lunedì 6 giugno 2011

Slut Walk: ma vestiamoci come ci pare, però combattiamo sessismo e violenze ;)

Arriva anche in Europa la marcia di chi rivendica la libertà di vestirsi-come-le-pare senza dover sentirsi accusare di "fare da esca" agli stupratori (Sic!). Strano, all'alba del 2011?

Mica tanto, visto che DSK avrebbe assaltato una donna musulmana con tanto di velo. E invece pullulano le donne discinte nell'Harem di (H)ar(d)core, per far carriera politica o in Tv. Insomma, le donne sono spesso assaltate in ogni veste: minigonne provocanti, tacco 12, jeans, scarpe da tennis o con il Burqa... Il problema è culturale e il vestito non fa il monaco. Da millenni: ci sono uomini che non vogliono capire che "no è no".

Certo, in Italia, svestirsi ulteriormente sarà difficile, viste le strappone che circolano. Da noi ormai si va in ufficio o a scuola con mise imbarazzanti, tacchi lancinanti e completini decisamente fuori-le-righe. Da noi sarebbe trasgressivo rivestirsi di tutto punto! Comunque, apprezziamo il coraggio delle anglosassoni, che sanno che in tribunale non dovrà difendersi il ricco DSK, ma la povera vittima. Perché nei processi di stupro la vittima è vittima tre volte: del carnefice, dei pregiudizi (sul suo passato) e di "come si veste". Anche nel XXI secolo!

La Slut Walk contro il sessismo ha insomma i suoi perché. Vestiamoci come ci pare, dunque, però combattiamo tutte insieme il sessismo e violenze. Stereotipi duri a morire.

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