domenica 24 luglio 2011

Rehab? Amy Winehouse e l'importanza del setting

Non esiste il "club del 27". Non esiste alcuna nefasta maledizione rock. Esiste solo uno star-system che mette nel tritracarne, e li spreme come limoni, i suoi migliori, più fulgidi talenti. Li vizia, lasciandoli in balia del falso culto dell'immortalità. Li fa credere dei Mimnermo che odiano invecchiare. Fingendo che i principi psicoattivi siano fonte di svago e creatività, e non cocktail psicotropi che minano il fisico, la mente, deprimendo il sistema nervoso... Fino al collasso finale. In questo la talentuosa e fragile Amy Winehouse è più di un simbolo dell'ultimo decennio. I 27 anni sono solo le Colonne d'Ercole dell'home sapiens sapiens sottoposto a migliaia di stress psico-fisici, accompagnati da un uso criminogeno delle sostanze (alcol in primis), e poi abbandonato in una solitudine dorata. Mentre le Major si fanno d'oro. Il setting, Amy, era ben più importante del Rehab. Ma con la chimica non si scherza... Il Premio Nobel per la Chimica Kery Mullis, che adopera l'Lsd abitualmente, ti avrebbe insegnato a esplorare le porte della percezione, meglio dei fantasmi di Janis Joplin, Jim Morrison e tutto il resto del club dei 27. Un club che non esiste, ma fa vendere troppi Album.

Alle future sinuose Amy Winehouse e Janis Joplin, raccomando solo tre libri: "Ballando nudi nel campo della mente. Le idee (e le avventure) del più eccentrico tra gli scienziati moderni" di Kery Mullis; e "La scopa del Sistema" di David Faster Wallace; Libertà di Jonathan Franzen. Poi, a ciascuno, la sua libertà ;)

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