sabato 22 febbraio 2014

Presidenzialismo de facto.

Il bonapartista non è affatto Matteo Renzi bensì Napolitano, risoprannominato per l'occasione Napoleone. Uno che cassa ministri e li sostitusce coi suoi nomi, mandando l'aspirante Premier dietro alla lavagna, redarguito come uno scolaretto ambizioso ma poco pratico e capace. Dopo la defenestrazione di Enrico Letta (su cui la Storia sarà più benevola della Cronaca), il ricambio (generazionale e di genere) non avviene in base al merito, ma in base al manuale Cencelli da Prima Repubblica.

Renzi brucia le tappe bruciando se stesso? Lo vedremo. Il rischio c'è. Anche se ha il voto di N pariti (quanti, 9?), di cui N-1 hanno meno del 5%, se farà bene, il merito sarà di tutti; ma se fallirà, il fallimento sarà solo suo.

Di certo, se Renzi fa male, arriverà la Troika. E sarà forse una benedizione, soprattutto se libererà Padoan dai suoi vincoli dovuti all'appoggio - de facto - berlusconiano.

Speriamo che Padoan applichi SUBITO la Spending Review di Cottarelli, gettando quei 16 miliardi nel taglio del Cuneo fiscale.

Se il taglio del cuneo fiscale fosse di 50 miliardi, potrebbe perfino fare il miracolo.

Che altro dire? In Italia c'è il Presidenzialismo. Il resto sono chiacchiere.


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