martedì 19 febbraio 2013

Tabula rasa

Anche se non vi piace il linguaggio da "rapinatore di banche gentiluomo" (Arrendetevi! Siete circondati!), una sorta di Horst Fantazzini redivivo, ammettetelo: questo linguaggio da tabula rasa è efficace. È la cifra della rivoluzione del M5S. Grillo è il vero barbaro sognante, altro che leghisti da oltre un decennio ormai cooptati dal Sistema... Il vero Attila è lui, circondato dagli amici comici e cantanti: il Premio Nobel Dario Fo e Adriano Celentano. Sono una forza della natura, come uno Tsunami, che tutto travolge e tutto azzera. Per arrivare alla palingenesi. Dopo la guerra totale.

Scrive Barbara Spinelli: "Il suo mezzo non è più la televisione: questa scatola più che mai tonta, come la chiamano gli spagnoli. Né la stampa cartacea, che ha una memoria meno immediata di quella digitale. È il mondo non più inscatolato ma aperto, informe, straordinariamente libero di Internet.

Un mondo già scoperto da Obama, quando diventò Presidente nel 2009. Grazie al web, egli ha ottenuto due volte un mandato popolare che lo emancipa, se vuole, da lobby e partiti. Capace di disseminazione virale, la rete scavalca la senile televisione. Ma essendo informe è anche in grado di farsi bellicosa: nel libro di Grillo e Casaleggio, la parola guerra è ricorrente, incalzante (Siamo in Guerra, Chiarelettere 2011)". Ma il concetto chiave della Rete è: "L'accountability - la cultura del render conto - latita in Italia. È strano che se ne parli così poco in campagna elettorale, visto il prezzo che paghiamo per la sua assenza".

Ecco, dopo aver fatto tabula rasa, si dovrà ripartire da qui.

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