Il giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo scrive che, pur apprezzando alcuni punti fermi della riforma del ministro Gelmini, 30 studenti per classe sono il tallone d'Achille della riforma. Forse Cazzullo non ricorda che nei licei anni '80 si iniziava l'anno scolastico in circa 30 studenti per essere decimati a meno di dieci all'ammissione alla Maturità (nella scuola di quegli anni ricordo anche i terrificanti suicidi di chi non aveva il coraggio di confermare una bocciatura a severissimi padri). Ma un conto è il Liceo (che dovrebbe puntare sulla selezione meritocratica), un altro è la scuola dell'obbligo dove, fatta salva la meritocrazia, si devono perseguire anche altri importanti obiettivi costituzionali. Insomma: 30 tredicenni o 30 bimbi di otto anni non sono gestibili quanto 30 quindicenni, che dovrebbero essere ben più motivati.
Il nuovo saggio di Girolamo De Michele, La scuola è di tutti, (Minimum Fax) sostiene: "È necessario combattere una battaglia per le 'precise parole', per l'esattezza", dichiara. Il libro smaschera la realtà dei tagli di bilancio alla scuola pubblica e analizza la crisi dell'educazione in atto da decenni a livello globale. Si può non essere d'accordo su tanti punti del saggio, ma forse il libro svela qualcosa di più, passato in sordina nel "caos del pianeta scuola".
A cosa stiamo assistendo oggi? A tanti fenomeni che, messi insieme, sembrano avere un unico scopo: scardinare per sempre la scuola pubblica italiana. Ma dietro l'angolo non intravediamo Eton o una scuola d'èlite... Ma solo un salto nel buio che spaventa troppi genitori. Forse chi paga le tasse merita un po' più di rispetto?
[Da Repubblica.it: Scuola elementare pubblica. La fine di un mito italiano di BENEDETTA TOBAGI]
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.