definita "un bocconcino" da un galante Berlusconi, deve averla un po' choccata anni fa: ha tutta la mia solidarietà!.
Molto meno brillante, e un po' in caduta libera, è invece Monica Maggioni, di cui Aldo Grasso scrive: "Perché Monica Maggioni dà l'impressione di avere fatto dell'«embedded» la sua condizione espressiva e ontologica? Perché la redazione del Tg1 non ha mai fatto un'inchiesta tipo «Report»?"
Già: perché la migliore giornalista donna che vediamo da anni sulla Rai (mi verrebbe da dire l'unica, ma non voglio essere Crudelia...) è una splendida Freelance che porta il nome di Milena Gabanelli.
Parafrasando Grasso, concludo: sia Busi che Maggioni abbiano uno scatto d'orgoglio verso questa Rai (per Busi, un ulteriore scatto d'orgoglio dopo aver dimostrato di aver a cuore la propria professionalità abbandonando il Tg1...). Su coraggio, donne! Non si può sempre dare la colpa al Minzolini di turno! Siamo o non siamo pennivendole o giornaliste? Forza con le vere inchieste! Questo paese ha fame di inchieste, di giornalismo serio e di verità. Così è (se vi pare).
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