"E' come se le due metà del cielo, anziché ottimizzare, valorizzandole, le differenze avessero perduto le rispettive caratteristiche peculiari con il risultato di mandare in scena comportamenti uniformi", afferma una ricerca realizzata da Cofimp, società di alta formazione e consulenza di Unindustria Bologna. "Stiamo assistendo a un appiattimento verso il basso, sia per le donne che per gli uomini. Il risultato sono relazioni peggiori sul lavoro e persone chiuse in se stesse".
Cosa sta succedendo nel mondo del lavoro? Da un lato l'Italia è in ritardo, come emerge da varie ricerche sul Gender Gap; dall'altro nell'ultimo decennio le donne sul lavoro hanno rinunciato al fattore D, per adeguarsi a un modello maschile. La ricerca, condotta su un campione di 660 uomini e 540 donne tra il 2001 e il 2009, fotografa una deriva impietosa: le donne al lavoro "assomigliano sempre più agli uomini e viceversa". Donne sempre più "fredde e calcolatrici", con un crollo verticale della sensibilità da un valore di 7 a 1,3 e della cordialità da 8,1 a -0,7. Invece la sensibilità negli uomini è cresciuta da -0,1% a 5,7, ma la cordialità è scivolata da 0,7 a - 3,3%.
La "scarsa" intelligenza emozionale inoltre accomuna i manager sia uomini che donne. Insomma, la parità non passa per un'omologazione forzata e dissennata, ma per la via delle differenze... Ma va?
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