martedì 6 settembre 2011

Per battere la crisi, partiamo da noi. Perché lo scontrino al bar non è un optional

La rivoluzione dal basso si fa con piccole cose. Come le Ladies con le scope a Londra che hanno spazzato i vetri rotti, frutto della rivolta dei chavs, senza aspettare gli spazzini. Anche per battere la crisi, partiamo da noi. Dal nostro piccolo. Lo scontrino al bar non è un optional: chiediamolo. La mancata fattura dal dentista o dal mobiliere non è un favore, ma una sciagura per i conti pubblici, e quindi per il nostro futuro: pretendiamola. L'IVA evasa si traduce in minori entrare per il Fisco: se non la paghiamo, la pagheremo cara e la pagheremo tutta, quando i nostri figli non godranno più dei servizi essenziali a scuola, in ospedale, nella vita di tutti i giorni. Il Welfare costa: per mantenerlo servono le tasse. Lo sappiamo: a nessuno piace pagarle. Ma, quando i nostri figli imparano le tabelline e siamo orgogliose delle loro competenze acquisite come un gioco sui banchi di scuola, scopriamo il "bello delle tasse": una scuola che funziona è l'isola del tesoro che ogni bimbo dovrebbe sognare. Educhiamo i nostri figli ad avere un rapporto "sano" con il fisco: pagare le tasse è un dovere; avere in cambio servizi efficienti un diritto. Pretendiamolo. Iniziamo dallo scontrino al bar. Un caffè con lo scontrino allontana lo spettro della bancarotta!

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