lunedì 15 marzo 2010

Lo spettro dell'Eugenetica sulla lotteria degli ovuli. La trappola dei "figli perfetti"

Premessa. Scrivo da mamma: il figlio "perfetto" non è un'illusione, è peggio (eugenetica di hitleriana memoria? Una trappola mortale?). I figli non sono "nostri", ma sono "cittadini del mondo". Tagliare il cordone ombelicale, non è facile, ma obbligatorio: l'autonomia e la libertà dei figli è la nostra mission fin da subito; ma diventa un'orizzonte quasi impossibile se cediamo, fin dal concepimento, a fare "figli perfetti" partecipando alla lotteria degli ovuli.

Che cos'è la folle lotteria degli ovuli? Lo spiega Adriana Bazzi sul Corriere della Sera: "Compri l'ovulo, donato da ragazze americane". Lo shopping prevede informazioni sul grado di istruzione della donatrice, sulla professione e perfino sulla «razza» (quando Einstein ci ha spiegato che l'unica razza è quella "umana" e Cavalli Sforza ci dovrebbe aver istruito sulla pericolosità di questo concetto-falso).

Ovviamente, la genetica è molto più imprevedibile e ribelle delle signore dedite alla "selezione genetica": il "figlio perfetto" non nasce neppure scegliendo il miglio partner possibile, perché più del DNA conta il contesto (l'ambiente). Figuriamoci scegliendo un grumulo di dati da un database.

Ma chi cede all'eugenetica, forse dice qualcosa di sè che m'inquieta: non vuole correre il rischio di avere un figlio libero ed autonomo, capace di camminare e correre con le proprie gambe, in grado di imparare dalle proprie e altrui esperienze, di avere senso critico, di scegliere con la propria testa, di diventare colto e affrontare con fiducia il mare aperto del mondo. La signora dell'eugenetica non vuole sentire lungo la schiena il brivido dell'aleatorietà della vita, ma neanche farsi sorprendere dal gusto della serendipity (scoprire quanto un figlio sappia stupirci a ogni età, fin dai primi giorni di vita, anche - e proprio - quando compie le azioni più distanti da noi!).

L'autunno di queste signore non vorrà mai farsi raggiungere dal profumo della primavera dei figli imperfetti ma vivi. Che dire loro? Carpe diem, imparino a cogliere l'attimo invece che a impostare solo piani quinquennali già falliti nell'Urss sovietico. Con i figli una snella, condivisa e flessibile roadmap vale più della "nazista lotteria degli ovuli".

M.C.

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