mercoledì 11 dicembre 2013

Lo sciopero dei camionisti alla vigilia del Golpe di Pinochet

Flavia Perina fa un'acuta osservazione su Facebook: "Da anni la destra parlamentare e/o estrema mostra orgogliosamente il dito medio ai protestatari di qualsiasi protesta (studenti medi, donne, indignados, NoTav, ricercatori, operai, disoccupati), chiedendo cariche di polizia, arresti di massa e pene esemplari. Poi Berlusconi apre ai Forconi e come per magia, la più impresentabile delle piazze diventa una causa sacrosanta. Ridicoli".

Vero, ma dimentica - vuoto di memoria? - un fatto.

Il rapporto fra Destra e piazza a me ricorda la fine della Repubblica di Weimar o la vigilia del Golpe di Pinochet, con lo sciopero dei camionisti, le "code lunghe, il gasolio quasi scomparso, le merci che scarseggiano nei supermercati, le strade sbarrate, i blocchi autostradali, le ritorsioni nei confronti di chi non si ferma, basta un niente e ti tagliano le gomme". Poi, si sa, la Storia quando si ripete, da tragedia si trasforma in farsa. (Cmq i forconi esprimono una rabbia più che comprensibile: che il sangue ribolla, sia a destra che a sinistra).

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