lunedì 1 maggio 2017

Aspettando un taglio decisivo delle tasse sul lavoro.

Maestrine e cassandre, coi loro post pieni di livore, torneranno presto alla carica. Ma questo non è il punto: sono quelli che tifano da sempre per lo sfascio, solo per apostrofarti con "hai visto che avevo ragione?" quando li incontri al bar. Niente di nuovo sotto il sole: per loro il 40% era troppo poco, 2 milioni sono meno di niente, mai però che si pongano serie domande sul debito, sul deficit, sulla doppia velocità fra Nord e Sud Europa, sulle riforme, sulla disoccupazione, sui Neet, su una scuola che - quando funziona - si limita a premiare il conformismo, espellendo chi inventerà la prossima startup o portando i migliori ad emigrare. Dunque, mai sedersi sugli allori (che non ci sono, ma siamo seduti solo su una montagna di debiti, azzoppato il riformismo del 4 dicembre). Ora bisogna rimboccarsi le maniche: va votata una buona legge elettorale, va seguito da vicino Macron, sostenuto l'Europa - baluardo contro i fascismi -, va trovata una via per aumentare la produttività dei lavoratori, migliorare la competitività del Paese, fare le liberalizzazioni, velocizzare la giustizia, portare la meritocrazia nella PA e nella scuola, rendere la PA digitale a portata di apps mobili, sburocratizzando e liberando le energie utili alla ripresa. Il resto è fuffa.

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