Berlusconi si scusa a modo suo con Rosy Bindi (e cioè rilanciando la battuta con una nuova gaffe). Dice: «Mi spiace per la Bindi, era una battuta di largo consumo».
...Largo consumo?
Ma che espressione è riuscito Berlusconi ancora una volta a elaborare?
Largo Consumo a tant* fa venire in mente una storica rivista da grossisti degli anni '80, fondata dall’editore torinese Pier Carlo Garosci, dedicata agli operatori dell'industria, della distribuzione e dei sistemi e servizi collegati della filiera dei supermarket.
Insomma una battuta da supermercato, da Gdo, che potremmo sentire in coda alla cassa degli anni '60. Una battuta flash-back in stile anni d'oro della Standa. Una battuta che è un salto nel tempo alle origini del mercato di massa.
Una spiritosaggine come tante: appunto. E' proprio il marketing legato alla battuta, che ci inquieta. Perché vuole riportare l'orologio delle donne indietro nel tempo: agli anni '50. Alle Barbie (di larghissimo consumo!). E forse anche più in là.
Agli albori del cash and carry e del Largo Consumo. Forse per rimarcare (inconsciamente) il concetto che più gli è caro: una battuta ad uso dell'Utilizzatore Finale nel Supermarket delle donne a scaffale?
La Bindi risponde immediatamente, dicendo che Berlusconi peggiora le cose: invece di prendere le distanze, accredita il Largo Consumo delle offese alle donne, e si mette al pari del Bagaglino. Non solo non possiede il senso dello stato e delle istituzioni - continua la Bindi - ma neanche il bon ton.
RispondiEliminaIn effetti fa cadere le braccia: ma le battute sono proprio sue e frutto del suo sacco? O ha un ghost writer (di cui vorremmo conoscere vita e miracoli)?
Perche' e' chiaro che questa sta diventando un'escalation contro le donne, contro i loro corpi e immaginario: un marketing guerrilla a bassa (?) intensità che vuole pescare a piene mani dai cliche' del maschilismo e del sessismo storico (che credevamo finito da mo'. ma non pare proprio!)