La tragedia di Stefano Cucchi (e della sua famiglia) è quella che vediamo ripetersi, inesorabilmente, da 40 anni. Il ricordo va subito a Giorgiana Masi e alle tantissime vittime degli anni '60-'70-'80. Ma anche a Bolzaneto e alla Diaz.
Anni fa ho conosciuto la mamma di Roberto Franceschi, studente 20enne dell'Università Bocconi di Milano, colpito a morte nel 1973 da un proiettile di pistola in dotazione alla polizia, che quella sera presidiava la sua Università onde impedire una assemblea aperta agli studenti delle altre Università milanesi.
Conosco gli amici di Pinelli (e mi rattrista che alla moglie che chiede, con dignità e coraggio, la verità da decenni, lo stato risponda con reticenza e imbarazzati silenzi).
Conosco la storia di Horst Fantazzini, la sua bellissima libera vita e la sua fine, mai chiarita.
Conosco il Movimento degli ultimi 20 anni, e a troppi "buchi neri" va data risposta: verità e giustizia. No justice, no peace: o no?
Primo Moroni ha mantenuto con passione la memoria viva con il suo Archivio.
La famiglia di Stefano, sua sorella Ilaria, devono oggi avere giustizia, come tutti le morti sospette e mai chiarite degli ultimi 40 anni.
L'Archivio Moroni deve vivere.
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