mercoledì 11 dicembre 2013

La Repubblica di Weimar. E poi il '33.

C'è nell'aria qualcosa - un refrain, un dettaglio, un delirio - della Repubblica di Weimar, quel periodo che va dal 1919 al 1933, travolta dal nazismo che distrusse tutti i meccanismi assemblati da un normale sistema democratico. C'è qualcosa - un refrain - della Repubblica di Weimar, in cui la violenza comune era dilagante, risse che scoppiavano anche tra gruppi rivali.  Il 7 novembre la rivoluzione aveva raggiunto Monaco di Baviera, provocando la fuga di Ludwig III di Baviera in qualità di primo monarca di Germania decaduto. Stavano nascendo i soviet. Le classi medie iniziavano a temere una prossima evoluzione della nazione in una Repubblica Socialista. Gli scontri culminarono il 15 gennaio con la morte di Rosa Luxemburg e di Karl Liebknecht. La Costituzione di Weimar nel '19 creò una repubblica con un sistema semi-presidenziale. "Fin dall'inizio, la Repubblica fu posta sotto grande pressione tanto dagli estremisti di destra quanto da quelli di sinistra. La sinistra accusava i Socialdemocratici al potere di aver tradito gli ideali del movimento operaio, patteggiando con i poteri del vecchio stato invece di mettere in atto una rivoluzione comunista. La destra si opponeva a un sistema democratico, perché avrebbe preferito mantenere uno stato autoritario come l'Impero del 1871". Ma il puntivo Trattato di Versailles e soprattutto l'impatto del '29, con la crisi a doppia W, travolsero il primo tentativo di repubblica liberal-democratica in Germania. A quel punto arrivò il lungo inverno del '33. A passo dell'oca.

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