giovedì 22 settembre 2011

Si vive alla giornata. Carpe diem. E non confidare nel domani, che non v'è certezza!

«Carpe diem, carpe diem, quam minimum credula postero». Si vive alla giornata, ripete il Senatur. Orazio declinato alla Bossi. Il declino italiano è anche qui, in tanti piccoli dettagli. Il crespuscolo della fine. Solo sette voti salvano Milanese: grande assente Tremonti, che si deve sentire come Giulio (Cesare), pugnalato alle spalle da 44 coltellate: "Tu quoque Brute fili mi?". La coltellata finale gliel'hanno risparmiata: ma il diavolo si nasconde nei dettagli, e in certi casi è meglio morire, soccombere nella lotta, che sopravvivere stancamente ai bollettini di guerra dello spread Bot/Btp, delle Borese che crollano, dei dati Assinform che dicono che la manovra d'agosto è recessiva... Si vive alla giornata, ma a volte si vorrebbe morire subito. e farla finita. Zac.

"A regime ogni 100 punti di allargamento della forbice ci costano 16 miliardi di euro in termini di maggior onere del debito pubblico. Eppure dobbiamo pagarlo." Pagarlo caro, pagarlo tutto. E pure con gli interessi.


«Carpe diem, carpe diem, quam minimum credula postero»: "Cogli l'attimo, confidando il meno possibile nel domani". Nel doman non v'è certezza!

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