Racconta Eugenio Scalfari, nel suo consueto commento domenicale su La Repubblica: "Ricordo il numero de L'espresso - allora diretto da Livio Zanetti - che uscì con in copertina una donna incinta inchiodata ad una croce. Ricordo tanti giovani lettori che si erano offerti come volontari per raccogliere le firme per i referendum. Ricordo i cortei con decine di migliaia di persone a Roma, a Milano, a Palermo, a Napoli, e i voti di vittoria raccolti. Fu decisivo il peso che vi ebbero le donne, quelle del Mezzogiorno in particolare, che furono l'elemento decisivo di quelle consultazioni".
E prosegue: "Molti diritti sono ancora privi di tutela. Penso, tra i tanti, a quelli dei lavoratori precari e a quelli degli immigrati, che vanno di pari passo con i doveri verso la comunità di accoglienza alla condizione che l'accoglienza sia tale e non elemosina o semplice buon cuore individuale".
Per concludere: "Affinché la società sia civile, lo Stato e le istituzioni siano civili, le persone siano civili". Dopo un'estate malmostosa con le donne, un autunno caldo per i precari (quelli che più stanno pagando il prezzo della disoccupazione, ricalcolata da Bankitalia a doppia cifra: gli scoraggiati), e un tragico inverno di fuoco e fiamme contro gli immigrati regolari a Rosarno, ecco uno spunto di riflessione per tutt*, no?
[Fonte: La Repubblica]
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