Mi ha divertito leggere la brillante versione di Mrs. Robinson (nomen omen!) commentata con la consueta arguzia da Natalia Aspesi (su La Repubblica), ma alla signora reazionaria dell'Ulster (omofoba, ex?-sessuofoba e che evade le tasse) in cerca di Toy boys, mi disinteresso. Se ne occupino il fisco Uk e la bravissima Aspesi!
Preferisco leggere i dati dell'Istat (dati 2008) che dicono che in Italia lavora la metà delle donne: 47,2 donne contro 70,3 uomini.
Inoltre l'Italia si piazza tra i paesi a bassa fecondità, con 1,41 figli per donna nel 2008: si tratta comunque del livello più alto registrato negli ultimi dieci anni e va attribuito soprattutto alla componente straniera.
Chissà se la bassa occupazione femminile non sia da attribuire alla bassa spesa in istruzione? Questa nel 2007 ha raggiunto in Italia il 3,7% in rapporto al Pil, molto al di sotto della media europea del 5,1% (dati 2006).
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