mercoledì 8 febbraio 2012

L'art.18 è perverso. Ma lo è anche la casta dei "figli di"

Bene, bene. Abbiamo visto come l'intero Establishment - dalla Casta propriamente detta ai figli dei Professori fino ai figli dei giornalisti - si arrocca nelle sue cittadelle corporative blindate a doppia chiave. Lasciando ai "figli di nessuno" il Deserto dei Tartari. Il Vuoto cosmico, in cui consumare il proprio nichilismo ed autolesionismo. Salvo bastonarli se provano a mettere a soqquadro le fondamenta della fortezza-degli-integrati.

BASTA. Se volete cambiare l'Italia (e sono fra coloro che dico: Yes, we can!) partiamo dai vostri/nostri figli. Tutti precari. Tutti. Senza SE e MA. Il buon esempio deve partire dai figli e nipote: dal presidente Napolitano ai figli dei Professori, fino all'ultimo direttore di giornale. Dinastie di giornalisti e professori universitari, neanche fossero tutti Nobel.

Poi togliamo l'Art.18, che - come il Wall Street Journal obietta - è un ferrovecchio peverso, perché crea quella disoccupazione che a parole vorrebbe combattere.

Quindi Fornero ci illustri la Riforma del Lavoro.

Ma se vogliamo ricostruire l'Italia, ci vuole l'Anno Zero della fine dei privilegi. Il figlio del fornaio deve poter aspirare a diventare Professore, ma il figlio del Direttore di Banca deve diventare operaio o spazzino, se non studia o se al lavoro dimostra di essere incompetente.

L'ascensore sociale è questo: su o giù, a seconda dei propri meriti. Il resto sono le solite chiacchiere che ci propinano dal '92... Quelle marea di chiacchiere che hanno sommerso i giornali, compromesso la riuscita di Mani Pulite, e fatto fallire Tangentopoli. Il che prova che alla fine, in Italia, contano solo i rapporti di forza e non le belle parole. O vogliamo finalmente che l'Italia volti pagina? Stay foolish, stay hungry in Italia si traduce: Stop alle caste ;)

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