È un 8 marzo simbolico, cupo e anche un po' "scivoloso" quello che si sta per consumare in Italia. La prima sfida al vertice di un'importante Regione, come il Lazio della (quanto mai ex, nell'era della globalizzazione) caput mundi Roma, è (o era?) tutta al femminile: Renata Polverini versus Emma Bonino. Due donne, come abbiamo già sottolineato, lontane dagli stereotipi televisivi di quest'Italia che non vuole più donne nei Cda, che accresce il Gender Gap a ogni passo e dove il Fattore D è una vitamina (indigesta!) e non una chiave per l'Exit strategy.
Nei giorni scorsi abbiamo assistito ai disastri commessi dal Pdl nella presentazione delle liste elettorali. Disastri "rimediati" con un Decreto che è una ferita (anche se c'è chi dice sia il male minore...) in un'Italia dai mille lacci e lacciuoli, ma dove la Dura Lex sed Lex, è solo per chi non ha i soldi per un buon avvocato.
Ora Berlusconi ha ottenuto il suo scopo: un Decreto Legge, più che interpretativo, retroattivo per riammettere le liste bocciate. Ma Emma Bonino, parafasando Amleto ("C'è del marcio in Danimarca!"), si chiederà: Presentarsi o non presentarsi?
La decisione di Emma Bonino è sua. E apparterrà alla sua (nostra) storia, ma anche alla sua coerenza politica. Una decisione che andrà rispettata: anche perché è difficilissimo decidere in poche ore, e il ritiro rappresenterebbe un sonoro schiaffo alla già sconquassata democrazia italiana...
Ma ci permettiamo di offrirle un suggerimento per questo 8 marzo lastricato di macerie: una lettura. Forse le servirà ripercorrere le orme virtuali di Ada Byron Lady Lovelace, figlia di Lord Byron, il poeta romantico che, alla notizia della rivolta greca contro i turchi nel luglio 1823, incurante del proprio stato di debolezza fisica, si unì ai ribelli e appoggiò la causa greca, contribuendo finanziariamente al reclutamento di un reggimento.
Lord Byron morì di febbre a Missolungi nel 1824, prima ancora dell'inizio dei combattimenti veri e propri. Ma lasciò ai posteri oltre a tante poesie e all'ideale di "eroe romantico" per eccellenza, anche qualcosa di più prezioso: Ada Byron ovvero Lady Lovelace, la prima donna informatica.
Nel 1842 Ada contribuì alla progettazione dell Macchina Analitica elaborando un algoritmo che oggi viene riconosciuto come il primo programma informatico della storia. Ancora oggi molte software house hanno battezzato con il nome di Ada i loro prodotti (compreso un famoso software di e-learning italiano). E addirittura l’immagine di Ada può essere vista sull’ologramma di autenticità dei prodotti Microsoft [Fonte: Scacco al Web].
Ada, abbandonata dal padre Lord Byron a pochi mesi dalla nascita (non lo rivide mai più), ha contribuito a fondare l'Information Technology (IT), e per questo motivo è protagonista di un romanzo Cyber-Punk: La macchina della realtà (The Difference Engine), 1990, scritto da William Gibson e Bruce Sterling.
Ecco, in questo folle e visionario romanzo (che suggeriamo come lettura-sciogli-dubbi), in cui Karl Marx governa a Manhattan e la Gran Bretagna ha un impero coloniale tenuto con il pugno di ferro, si prevede che nel futuro gli uomini saranno succubi di un'Intelligenza artificiale. Forse fra le righe della letteratura, che ha offerto scenari e tanti spunti agli hacker di tutto il mondo, Emma, orfana della Legge (uguale per tutti), come l'orfana Ada, saprà trovare il bandolo della matassa delle proprie scelte. Trovare il filo di Arianna (un'altra abbandonata in Nasso, da un altro uomo, Teseo...). Almeno, glielo auguriamo.
Buon 8 marzo, soprattutto a tutte le donne abbandonate (dalla legge, da un uomo, da un figlio, da un padre, dalla sorte...): la biografia di Ada in fondo ci insegna a guardare al futuro con fiducia. Perché la nostra storia è solo nelle nostre mani, nella nostra creatività e nelle nostre menti (intuito e talento compresi: scoprire quale, spetta a noi!). Il resto è ...solo tattica :)
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