L'Italia berlusconiana ama il passo del gambero: brucia le tappe verso gli anni '50, riscopre addirittura il bello del Posto Fisso (ma intanto si sbarazza dei precari della scuola e flessibilizza tutto il possibile: la coerenza? E' troppo!) e manda in cantina, solo per un istante, la globalizzazione (mercatista, ça van sans dire).
In questa bolla di semi-Autarchia, che posto hanno le donne? Ancora non ce l'hanno spiegato. Ma si profila una vita plasmata dalle Soap Opera (sì, proprio le serie Tv interrotte da tanti spot di detersivi, saponi e bucati). Magari a fare la calza e a star dietro ai fornelli, ché fa sempre comodo (con la crisi, mica vorrete andare al ristorante o rinnovare il guardaroba?).
Oggi un disoccupato su 5 è tuttora scoperto dal sistema di protezione sociale (la disoccupazione è declinata al femminile, v. Reuters). Ma invece di parlare di flex-security o del contratto unico di Tito Boeri, si tesse l'elogio del Posto Fisso, sapendo benissimo che si illudono le persone e che il posto-a-vita è stato reso anacronistico ancor più dalla recessione (come spiega bene Federico Rampini sul suo blog). Ma va? Le donne che lavorano già lo sanno, ma al governo forse non se ne sono accorti...
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